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Vecchio 20-04-2014, 22:12   #1
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L'avatar di Intotheball
 

Premetto un dato oggettivo: benché oltre i 30, non ho mai avuto relazioni serie e durature. Indubbiamente, senza scendere nei dettagli, a causa primariamente della mia forte tendenza evitante.
Sono nuovo di FS ma leggendo qua e là, ho trovato conferme alla conclusione più morale che razionale che solo quando avrò risolto (ridimensionato) i miei problemi di testa troverò la donna della mia vita (consentitemi la poesia dell'idillio romantico...). Tuttavia, non riesco a togliermi il pensiero che - con un po' di fortuna, smussando qualche spigolo - proprio dal fatto di incontrare la persona giusta, da una relazione significativa potrei fare il "grande" salto: da uno stato di socialità disfunzionale a uno stato di socialità minima ma soddisfacente. Se non altro non sarei da solo a sopportarmi, sempre che non finissero col prevalere i sensi di colpa per gravare delle mie tare un'altra anima.
Com'è la vostra esperienza al riguardo? L'ansia di restare solo come un cane inizia a pesarmi...
Vecchio 20-04-2014, 22:23   #2
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L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da Intotheball Visualizza il messaggio
Premetto un dato oggettivo: benché oltre i 30, non ho mai avuto relazioni serie e durature. Indubbiamente, senza scendere nei dettagli, a causa primariamente della mia forte tendenza evitante.
Sono nuovo di FS ma leggendo qua e là, ho trovato conferme alla conclusione più morale che razionale che solo quando avrò risolto (ridimensionato) i miei problemi di testa troverò la donna della mia vita (consentitemi la poesia dell'idillio romantico...). Tuttavia, non riesco a togliermi il pensiero che - con un po' di fortuna, smussando qualche spigolo - proprio dal fatto di incontrare la persona giusta, da una relazione significativa potrei fare il "grande" salto: da uno stato di socialità disfunzionale a uno stato di socialità minima ma soddisfacente. Se non altro non sarei da solo a sopportarmi, sempre che non finissero col prevalere i sensi di colpa per gravare delle mie tare un'altra anima.
Com'è la vostra esperienza al riguardo? L'ansia di restare solo come un cane inizia a pesarmi...
A me pesa l'ansia di restare da solo ma pesa anche l'ansia di stare con un'altra persona, il sapere di non poterla rendere felice.
Accettarmi per come sono è dura, chi vorrebbe stare con uno che non vuole uscire, che non ama quello, non ama quell'altro, non ama un ca**o di niente, ama solo i forum, la musica, le passeggiate e le stronzatine così.. la gente ha fame di vita, vuole respirare emozioni, vedere posti, non vuole stare a casa a rompersi le scatole con le paranoie di un disadattato..
scusate lo sfogo

Ultima modifica di Keith; 20-04-2014 a 22:49.
Vecchio 21-04-2014, 16:29   #3
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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
A me pesa l'ansia di restare da solo ma pesa anche l'ansia di stare con un'altra persona, il sapere di non poterla rendere felice.
Accettarmi per come sono è dura, chi vorrebbe stare con uno che non vuole uscire, che non ama quello, non ama quell'altro, non ama un ca**o di niente, ama solo i forum, la musica, le passeggiate e le stronzatine così.. la gente ha fame di vita, vuole respirare emozioni, vedere posti, non vuole stare a casa a rompersi le scatole con le paranoie di un disadattato..
scusate lo sfogo
Ti capisco. E' una delle cose su cui rimugino di più... Per ora però, prevale la convinzione che questo senso di colpa (o di misericordia verso gli altri) che ci spinge per l'appunto a "risparmiarci" agli altri è una giustificazione mentale pseudo-morale dell'evitamento. E' un meccanismo di difesa mascherato da altruismo. Mi spiego meglio: soffriamo nella solitudine, soffriamo quanto ci interrelazioniamo con gli altri per le nostre disfunzionalità sociali, di base soffriamo tanto della nostra asocialità quanto nella nostra socialità embrionale (diciamo pure che soffriamo SEMPRE). E' questa INEVITABILITA' della sofferenza che crea il nostro TILT e quindi ripariamo sempre nella tranquillità, nella pacatezza, nella calma delle situazioni più controllabili e gestibili, nelle stronzatine Ci accontentiamo della sopravvivenza... non so, mi sembra che vivere così abbia poco senso e allo stesso tempo mi convinco sempre più - con immenso travaglio interiore e fisico - che mi basterebbe spegnere certe aree del cervello per mischiarmi di più a ciò che mi circonda, alle persone soprattutto. Del resto, che una persona decida di stare con noi rientra nell'esercizio della sua libertà e negare questa possibilità a priori mi sembra onestamente sintomo di egoismo... ecco un altro senso di colpa, ecco siamo presi in mezzo tra questi maledetti sensi di colpa.
Per noi evitanti, ci vuole forse un po' di "affettività kamikaze"
Vecchio 21-04-2014, 16:45   #4
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

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Originariamente inviata da Intotheball Visualizza il messaggio
Premetto un dato oggettivo: benché oltre i 30, non ho mai avuto relazioni serie e durature. Indubbiamente, senza scendere nei dettagli, a causa primariamente della mia forte tendenza evitante.
Sono nuovo di FS ma leggendo qua e là, ho trovato conferme alla conclusione più morale che razionale che solo quando avrò risolto (ridimensionato) i miei problemi di testa troverò la donna della mia vita (consentitemi la poesia dell'idillio romantico...). Tuttavia, non riesco a togliermi il pensiero che - con un po' di fortuna, smussando qualche spigolo - proprio dal fatto di incontrare la persona giusta, da una relazione significativa potrei fare il "grande" salto: da uno stato di socialità disfunzionale a uno stato di socialità minima ma soddisfacente. Se non altro non sarei da solo a sopportarmi, sempre che non finissero col prevalere i sensi di colpa per gravare delle mie tare un'altra anima.
Com'è la vostra esperienza al riguardo? L'ansia di restare solo come un cane inizia a pesarmi...
Il fidanzamento lo vedo come un rapporto di livello superiore, quindi più arduo per uno come me che è scarso socialmente. Arduo a raggiungerlo e anche a gestirlo.
La mia singletude è più una conseguenza che la causa della mia scarsa socialità.
Quindi non credo che risolverebbe nulla, anche perché non c'è nulla da risolvere e nulla da sbloccare. Sono così.
Vecchio 21-04-2014, 16:45   #5
Esperto
L'avatar di alessietto
 

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Originariamente inviata da Intotheball Visualizza il messaggio
Premetto un dato oggettivo: benché oltre i 30, non ho mai avuto relazioni serie e durature. Indubbiamente, senza scendere nei dettagli, a causa primariamente della mia forte tendenza evitante.
Sono nuovo di FS ma leggendo qua e là, ho trovato conferme alla conclusione più morale che razionale che solo quando avrò risolto (ridimensionato) i miei problemi di testa troverò la donna della mia vita (consentitemi la poesia dell'idillio romantico...). Tuttavia, non riesco a togliermi il pensiero che - con un po' di fortuna, smussando qualche spigolo - proprio dal fatto di incontrare la persona giusta, da una relazione significativa potrei fare il "grande" salto: da uno stato di socialità disfunzionale a uno stato di socialità minima ma soddisfacente. Se non altro non sarei da solo a sopportarmi, sempre che non finissero col prevalere i sensi di colpa per gravare delle mie tare un'altra anima.
Com'è la vostra esperienza al riguardo? L'ansia di restare solo come un cane inizia a pesarmi...
Belle parole e in parte le condivido, MA CHE C'ENTRA LA CATALISI?
Vecchio 21-04-2014, 16:57   #6
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L'avatar di Intotheball
 

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Originariamente inviata da alessietto Visualizza il messaggio
Belle parole e in parte le condivido, MA CHE C'ENTRA LA CATALISI?
Beh, la catalisi vedrebbe l'ipotetica relazione amorosa come viatico per un Benessere con me stesso e con gli altri (diciamo, per il bene non solo mio ma di tutti ).

Un certo CJ diceva +o- che se non realizzi te stesso la vita che la vivi a fare...
Vecchio 21-04-2014, 17:33   #7
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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
chi vorrebbe stare con uno che non vuole uscire, che non ama quello, non ama quell'altro, non ama un ca**o di niente, ama solo i forum, la musica, le passeggiate e le stronzatine così..
una che ama stesse cose piu' o meno?
comunq secondo me per una donna non ha piu' di tanta differenza cosa ami oltre a lei, basta che ami lei
Vecchio 21-04-2014, 17:43   #8
Esperto
L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da Qwerty Visualizza il messaggio
una che ama stesse cose piu' o meno?
comunq secondo me per una donna non ha piu' di tanta differenza cosa ami oltre a lei, basta che ami lei
io la amo, però sono:

quasi-recluso
non saprei dove portarla
cosa dire
cosa fare
poi ancora, sono:
...... (censura)
...... (censura)
...... (censura)

però la amo, bisogna vedere se lei ama uno così
Vecchio 21-04-2014, 17:45   #9
Banned
 

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Originariamente inviata da Intotheball Visualizza il messaggio
Beh, la catalisi vedrebbe l'ipotetica relazione amorosa come viatico per un Benessere con me stesso e con gli altri (diciamo, per il bene non solo mio ma di tutti ).

Un certo CJ diceva +o- che se non realizzi te stesso la vita che la vivi a fare...
Il rapporto di coppia non sempre fa star bene con se stessi, sono convinta che per star bene in coppia bisogna star bene da soli, se no finisce che il partner diventa un'idea ossessiva, l'idea di perderlo e di rimanere da soli si traduce in insicurezza e isterismo. Non solo bisogna star bene da soli ma bisogna anche e soprattutto star bene con gli altri, per evitare che il partner poi diventi il centro del nostro modo e dunque diventi ossessione bisogna avere anche altre relazioni. Non autoconvincetevi che avere un fidanzato/fidanzata sia la risposta ai vostri problemi sempre e comunque.
Vecchio 21-04-2014, 18:44   #10
Intermedio
L'avatar di Gendo Ikari
 

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Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
Il rapporto di coppia non sempre fa star bene con se stessi, sono convinta che per star bene in coppia bisogna star bene da soli
Vero
Vecchio 21-04-2014, 18:50   #11
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L'avatar di Intotheball
 

ah, le nebbie dei condizionamenti tutto sta nel dimostrare alla propria donna.... che cosa? che malgrado tutti gli evitamenti non riesco a evitare di amarla... c'è qualcosa che suona male...
Vecchio 21-04-2014, 19:40   #12
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L'avatar di Acciaio
 

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Per ora però, prevale la convinzione che questo senso di colpa (o di misericordia verso gli altri) che ci spinge per l'appunto a "risparmiarci" agli altri è una giustificazione mentale pseudo-morale dell'evitamento. E' un meccanismo di difesa mascherato da altruismo. Mi spiego meglio: soffriamo nella solitudine, soffriamo quanto ci interrelazioniamo con gli altri per le nostre disfunzionalità sociali, di base soffriamo tanto della nostra asocialità quanto nella nostra socialità embrionale (diciamo pure che soffriamo SEMPRE). E' questa INEVITABILITA' della sofferenza che crea il nostro TILT e quindi ripariamo sempre nella tranquillità, nella pacatezza, nella calma delle situazioni più controllabili e gestibili, nelle stronzatine Ci accontentiamo della sopravvivenza... non so, mi sembra che vivere così abbia poco senso e allo stesso tempo mi convinco sempre più - con immenso travaglio interiore e fisico - che mi basterebbe spegnere certe aree del cervello per mischiarmi di più a ciò che mi circonda, alle persone soprattutto. Del resto, che una persona decida di stare con noi rientra nell'esercizio della sua libertà e negare questa possibilità a priori mi sembra onestamente sintomo di egoismo... ecco un altro senso di colpa, ecco siamo presi in mezzo tra questi maledetti sensi di colpa.
Per noi evitanti, ci vuole forse un po' di "affettività kamikaze"
Pienamente d'accordo con quello che hai scritto...l'unico modo che mi permette di non soffrire troppo è proprio quello di non uscire dalla mia zona di comfort...delimito il mio territorio come fossi un essere primitivo priva delle basilari capacità sociali chiudendomi alle nuove esperienze...nella mia razionalità mi autoconvinco di potercela fare ad uscire da quella gabbia che mi sono creata e in cui mi sono rinchiusa, da quel minimo essenziale che non ha neppure lontanamente il profumo di vita, ma poi nel concreto appena cerco solamente di aprirne la serratura mi blocco e la protezione che mi sono creata torna a farmi scudo dagli altri, inconsapevoli di quello che vivo, e mi riporta tra i miei demoni invisibili all'esterno. Personalmente c'è stato un periodo neppure lontano in cui credevo che solo avere un compagno affianco mi potesse liberare da quel senso di vuoto e farmi aprire al mondo, ora mi rendo conto che se non si vince la propria battaglia personale e se non si ci libera da quegli automatismi che ci portano ad evitare gli altri e a farci sentire inadatti, profondamente colpevoli ed arrabbiati con noi stessi, non si possa trovare la persona giusta a cui dare piena fiducia (ed anche quest'ultima con ogni probabilità - mi viene da pensare - non riuscirà a vedere in noi un partner ideale)...forse il segreto non sta nello spegnere quelle aree del cervello di cui parlavi, ma nell'accenderne altre, sintonizzandoci davvero e per primi con noi stessi come strada maestra per raggiungere gli altri e con essi il nostro benessere...facile a dirsi, difficile a farsi però...

Ultima modifica di Acciaio; 21-04-2014 a 19:48.
Vecchio 21-04-2014, 19:58   #13
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Originariamente inviata da Acciaio Visualizza il messaggio
Pienamente d'accordo con quello che hai scritto...l'unico modo che mi permette di non soffrire troppo è proprio quello di non uscire dalla mia zona di comfort...delimito il mio territorio come fossi un essere primitivo priva delle basilari capacità sociali chiudendomi alle nuove esperienze...nella mia razionalità mi autoconvinco di potercela fare ad uscire da quella gabbia che mi sono creata e in cui mi sono rinchiusa, da quel minimo essenziale che non ha neppure lontanamente il profumo di vita, ma poi nel concreto appena cerco solamente di aprirne la serratura mi blocco e la protezione che mi sono creata torna a farmi scudo dagli altri, inconsapevoli di quello che vivo, e mi riporta tra i miei demoni invisibili all'esterno. Personalmente c'è stato un periodo neppure lontano in cui credevo che solo avere un compagno affianco mi potesse liberare da quel senso di vuoto e farmi aprire al mondo, ora mi rendo conto che se non si vince la propria battaglia personale e se non si ci libera da quegli automatismi che ci portano ad evitare gli altri e a farci sentire inadatti, profondamente colpevoli ed arrabbiati con noi stessi, non si possa trovare la persona giusta a cui dare piena fiducia (ed anche quest'ultima con ogni probabilità - mi viene da pensare - non riuscirà a vedere in noi un partner ideale)...forse il segreto non sta nello spegnere quelle aree del cervello di cui parlavi, ma nell'accenderne altre, sintonizzandoci davvero e per primi con noi stessi come strada maestra per raggiungere gli altri e con essi il nostro benessere...facile a dirsi, difficile a farsi però...
Ciao Acciaio mi trovi - al momento attuale - perfettamente d'accordo non avrei saputo trovare parole migliori..
Vecchio 21-04-2014, 21:02   #14
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Originariamente inviata da Intotheball Visualizza il messaggio
Ciao Acciaio mi trovi - al momento attuale - perfettamente d'accordo non avrei saputo trovare parole migliori..
Ciao Intotheball mi fa piacere il non essere l'unica a pensarla così ed in qualche modo mi fa sentire meno "sola" nel vivere questa condizione
Vecchio 21-04-2014, 21:06   #15
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Originariamente inviata da Acciaio Visualizza il messaggio
Pienamente d'accordo con quello che hai scritto...l'unico modo che mi permette di non soffrire troppo è proprio quello di non uscire dalla mia zona di comfort...delimito il mio territorio come fossi un essere primitivo priva delle basilari capacità sociali chiudendomi alle nuove esperienze...nella mia razionalità mi autoconvinco di potercela fare ad uscire da quella gabbia che mi sono creata e in cui mi sono rinchiusa, da quel minimo essenziale che non ha neppure lontanamente il profumo di vita, ma poi nel concreto appena cerco solamente di aprirne la serratura mi blocco e la protezione che mi sono creata torna a farmi scudo dagli altri, inconsapevoli di quello che vivo, e mi riporta tra i miei demoni invisibili all'esterno. Personalmente c'è stato un periodo neppure lontano in cui credevo che solo avere un compagno affianco mi potesse liberare da quel senso di vuoto e farmi aprire al mondo, ora mi rendo conto che se non si vince la propria battaglia personale e se non si ci libera da quegli automatismi che ci portano ad evitare gli altri e a farci sentire inadatti, profondamente colpevoli ed arrabbiati con noi stessi, non si possa trovare la persona giusta a cui dare piena fiducia (ed anche quest'ultima con ogni probabilità - mi viene da pensare - non riuscirà a vedere in noi un partner ideale)...forse il segreto non sta nello spegnere quelle aree del cervello di cui parlavi, ma nell'accenderne altre, sintonizzandoci davvero e per primi con noi stessi come strada maestra per raggiungere gli altri e con essi il nostro benessere...facile a dirsi, difficile a farsi però...
Sono d'accordo totalmente anch io......pure a me mi capita di richiudermi nella zona di comfort per evitare situazioni nuove che potrebbero danneggiarmi farmi apparire inadeguato e farmi stare male poi però mi accorgo che la zona di comfort è stretta e soffocante......il fatto è che spesso ci si rende conto di questo quando è diventata un abitudine anzi la normalità richiudersi nella zona di comfort.....è quello il fatto, la mancanza di consapevolezza ci frega......avere la consapevolezza di questo subito, prima che diventi un abitudine sarebbe un grande passo in avanti.......purtroppo ad esempio la consapevolezza di questo fatto io l ho sviluppata piuttosto tardi quando è molto più complicato tirarsene fuori, non so se per voi vale lo stesso discorso.
Vecchio 21-04-2014, 21:10   #16
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Originariamente inviata da Wolferstein Visualizza il messaggio
Sono d'accordo totalmente anch io......pure a me mi capita di richiudermi nella zona di comfort per evitare situazioni nuove che potrebbero danneggiarmi farmi apparire inadeguato e farmi stare male poi però mi accorgo che la zona di comfort è stretta e soffocante......il fatto è che spesso ci si rende conto di questo quando è diventata un abitudine anzi la normalità richiudersi nella zona di comfort.....è quello il fatto, la mancanza di consapevolezza ci frega......avere la consapevolezza di questo subito, prima che diventi un abitudine sarebbe un grande passo in avanti.......purtroppo ad esempio la consapevolezza di questo fatto io l ho sviluppata piuttosto tardi quando è molto più complicato tirarsene fuori, non so se per voi vale lo stesso discorso.
io sono in quel momento di consapevolezza... e spero davvero che non sia troppo tardi
Vecchio 21-04-2014, 21:39   #17
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Originariamente inviata da Wolferstein Visualizza il messaggio
Sono d'accordo totalmente anch io......pure a me mi capita di richiudermi nella zona di comfort per evitare situazioni nuove che potrebbero danneggiarmi farmi apparire inadeguato e farmi stare male poi però mi accorgo che la zona di comfort è stretta e soffocante......il fatto è che spesso ci si rende conto di questo quando è diventata un abitudine anzi la normalità richiudersi nella zona di comfort.....è quello il fatto, la mancanza di consapevolezza ci frega......avere la consapevolezza di questo subito, prima che diventi un abitudine sarebbe un grande passo in avanti.......purtroppo ad esempio la consapevolezza di questo fatto io l ho sviluppata piuttosto tardi quando è molto più complicato tirarsene fuori, non so se per voi vale lo stesso discorso.
Stessa cosa per me...penso che l'abitudine sia il peggiore dei mali ed è proprio essa che fa scattare e perpetrare in quegli automatismi che pietrificano nella zona di comfort impedendoci di evolvere socialmente...la consapevolezza di quanto mi sia stretta la zona di comfort e di quanto sia totalmente insoddisfacente un'esistenza anestetizzata passata sprecando tempo ed opportunità l'ho acquisita da poco purtroppo...ho vissuto per un decennio con la falsa certezza che quello fosse il modo giusto di vivere...ed ora che so che mi sbagliavo mi risulta difficilissimo uscire da quel circolo vizioso...
Vecchio 21-04-2014, 22:21   #18
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Stessa cosa per me...penso che l'abitudine sia il peggiore dei mali ed è proprio essa che fa scattare e perpetrare in quegli automatismi che pietrificano nella zona di comfort impedendoci di evolvere socialmente...la consapevolezza di quanto mi sia stretta la zona di comfort e di quanto sia totalmente insoddisfacente un'esistenza anestetizzata passata sprecando tempo ed opportunità l'ho acquisita da poco purtroppo...ho vissuto per un decennio con la falsa certezza che quello fosse il modo giusto di vivere...ed ora che so che mi sbagliavo mi risulta difficilissimo uscire da quel circolo vizioso...
Ciò che nel mio caso più ostacola la rottura di quel circolo vizioso è la paura del nuovo, dell'ignoto, del mai tentato. Strettamente connessa vi è poi la paura di perdere il controllo della situazione, di innescare un effetto a catena ingestibile, inarrestabile e incontemplabile nella sua totalità che dall'odierno si dirami con un effetto domino su tutta la mia esistenza portandomi lontano, troppo lontano dal punto di partenza o quanto meno da me stesso. Tornando all'amore catalitico, ecco se effetto domino deve essere me lo immagino che sia di quel tipo lì
Vecchio 21-04-2014, 23:00   #19
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Strettamente connessa vi è poi la paura di perdere il controllo della situazione, di innescare un effetto a catena ingestibile, inarrestabile e incontemplabile nella sua totalità che dall'odierno si dirami con un effetto domino su tutta la mia esistenza portandomi lontano, troppo lontano dal punto di partenza o quanto meno da me stesso.
Ti capisco in pieno...ed è esattamente quello che spaventa anche me...il terrore di non riuscire ad avere il controllo della mia vita e di me stessa...e nel mio caso è una paura comprovata dai fatti perchè puntualmente ogni volta che mi sono lasciata andare a qualcosa di nuovo che comportasse comunque un'emozionalità più forte mi sono ritrovata poi - forse proprio per la scarsa esperienza - totalmente fuori controllo come se non fossi più io a gestire la situazione ma gli eventi stessi a farlo per me, perdendo il contatto con me stessa e passando da sensazioni positive ad altre diametralmente opposte di intensissima negatività e grande sofferenza...ma devo dire che queste situazioni in cui mi sentivo come inebriata da una strana "follia" sono state agli inizi gli unici momenti della mia vita in cui mi sono sentita viva...è stato il loro tramutarsi in seguito in un qualcosa da cui dipendere ed il vederle poi svanire tragicamente che mi hanno fatto avere ancora più cautela e diffidenza, alimentando a dismisura il circolo dell'abitudine

Ultima modifica di Acciaio; 21-04-2014 a 23:02.
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