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Vecchio 28-01-2008, 00:50   #1
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L'avatar di caffeineaddicted
 

...ma c'è qualcuno che ce l'ha fatta DAVVERO a risolvere questo tipo di problema? Lo so che può sembrare stupida, ma vi prego, oggi ho bisogno di speranza! Ieri ho passato l'ennesima serata (e giornata) chiusa in casa, senza nient'altro da fare che navigare annoiata in internet, e sono capitata in questo forum per caso, ma direi neanche tanto (più che altro cercavo testimonianze di gente depressa)...mi sono ritrovata nei racconti di molti di voi, e il bello è che fino a ieri non sapevo nemmeno che esistesse questo tipo di fobia! Dunque che dire.....sono anche io una sociofobica?Vi racconto in breve...
Sono stata una bambina super timida, di quelle che i genitori hanno stressato per anni con la storia che bisogna salutare le persone "sennò sei maleducata"....e quello che non capivano è che io non ero maleducata, ma ero timida e mi vergognavo di aprire la bocca di fronte a persone che non conoscevo, quindi semplicemente non lo facevo. Posso però dire di aver vissuto una bella infanzia: sono cresciuta in campagna, con tutto quello che ne comporta, tra cui sicuramente una grande libertà, con controllo dei genitori minimo (e non perchè mi hanno trascurato, ma non è come vivere certo in città in un appartamento, dove la possibilità di spostamento è più limitata per un bambino). Il lato negativo è stato sicuramente che queste cose hanno sviluppato il lato più "selvatico" del mio carattere, nel senso che non ho mai avuto una vera e propria "educazione" ai rapporti sociali, sopratutto con le donne. Mi ricordo che mi sono sempre sentita diversa dalle altre bambine nel momento in cui ho cominciato a confrontarmi con loro, e cioè alle elementari (l'asilo l'ho saltato quasi per intero perchè non ci volevo andare e nessuno mi ha costretta), però questo non mi ha impedito di farmi delle amiche....diciamo che fino a 1 anno fa la storia è stata sempre la stessa, e cioè quella di una ragazza ben consapovele della sua timidezza e diversità,abbastanza chiusa e introversa, che comunque non aveva mai avuto modo di soffrire per questo, in quanto grazie alla fortuna o a qualche piccolo sforzo da parte sua, un gruppo di persone su cui contare l'aveva sempre avuto, per non parlare poi dei ragazzi...ho avuto abbastanza fortuna anche in quello, ma se ci penso bene direi che in realtà instaurare una relazione a 2 mi viene molto più semplice rispetto a tutto il resto. E poi che cosa è successo? Un paio di anni fa le persone di cui mi ero circondata (tutte sicuramente più estroverse di me) sono venute meno, a causa di litigi e incomprensioni che non si sono mai sanati, in contemporanea ho attraversato una profonda crisi esistenziale che mi ha fatto perdere interesse per tutto e anche la mia autostima ne è uscita a pezzi (e non è che prima fosse alle stelle, però ci convivevo)....il finale della storia é che circa un anno fa ho lasciato il mio ragazzo (nel mio cervello non c'era posto per nient'altro che l'autoflagellazione) e ho interrotto l'università (ero molto brava ed era il mio orgoglio e quello della mia famiglia) ad un esame dalla fine perchè non avevo voglia di uscire di casa e di fare niente. A questo punto, mi direte voi, non si tratta di fobia sociale, ma di "semplice depressione".....e invece no, perchè dopo un anno passato dentro casa mi ritrovo ora, a 26 anni, che pur avendo voglia di fare qualcosa, mi devo scontrare con difficoltà oggettive che prima non avevo: di fronte a sconosciuti sono paralizzata nel parlare, non so che dire (forse perchè nella mia tetsa non ci sono altro che le mie ossesioni?),quindi esco solo per urgenze tipo spesa e sigarette e per strada mi sento continuamente osservata e con la paura di incontrare qualcuno che mi possa chiedere che fine ho fatto. Vivo con altri ragazzi con i quali non ho grandi rapporti (ma questo non è colpa della fobia sociale perchè ci vivevo da prima ed era lo stesso), le amicizie che sono andate sono andate (alcune anche fisicamente, altre perchè irrecuperabili), e l'unica persona che mi sta vicina e con cui passo un pò di tempo ogni tanto è il mio ex, ma sono sempre sul punto di rifiutare questa sua presenza perchè in realtà penso che in questo modo lui non si rifarà mai una vita. Ecco tutto. Ah, i miei genitori non sanno assolutamente niente di tutto questo, anche se ovviamente un pò di tristezza mi si legge negli occhi. Allora???? Come sto messa???
Scusate per la lunghezza, ma vi assicuro che ho sintetizzato moooolto!
Vecchio 28-01-2008, 01:07   #2
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

non se messa proprio male a differenza di alcuni disperati di questo forum tra cui il sottoscritto che forse è il più depresso :lol:
secondo me la semplice timidezza che avevi prima si è trasformata in fobia sociale quando tu non sei pù andata all'università e hai perso di vista gli amici, perchè cosi facendo hai perso l'abitudine al contatto con gli altri e quindi adesso non riesci a fare più cose semplici che prima facevi con disinvoltura, dovresti riabituarti cercando innanzitutto di riprendere l'università, e poi cercare di stare il più possibile fuori sennò i problemi andranno peggiorando assieme alla depressione, comunque benvenuta nel forum :wink:
Vecchio 28-01-2008, 01:12   #3
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
...sono cresciuta in campagna
Già questo potrebbe spiegare molte cose
Vecchio 28-01-2008, 01:34   #4
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley
Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
...sono cresciuta in campagna
Già questo potrebbe spiegare molte cose
...scusa, ma che significa? Io il collegamento non ce lo vedo, piuttosto penso che quello che può spiegare molte cose è il rapporto con i genitori e quello che riescono a comunicare ai figli. Poi non ha importanza il posto dove un bambino cresce, io dell'infanzia ho dei ricordi bellissimi e penso che se un giorno dovessi avere anche io dei figli li vorrei crescere fuori città. Piuttosto il problema è: chi mi dice che io riuscirò ad essere un genitore diverso da quelli che ho avuto? Non perchè sono stati cattivi genitori, per carità, però sicuramente afflitti dall'incapacità di comunicare quell'amore gratificante di cui i bambini hanno bisogno,per motivi che vanno dal semplice pudore al fatto che a loro stessi non era stato insegnato. Chi mi dice che io riuscirò a spezzare questa spirale? Se qualcuno me lo assicurasse, penso che potrei crescere i miei figli anche in mezzo al deserto del Sahara!
Vecchio 28-01-2008, 01:47   #5
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

Quote:
mq, a parte l'ultima riga, non ho letto neanche una parola del post di caffeineaddicted perché è davvero troppo lungo...

però a giudicare dalla lunghezza di quanto ha scritto, posso tranquillamente affermare che non è un fake..
Ma certo che non è un fake!!!
Cerca almeno di leggere le ultime righe, penso il succo sia tutto lì...
sempre se non è troppo disturbo!
Vecchio 28-01-2008, 02:06   #6
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

Quote:
comunque benvenuta nel forum
Grazie per il benvenuto e anche per l'analisi che hai fatto del mio problema! :lol:
Le cose stanno esattamente come hai detto tu, e non sai come mi fa in*****re il pensiero che è tutta colpa mia se adesso sono in questa situazione! Nel senso che all'inizio avevo un problema "piccolo"( alla fine chi è che non hai mai avuto una battuta d'arresto nella vita?),ma io, con la mia apatia e il mio menefreghismo, l'ho fatto diventare qualcosa di più serio, che non importa come è nato, perchè adesso è reale! E in più questo senso di colpa non fa che aumentare il pessimo concetto che ho di me stessa...a volte invidio le persone che fanno sempre le vittime immaginandosi un destino che si accanisce contro di loro e che non riescono a giudicare obiettivamente le loro colpe... (ovviamente non è vero...in realtà le odio!!!)
Vecchio 28-01-2008, 02:08   #7
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

ciao caffeineaddicted (però che soprannome del cazzo che ti sei scelta uah uah scherzo) non te la prendere tanto per delle battutine del cavolo, lo fanno per sdrammatizzare, nessuno vuole attaccare nessuno qui, almeno in teoria :wink:
comunque io ti capisco benissimo e so cosa provi

Quote:
Chi mi dice che io riuscirò a spezzare questa spirale? Se qualcuno me lo assicurasse, penso che potrei crescere i miei figli anche in mezzo al deserto del Sahara!
ci riuscirai sicuramente, una persona che ha avuto carenza d'affetti è portata a dare ai figli tutto quello che non ha avuto dai suoi genitori anzi gliene darai fin troppo di affetto ciao quando vuoi parlare c'è qualcuno come me pronto ad ascoltarti
Vecchio 28-01-2008, 02:34   #8
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

...hai ragione!!! Visto che succede a non uscire di casa ed evitare la gente? Si perde il senso dell'umorismo e non si capiscono le battute degli altri.... :lol: :lol: :lol:
...I'm sorry.... ops:
Vecchio 28-01-2008, 03:13   #9
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

non preoccuparti pui recuperare benissimo, il cervello vedo che non ti manca, devi solo recuperare un po di autostima, magari potresti fare terapia di gruppo per un po di tempo per riacquistare fiducia in te e negli altri e continuare a scrivere qui che fa bene perchè tieni sempre la mente focalizzata sul problema e ed eviti di sfuggire alla realtà, anch'io mi sentivo cosi e adesso sto cominciando a reagire piano piano, in fondo e da poco che ti sei isolata, quindi ce la puoi fare benissimo un abbraccio :wink: ops:
Vecchio 28-01-2008, 11:10   #10
Principiante
L'avatar di demos79
 

Francamente ritengo che tu abbia alcuni "tasselli" fuori posto...dici di essere apatica, menefreghista, ma al contempo hai scarsa autostima. E' contraddittorio...forse vorresti essere menefreghista, forse vorresti credere che non è necessario il rapporto con gli altri, o addirittura ti stai autoconvincendo di ciò, come arma estrema per difenderti dalle tue emozioni...di cui hai paura, perchè ritieni di non essere in grado di controllarle. Solitamente ciò è frutto di condizionamenti esterni, per quanto tu non sia in grado di ammettere...la timidezza non è una nota caratteriale come si usa dire, al solo fine di spiegare la grande difficoltà nel risolverla. La timidezza è patologia nel momento stesso in cui porta delle rinunce; la timidezza spesso è frutto non già di menefreghismo, anzi, al contrario, è indice di timore del giudizio altrui, per cui si tende ad adattare i propri comportamenti a ciò che si ritiene sia più confacente alle altrui aspettative...può durare anni e anni. Ma le ombre prima o poi affiorano e portano all'isolamento perchè ci si rende conto di non poter essere come gli altri vogliono.
Gli altri, le persone cui tieni, saranno felici solo se tu sei felice...cerca di emanciparti dal giudizio altrui...e riscoprire la tua identità sicuramente più entusiasmante di quanto tu, ora, possa credere.
Vecchio 28-01-2008, 12:36   #11
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

....di tasselli fuori posto purtroppo ne ho più di qualcuno!!!
E comunque riguardo all'essere apatica e menefreghista mi riferivo piuttosto al modo in cui ho dato inizio a questa cosa e alla "trascuratezza" che fino a poco tempo fa ho avuto nei confronti di me stessa, delle persone e della vita in generale. Questa è una maschera che mi ha sempre contraddistinta: agli occhi degli altri io non apparivo, nella maggior parte dei casi, timida, ma piuttosto indifferente e distaccata. I professori al liceo mi hanno rimproverato per anni, nonostante i miei risultati scolastici, per questo tipo di atteggiamenti che non dimostravano nessuna partecipazione da parte mia e mancanza di interesse. E ti giuro che è un'argomento che veniva fuori spesso, soprattutto ai colloqui con i genitori, e io non dico che ero felice, però mi sentivo sicuramente meglio dietro la maschera da "superdonna" che avevo. Per la serie nulla mi turba e nulla mi entusiasma....
E' vero anche che questo tipo di muro che avevo costruito mi ha permesso per anni di non fare i conti con la timidezza, non perchè non ci fosse, ma perchè io non ne soffrivo nè sentivo il bisogno di risolverla, in quanto avevo trovato il mio schema di rapporti con gli altri. E di conseguenza quando qualche mattone ha cominciato a cadere, in seguito alle prime sconfitte, mi sono rivelata a me stessa per quella che sono: debole, timida, con un pessimo rapporto con me stessa e chi più ne ha più ne metta. E' stato come aprire il vaso di pandora, e certi giorni penso che sia comunque positivo, per quanto doloroso possa essere, perchè solo adesso sto imparando a conoscoscermi davvero e la conoscenza di sè è sempre alla base dell'accettazione e della fiducia in sè stessi.
L'unico rimpianto è che quel maledetto muro non sia caduto prima, magari duante l'adolescenza stessa, quando magari sarebbe stato più normale avere crisi d'identità....perchè ad avere questa patologica paura di crescere a 26 anni, sinceramente, mi sento un pò ridicola!
Vecchio 28-01-2008, 14:57   #12
Esperto
L'avatar di thx1138
 

Quote:
Originariamente inviata da Lilly_e_ilVagabondo
Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
...ma c'è qualcuno che ce l'ha fatta DAVVERO a risolvere questo tipo di problema?
Più o meno la domanda che ho fatto al medico..mi ha risposto in modo indiretto..dicendomi che se nn ci si impegna reimparando a mettersi in gioco..la certezza è che si peggiora.
Non essere così pessimista, Lilly. L'importante è farsi aiutare per ritrovare la voglia di ripartire... Più facile a dirsi che a farsi, lo so, ma è un dovere provarci, credo.

ciao

rob
Vecchio 28-01-2008, 19:22   #13
Intermedio
L'avatar di caffeineaddicted
 

Quote:
caffeineaddicted ha scritto:
Cerca almeno di leggere le ultime righe, penso il succo sia tutto lì...sempre se non è troppo disturbo!

OK, ho letto tutto.....e la risposta è che per te non c'è proprio nessuna speranza.
Goditi il tempo che ti resta, poco o tanto che sia, e spera il meglio...
Ma quando te l'hanno dato l'Oscar di uente più simpatico del forum? Perchè te l'hanno dato vero? Altrimenti bisogna assolutamente rimediare... :lol:
E comunque grazie per il tentativo di sdrammatizzare...mi rendo conto che la pesantezza con cui si affrontano certi argomenti non aiuta :wink:


Quote:
Lilly_e_ilVagabondo ha scritto:
caffeineaddicted ha scritto:
...ma c'è qualcuno che ce l'ha fatta DAVVERO a risolvere questo tipo di problema?


Più o meno la domanda che ho fatto al medico..mi ha risposto in modo indiretto..dicendomi che se nn ci si impegna reimparando a mettersi in gioco..la certezza è che si peggiora.


Non essere così pessimista, Lilly. L'importante è farsi aiutare per ritrovare la voglia di ripartire... Più facile a dirsi che a farsi, lo so, ma è un dovere provarci, credo.
Sono pienamente d'accordo con tutto, soprattutto con il fatto che è un dovere, un atto d'amore nei confronti di noi stessi che purtroppo ci amiamo così poco!
Vecchio 28-01-2008, 20:16   #14
Esperto
L'avatar di Vento_del_Sud
 

Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
L'unico rimpianto è che quel maledetto muro non sia caduto prima, magari duante l'adolescenza stessa, quando magari sarebbe stato più normale avere crisi d'identità....perchè ad avere questa patologica paura di crescere a 26 anni, sinceramente, mi sento un pò ridicola!
A quell'età si è ben consapevoli dell' esistenza di un muro...Io l'ho percepito come una bomba ad ologeria che puntualmente è esplosa subito dopo la fine della scuola...In realtà quel muro non può cadere durante il periodo scolastico, perchè è il nostro piedistallo, è ciò che ci ha fatto credere di possedere un'identità, di essere "normali"...Nel mio caso, i rimproveri degli insegnanti non facevano altro che acquire il mio beato isolamento...Nel tuo, sarebbe un peccato non ultimare l'università per un solo esame...Datti questo obiettivo, e considera che hai vissuto esperienze significative come frequentare un gruppo e avere il ragazzo, per cui...non sei affatto un caso disperato, anzi... :wink:
Vecchio 28-01-2008, 20:38   #15
Principiante
L'avatar di Scorpione82
 

Hai mai pensato di farti aiutare da uno psichiatra/psicologo, io da quando vado anche solo una volta al mese dal mio, sto migliorando. X quanto riguarda l'età io di anni ne ho 25 quindi sei in buona compagnia.
Benvenuta nel forum!

P.S: magari il tuo nick non è un gran chè, xò in compenso hai un gran bel avatar, chi è?
Vecchio 28-01-2008, 21:50   #16
Principiante
L'avatar di Jolly_joker
 

Ti dirò che...non posso dirti se sei una socialfobica oppure no perchè, ormai, leggendo vari post e parlando con altri utenti, mi sono reso conto del fatto che...molti sostengono di esserlo (...sociofobici...), eppure son tutti abbastanza diversi l'uno dall'altro...presentano sintomi diversi...hanno diverse difficoltà nel socializzare...addirittura, alcuni, sembra siano felicemente fidanzati.
Quindi...da questo momento in poi dichiaro cancellato, dal mio cervello, il concetto di "fobia/ansia sociale" che credevo di conoscere...(...perchè, evidentemente, non posso aver idea di cosa, la FS, sia...e questo perchè una definizione oggettiva, a quanto pare, non esiste...)......e la sostituisco con una X (...come fece Malcolm X col suo cognome...).
X è la mia fobia sociale...quella degli altri non la conosco...ma, certamente, è diversa dalla mia...e X è questo: una terribile...insopportabile...fortissima ansia in situazioni sociali (...almeno all'inizio...); normalmente (...l'intensità dell'ansia varia a seconda della persona, del posto, dell'umore...e altro...), quando sto per incontrare un essere umano sconosciuto, comincio (...a volte già da qualche giorno prima...) a sentire una forte irrequietezza: sento il cuore che aumenta fastidiosamente il ritmo; la testa mi si riempie di preoccupazioni, pregiudizi e previsioni pessimiste (...catastrofismo...); comincio (...soprattutto le braccia...) a tremare vistosamente (...ma, in situazioni sociali, riesco a nasconderlo...); la bocca mi si secca; mi si contraggono con forza i muscoli cervicali...tanto che, dopo poco, comincio a sentirli indolenziti; nei casi di ansia estrema...posso arrivare al sentirmi svenire e ad impallidire (...divento proprio bianco...); sento sempre come una forte tensione nella testa...come se qualcosa mi stesse gonfiando il cervello ma, la mia zucca, ne impedisse l'espansione; i suddetti, molteplici, problemi fanno sì che incontri notevoli difficoltà nel conoscere persone e nel vivere serenamente con loro...questo ha dato origine, in me e qualche anno fa, ad una non lieve depressione...a causa della quale devo far un uso costante di un antidepressivo (Zoloft); per tenere "a bada" (...dalle mie parti direbbero "a botta"...) l'ansia, inoltre, devo usare anche un farmaco ansiolitico...che, purtroppo, può portare alla dipendenza da benzodiazepine (l'Alprazolam)...ovviamente seguo una terapia psichiatrica (...da circa 3 anni...).........e questo è tutto credo. (cit.)
Questa è la mia X.
Se sei simile a me...allora non so dire se sei sociofobica...ma, molto probabilmente, sei X.
Inviterei anche gli altri a descrivere le loro...chiamatele X, Y, Z...Pippo...:]...fate voi.
Ciau.
Vecchio 28-01-2008, 22:28   #17
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
...sono cresciuta in campagna
Già questo potrebbe spiegare molte cose
...scusa, ma che significa? Io il collegamento non ce lo vedo, piuttosto penso che quello che può spiegare molte cose è il rapporto con i genitori e quello che riescono a comunicare ai figli. Poi non ha importanza il posto dove un bambino cresce, io dell'infanzia ho dei ricordi bellissimi e penso che se un giorno dovessi avere anche io dei figli li vorrei crescere fuori città. Piuttosto il problema è: chi mi dice che io riuscirò ad essere un genitore diverso da quelli che ho avuto? Non perchè sono stati cattivi genitori, per carità, però sicuramente afflitti dall'incapacità di comunicare quell'amore gratificante di cui i bambini hanno bisogno,per motivi che vanno dal semplice pudore al fatto che a loro stessi non era stato insegnato. Chi mi dice che io riuscirò a spezzare questa spirale? Se qualcuno me lo assicurasse, penso che potrei crescere i miei figli anche in mezzo al deserto del Sahara!
Io lo vedo così, ma parlo per esperienza personale. Anch'io sono nato e cresciuto (cresciuto è una parola grossa) in un milieu provinciale (non dico campagna perché ormai hanno cementificato tutto tra allargamenti delle strade, alta velocità e rotonde) e non ne ho mai percepito i vantaggi. Sicuramente c'è più tranquillità, la qualità dell'aria è migliore, c'è meno frenesia, ma non sono questi gli elementi che creano difficoltà nei contatti umani. In un contesto ristretto quale può essere un paese di mille abitanti è difficile selezionare amicizie e frequentazioni, o si mangia la minestra o si salta la finestra. Differenziare qualitativamente le proprie conoscenze è cosa ardua dal momento che le opportunità relazionali sono numericamente limitate e darsi alla selettività può significare il più completo isolamento in genere. Oltretutto qualsiasi pretesa di diversità nei gusti, nell'abbigliamento, negli interessi, viene sistematicamente bollata come eccentrica e deviante. Non a caso si dice "scemo del villaggio" e non certo scemo della città.
Ecco perché, dal mio punto di vista, vivere in un contesto provinciale, significa sottoporsi ad un bombardamento assiduo di conformismo e omologazione.
Vecchio 03-02-2008, 03:40   #18
Avanzato
L'avatar di Pride5
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley
ormai hanno cementificato tutto tra allargamenti delle strade, alta velocità e rotonde
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