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Vecchio 21-02-2016, 02:17   #1
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Prima ho trovato questo su you tube, di sicuro già l'avete visto in tanti, l'ho trovato cmq interessante, anche se la maggior parte delle cose già si sanno
Vecchio 21-02-2016, 15:53   #2
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..........
Vecchio 21-02-2016, 16:05   #3
Roy
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Non ho visto il video. Non so cosa sia la fobia sociale, non conosco il significato di ansia, non so se quella che viene definita fobia sociale abbia qualcosa a che vedere con me, non so se quella che viene definita ansia sia ciò che provo io.
Come vedi non conosco il significato di molte cose. Non conosco il risultato di 2+2.
Certe cose accadono. Semplicemente accadono.
E non sono sempre il prodotto di qualcosa.

Risolvendo un tuo problema, risolvi uno dei tuoi problemi. Gli altri rimangono e vanno affrontati singolarmente. Io la vedo così. E continuo a dare un certo valore a quel bicchiere pieno.

(Non bevete).
Vecchio 21-02-2016, 16:15   #4
Avanzato
L'avatar di coyotezen
 

interessante....l'ho sentito tutto. molto pratico e molto diretto al problema e anche spunti utili...
mi ha fatto riflettere sul solito tema che non voglio prendere in esame: mettermi in gioco ed espormi un po' di più...poi anche se mi viene il panico pazienza...di certo con la testa sotto la sabbia nulla cambierà mai!
Vecchio 21-02-2016, 16:34   #5
Avanzato
L'avatar di slowdive
 

L'ho ascoltato qualche tempo fà, in effetti dice cose interessanti ma mi è sembrato una sorta di spot di una comunità di stampo fortemente cattolico.
Immagino che i casi di persone affette da FS che sono affetti da alcolismo e droghe siano una minoranza fortunatamente
Vecchio 21-02-2016, 16:59   #6
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Troppo lungo, necessario riassunto.

Comunque, l'argomento mi sta a cuore, perché come ho raccontato in diversi episodi (e non sono stato il sole) grazie all'alcol sono riuscito a ridurre drasticamente la mia ansia sociale e a sviluppare tardivamente quella competenza comunicativa necessaria a relazionarsi agli altri in un piano di parità (body language, convenzioni espressive, "galateo" -nel senso di educazione, modi di fare-, ecc.).

Torno a ripetere che non promuovo un uso sconsiderato di alcol (anzi non promuovo l'uso di alcol tout-court, va valutato da caso a caso). Quello che voglio dire è che avevo introiettato un rifiuto molto radicale verso gli alcolici e chi beveva, da ragazzo. Ma quando ho messo in discussione questo rifiuto, ho scoperto una sostanza socialmente accettabile che semplifica alcune relazioni in determinati contesti sociali.

Quello che mi ha aiutato veramente non è stato l'alcol, ma la perdurante interazione sociale, che mi ha portato dai miei 20 ai miei 25 anni a uscire ogni sabato sera e spesso anche altri giorni. Imparando a uscire anche da solo se serviva, ad attaccare bottone con altri avventori dei locali dove andavo, a capire come intraprendere una conversazione, come si salutano le persone, come le si guarda negli occhi, ecc.
L'alcol ha solo permesso che io facessi queste cose senza che mi esplodesse la testa per gli incessanti pensieri che da perfettamente sobrio avrei avuto.

Negare che l'alcol abbia, in soggetti non astemi, questa capacità di rallentare i pensieri, è falso. Così come è falso automatizzare un passaggio dal consumo occasionale di alcol all'alcolismo.
A differenza di altre sostanze psicotrope, la dipendenza all'alcol è abbastanza difficile da prendere, e basta sapersi regolare nel consumo per non rischiare di abusarne.

Il mio percorso oltretutto ha previsto l'utilizzo di alcol in luoghi (come i locali notturni, benché alternativi), dove esso era socialmente accettato. E' ovvio che se una persona vuole imparare a socializzare in altri tipi di contesti dove l'alcol non è convenzionalmente ammesso, non dovrà usare alcolici lì. Bere durante un turno di volontariato o prima di una lezione di recitazione non è una cosa di buon senso.

Così come è ovvio che ad un certo punto sarà necessario capitalizzare eventuali miglioramenti sociali ottenuti nei contesti alcolici, frequentando situazioni distinte dove invece l'alcol non è solitamente in uso.


Il punto è crearsi l'abitudine di uscire e interagire con gli altri, in modo da esercitarsi continuamente. Inizialmente si possono usare soprattutto contesti dove ci si trova più a proprio agio (e nel mio caso i locali alternativi sono serviti allo scopo), e poi, mano a mano, provare anche nei posti dove è più difficoltoso per noi.
Ringraziamenti da
Nidjek0 (21-02-2016)
Vecchio 21-02-2016, 17:48   #7
Esperto
 

caro Marco,io sono uscita tutti i sabati e le domeniche dai 15 anni ai 24 e la mia fobia sociale si è aggravata.
D'altra parte tu ti sei definito non fobico sociale,quindi non puoi sapere quale sia la soluzione, non essendo neanche psicologo/chiatra/canalista
Vecchio 21-02-2016, 18:01   #8
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
caro Marco,io sono uscita tutti i sabati e le domeniche dai 15 anni ai 24 e la mia fobia sociale si è aggravata.
D'altra parte tu ti sei definito non fobico sociale,quindi non puoi sapere quale sia la soluzione, non essendo neanche psicologo/chiatra/canalista
Forse non sei riuscita a capitalizzare i tuoi sforzi in quanto anziché cercare di coglierne gli aspetti positivi ti sei concentrata costantemente su quelli negativi.

Come adesso, anziché concentrarti sul fatto che io ho raccontato una storia di speranza che potrebbe aiutare qualcuno (non tutti, ovvio), ti concentri sul fatto che appunto potrebbe non essere applicabile nel caso specifico x. Senza contare che, dal momento che tu non sai la mia situazione (a prescindere dalle mie dichiarazioni, che lasciano il tempo che trovano, dal momento che la mia cartella di quando andavo dalla strizza ai tempi non ho mai potuta leggerla), neanche tu puoi sapere quanto può essere giusta o sbagliata la mia soluzione.

Io non ti invidio, vivere immersa in tanta negatività deve procurare ben altro che emicranie.
Se ti sforzassi di vedere il positivo negli altri, e smettessi di sentirti attaccata sempre (ce l'avevo una frecciatina per te da scrivere nel post, ma l'ho cancellata prima di pubblicare proprio per quieto vivere), vivresti meglio. Non arrivo a dirti che potrebbe essere una cura, ma se ti sforzi a diventare un pelo più fiduciosa nelle intenzioni altrui, non alimenterai quelle profezie autoavveranti dove gli altri ti attaccano e tu li attacchi di rimando.
Vecchio 21-02-2016, 18:17   #9
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
Forse non sei riuscita a capitalizzare i tuoi sforzi in quanto anziché cercare di coglierne gli aspetti positivi ti sei concentrata costantemente su quelli negativi.

Come adesso, anziché concentrarti sul fatto che io ho raccontato una storia di speranza che potrebbe aiutare qualcuno (non tutti, ovvio), ti concentri sul fatto che appunto potrebbe non essere applicabile nel caso specifico x. Senza contare che, dal momento che tu non sai la mia situazione (a prescindere dalle mie dichiarazioni, che lasciano il tempo che trovano, dal momento che la mia cartella di quando andavo dalla strizza ai tempi non ho mai potuta leggerla), neanche tu puoi sapere quanto può essere giusta o sbagliata la mia soluzione.

Io non ti invidio, vivere immersa in tanta negatività deve procurare ben altro che emicranie.
Se ti sforzassi di vedere il positivo negli altri, e smettessi di sentirti attaccata sempre (ce l'avevo una frecciatina per te da scrivere nel post, ma l'ho cancellata prima di pubblicare proprio per quieto vivere), vivresti meglio. Non arrivo a dirti che potrebbe essere una cura, ma se ti sforzi a diventare un pelo più fiduciosa nelle intenzioni altrui, non alimenterai quelle profezie autoavveranti dove gli altri ti attaccano e tu li attacchi di rimando.
ci sono persone fautrici del pensiero positivo e altre che non se la raccontano, purtroppissimo io faccio parte di queste.
Il punto qui comunque è che non mi piace sentir parlare di soluzioni per la fs chi non è fobico,non è vederti in modo positivo o negativo, se uno che ha un mal di testa ogni mese mi viene a dire che ha trovato la soluzione, magari in un'aspirina,che gli devo dire,grazie del tuo punto di vista?
Poi,sembra sempre che uno non si impegni,ma tu che ne sai della fatica che faccio io?Non ti sembrerà, ma ne faccio tanta.Fin da quando ero ragazzina sono andata contro la fs stando in mezzo alla gente anzichè chiudermi in casa a fare l'hikikomori,poi ho provato a lavorare, ci provo tutti i giorni , è stata dura, ma non ho sconfitto la fs.Mi sento sempre come un ritardato mentale che deve lavorare alla NASA, le miei reazioni sono sempre peggio.A certi livelli si può solo conviverci, cercando di crearsi la zona comfort.
Ne ho conosciute di persone solounpotimide che dicono sì,ti capisco,anch'io ho avuto paura a guidare/parlare in pubblico/ lavorare, ma poi con la volontà e l'impegno ce l'ho fatta.Come se la discriminante fra noi fosse appunto la forza di volontà e l'impegnarsi tanto.Questo,se ci credi,ti fa sentire in colpa."Perchè loro sì e io no?Dove ho sbagliato?".Invece la differenza sostanziale è che la loro è timidezza,la tua è fobia sociale, genetica o molto radicata non lo so, ma non è colpa mia se non la supero.Se fosse stata lieve l'avrei superata, perchè io mi ci sono messa,e se mi lamento ho ragione a farlo.Un malato terminale di tumore o un bambino del terzo mondo mi può dire che sono troppo negativa e lo accetto,non certo tu.
Lo so che è pieno OT, mi scuso ma certe cose da qualche parte vanno dette,e riaffermate.
Vecchio 21-02-2016, 19:00   #10
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Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
Troppo lungo, necessario riassunto.

Comunque, l'argomento mi sta a cuore, perché come ho raccontato in diversi episodi (e non sono stato il sole) grazie all'alcol sono riuscito a ridurre drasticamente la mia ansia sociale e a sviluppare tardivamente quella competenza comunicativa necessaria a relazionarsi agli altri in un piano di parità (body language, convenzioni espressive, "galateo" -nel senso di educazione, modi di fare-, ecc.).

Torno a ripetere che non promuovo un uso sconsiderato di alcol (anzi non promuovo l'uso di alcol tout-court, va valutato da caso a caso). Quello che voglio dire è che avevo introiettato un rifiuto molto radicale verso gli alcolici e chi beveva, da ragazzo. Ma quando ho messo in discussione questo rifiuto, ho scoperto una sostanza socialmente accettabile che semplifica alcune relazioni in determinati contesti sociali.

Quello che mi ha aiutato veramente non è stato l'alcol, ma la perdurante interazione sociale, che mi ha portato dai miei 20 ai miei 25 anni a uscire ogni sabato sera e spesso anche altri giorni. Imparando a uscire anche da solo se serviva, ad attaccare bottone con altri avventori dei locali dove andavo, a capire come intraprendere una conversazione, come si salutano le persone, come le si guarda negli occhi, ecc.
L'alcol ha solo permesso che io facessi queste cose senza che mi esplodesse la testa per gli incessanti pensieri che da perfettamente sobrio avrei avuto.

Negare che l'alcol abbia, in soggetti non astemi, questa capacità di rallentare i pensieri, è falso. Così come è falso automatizzare un passaggio dal consumo occasionale di alcol all'alcolismo.
A differenza di altre sostanze psicotrope, la dipendenza all'alcol è abbastanza difficile da prendere, e basta sapersi regolare nel consumo per non rischiare di abusarne.

Il mio percorso oltretutto ha previsto l'utilizzo di alcol in luoghi (come i locali notturni, benché alternativi), dove esso era socialmente accettato. E' ovvio che se una persona vuole imparare a socializzare in altri tipi di contesti dove l'alcol non è convenzionalmente ammesso, non dovrà usare alcolici lì. Bere durante un turno di volontariato o prima di una lezione di recitazione non è una cosa di buon senso.

Così come è ovvio che ad un certo punto sarà necessario capitalizzare eventuali miglioramenti sociali ottenuti nei contesti alcolici, frequentando situazioni distinte dove invece l'alcol non è solitamente in uso.


Il punto è crearsi l'abitudine di uscire e interagire con gli altri, in modo da esercitarsi continuamente. Inizialmente si possono usare soprattutto contesti dove ci si trova più a proprio agio (e nel mio caso i locali alternativi sono serviti allo scopo), e poi, mano a mano, provare anche nei posti dove è più difficoltoso per noi.
Beh da come stai dicendo tu, e come se dicessi che l'alcol aiuta, sono uno che non dico che bevo tantissimo, ma durante la settimana vado bevendo alcolici, specie nelle mie rare uscite, ma onestamente non e che ho risolto qualcosa, anzi nulla....mi serve di tanto in tanto a staccare un po dai mie pensieri negativi e stare un po più spensierato....ma alla fine bevo o non bevo la situazione quella e, è quella resta.....bere di tanto in tanto se a uno piace ok, ma non bisogna di certo esagerare...se si comincia a bere tutti i giorni la strada per diventare un alcolista non e poi cosi lontana.
A me la parte che mi ha colpito molto del video e quando dice che se una pianta e cresciuta storta, quando si e arrivati ad una certa età purtroppo non cè modo di raddrizzarla, ci si deve accettare cosi come si e....come del resto mi ha fatto capire, intuire lo psichiatra, che dalla fs purtroppo non se ne esce, forse si può solo migliorare un po.....il problema e che io sarei pure disposto ad accettarmi cosi come sono, il fatto e che sono tutti gli altri, la maggior parte di persone a non accettarmi.....e quindi e difficile riuscire stare bene con se stessi, avere una vita normale, un lavoro e tutto il resto....quindi se uno ha sta maledetta fobia sociale che cosa dovrebbe fare?
Ringraziamenti da
claire (21-02-2016)
Vecchio 21-02-2016, 19:21   #11
Esperto
 

Oh madonna hai postato un culto praticamente
Vecchio 21-02-2016, 19:56   #12
Principiante
L'avatar di Nidjek0
 

-

Ultima modifica di Nidjek0; 10-09-2021 a 22:11.
Vecchio 21-02-2016, 20:01   #13
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Quote:
Originariamente inviata da Alex88 Visualizza il messaggio
A me la parte che mi ha colpito molto del video e quando dice che se una pianta e cresciuta storta, quando si e arrivati ad una certa età purtroppo non cè modo di raddrizzarla
Già all'inizio non mi piaceva la forte impronta religiosa del narratore, ma vabbè, i fanatismi politici e/o religiosi sono sempre in agguato.. ma poi quando ho sentito quella roba della pianta ho chiuso stizzito il video.
Vecchio 21-02-2016, 21:32   #14
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Vorrei fare una precisazione:

io ho solo raccontato la mia storia. Non dico a nessuno di fare come ho fatto io (se volete, fatelo, se non vi sembra sensato, non fatelo), non giudico chi fa altro, chi non fa niente, chi si fa una lampada ed è apposto e chi invece rimane a casa chinato in posizione fetale e geme.
Cioé, ognuno c'ha i cazzi suoi, e il mio messaggio non è indirizzato a far sentire una merda chi non ci si riconosce. Sul serio, ognuno c'ha i cazzi suoi.

Se a qualcuno può servire la mia esperienza, io la condivido. E' la mia esperienza, stop.
Vecchio 21-02-2016, 21:37   #15
Esperto
L'avatar di Wrong
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
caro Marco,io sono uscita tutti i sabati e le domeniche dai 15 anni ai 24 e la mia fobia sociale si è aggravata.
Te dovei berte un goto.
Ringraziamenti da
claire (21-02-2016)
Vecchio 21-02-2016, 21:39   #16
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Wrong Visualizza il messaggio
Te dovei berte un goto.
lo go anca bevù, e gnente...
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