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Vecchio 19-12-2014, 00:41   #1
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Un'impressione frequente che ho è che ho sempre voluto essere diverso dagli altri. Ripensandoci però credo che non sia stato così: hanno voluto che fossi diverso.
Adesso vorrei continuare a essere tale rispetto agli altri perchè ci ho preso gusto ma allo stesso tempo non assolvere al ruolo di diversità che mi hanno dato.
Insomma mi serve una diversità diversa ma non so più cosa essere per prendere le distanze da riferimenti diversi e in buona parte contrastanti.
Essere se stessi? E che significa? Alla fine nessuno è libero di essere qualcosa a caso, ognuno ha a disposizione dei binari che divergono verso percorsi differenti, ma possono essere pochi e al di fuori di essi non si può andare.
Quello che temo è che questi binari alla fine si uniscano in unico percorso che porta alla fossa.
Varrà la pena rassegnarsi già da adesso? E COME rassegnarsi?

Ultima modifica di alien boy; 19-12-2014 a 13:03. Motivo: errori da stato confusionale
Vecchio 19-12-2014, 09:41   #2
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Un pò astratto come discorso ...diverso riguardo che cosa? Quali sono i binari a cui ti riferisci?
Comunque io direi che bisogna scegliere fra i binari che si hanno a disposizione quello che a sè stessi sembra più congeniale sotto i vari punti di vista e uniformarsi o comunque conoscere il modo di essere e vivere degli altri quel minimo necessario per non aver problemi nel vivere in società e volendo poterli frequentare.
Vecchio 19-12-2014, 11:35   #3
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Adesso vorrei continuare a non essere uguale agli altri perchè ci ho preso gusto ma allo stesso tempo non assolvere al ruolo di diversità che mi hanno dato.
Quel non confonde non poco la frase.
Intendevi, forse, "a essere diverso pur non rispettando il ruolo di diversità"?
Allora la frase avrebbe un senso.

Rassegnarsi, a cosa?
Per come la vedo io, è proprio la "rassegnazione" che dovrebbe "dare una sorta di spinta".
Se non t'importa più di nulla, nulla è più un problema, e nulla dovrebbe rappresentare un ostacolo.

Ultima modifica di utopia?; 19-12-2014 a 11:37.
Vecchio 19-12-2014, 12:55   #4
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Quote:
Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
Un pò astratto come discorso ...diverso riguardo che cosa? Quali sono i binari a cui ti riferisci?
Comunque io direi che bisogna scegliere fra i binari che si hanno a disposizione quello che a sè stessi sembra più congeniale sotto i vari punti di vista e uniformarsi o comunque conoscere il modo di essere e vivere degli altri quel minimo necessario per non aver problemi nel vivere in società e volendo poterli frequentare.
Scusa l'astrazione ma è un modo che mi viene più comodo da usare per parlare di questioni in cui mi sento coinvolto.
Scegliere la strada a sè più congeniale in realtà significa scegliere quella praticabile (forse unica) che ti porta comunque vicino a un'accettazione rassegnata di molte cose che avresti voluto superare.
Per il conformarsi agli altri uno dei problemi consiste nel fatto che hai magari maturato un certo 'fastidio' nei confronti di chi ti ha giudicato in un certo modo o da cui ti sei sentito giudicato (erroneamente?) che hai una forte resistenza nel farlo.
E poi gli altri non sono un'entità unica, ci sono contesti di un tipo e contesti di un altro, ed è, immagino, necessario mantenere una personalità integra e non separata a secondo delle persone con cui ti rapporti.

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Quel non confonde non poco la frase.
Intendevi, forse, "a essere diverso pur non rispettando il ruolo di diversità"?
Allora la frase avrebbe un senso.

Rassegnarsi, a cosa?
Per come la vedo io, è proprio la "rassegnazione" che dovrebbe "dare una sorta di spinta".
Se non t'importa più di nulla, nulla è più un problema, e nulla dovrebbe rappresentare un ostacolo.
Sì volevo scrivere 'a essere non uguale', ho sbagliato, correggo.
Sulla rassegnazione: non riesco a fare una cosa, accetto il fatto, ma questo non implica che non mi importa più di niente. E' come quando uno ha una malattia inguaribile, accetta il fatto, ma comunque vivrà giorno per giorno di fronte alla sua condizione svantaggiata e per questo ne soffrirà.
Vecchio 19-12-2014, 13:10   #5
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Sulla rassegnazione: non riesco a fare una cosa, accetto il fatto, ma questo non implica che non mi importa più di niente. E' come quando uno ha una malattia inguaribile, accetta il fatto, ma comunque vivrà giorno per giorno di fronte alla sua condizione svantaggiata e per questo ne soffrirà.
Tralasciando esempi volutamente esagerati.
Il tuo "essere o comunque sentirti diverso", di cui stiam parlando ora, è uno svantaggio per te?
In cosa ti rende svantaggiato, in pratica?
Amore, amicizia, lavoro?
Vecchio 19-12-2014, 13:28   #6
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Tralasciando esempi volutamente esagerati.
Il tuo "essere o comunque sentirti diverso", di cui stiam parlando ora, è uno svantaggio per te?
In cosa ti rende svantaggiato, in pratica?
Amore, amicizia, lavoro?
Se mi porti fuori dall'astrazione vado in difficoltà. Comunque anche tu mi sembra che non prediliga la praticità dai discorsi che fai.
Sì essere diverso è uno svantaggio. Prima di tutto nel lavoro che infatti non trovo. Sicuramente nelle relazioni sentimentali (che non so cosa siano). E complica le cose anche nell'amicizia.
Quindi dirai: allora perchè non conformarsi? Vedi risposta data nel mio ultimo post (nella prima parte)

Ultima modifica di alien boy; 19-12-2014 a 13:31.
Vecchio 19-12-2014, 13:47   #7
Esperto
L'avatar di Drifter
 

L'utente medio di questo forum (e dei forum simili) possiede entrambi gli atteggiamenti estremi; o senso di colpa, o attribuzione di tutte le colpe agli altri (o alle altre)
Ringraziamenti da
Moonwatcher (19-12-2014)
Vecchio 19-12-2014, 13:50   #8
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
Se mi porti fuori dall'astrazione vado in difficoltà. Comunque anche tu mi sembra che non prediliga la praticità dai discorsi che fai.
Sì essere diverso è uno svantaggio. Prima di tutto nel lavoro che infatti non trovo. Sicuramente nelle relazioni sentimentali (che non so cosa siano). E complica le cose anche nell'amicizia.
Quindi dirai: allora perchè non conformarsi? Vedi risposta data nel mio ultimo post (nella prima parte)
E' proprio per tornare meglio sull'astrazione che ti ho chiesto un parere "pratico".

L'obiettivo nostro suppongo sia il "vivere al meglio", ovviamente dal "nostro" punto di vista.
"Sottomettersi" al conformismo è invece degradante per sè stessi. Significa adottare un punto di vista non nostro.

Già il solo fatto di considerarsi "diversi" potrebbe forse indicare una sorta di "accettazione" delle convenzioni che vedono l'esistenza della diversità nelle persone (in comportamento mentalità eccetera) come un fatto "anomalo".

E il "crearsi problemi" a riguardo, mi pare un fatto ben pratico.

Uno dovrebbe muoversi in totale volontà. Per quanto sia stato detto che la stessa volontà sia considerabile un fatto ben poco "oggettivo", penso sia l'unica cosa che, insieme alla consapevolezza, possa portare al poter evitare problemi del tipo qui presentati semplicemente gestendo al meglio (attraverso quelle due per l'appunto) le varie situazioni nella quale, si pensa, "la diversità" potrebbe portare problemi.

Per sintetizzare.
Fin quando sei consapevole di quello che fai e fin quando pensi che quel che stai facendo vada bene e sia accettabile per te stesso, puoi benissimo "ignorare" le convenzioni basate per l'appunto su quella sorta di "conformismo" che porta "l'anomalia" ad esser considerata tale.

La cosa più importante è il quieto vivere.

Ora forse mi dirai "ciò non toglie i problemi che ho elencato, del tipo "amicizia lavoro eccetera".
Quei problemi non sono altro (dal mio punto di vista) che situazioni da gestire al meglio e come meglio riteniamo opportuno.
Niente di più.
Vecchio 19-12-2014, 13:52   #9
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Ma che è sta storia del senso di colpa adesso?
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