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Vecchio 21-06-2015, 16:39   #41
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
perdonare, tollerare, smontare l'ego, non trascurarsi.
4 cose che io invece dovrei aumentare, a parte l'ultima che và a giorni.
Comunque mi fa piacere che grazie anche (soprattutto?) all'aiuto di un genitore tu stia rialzando la testa.
Può essere una risposta a chi dice che i genitori non fanno altro che deprimere, mettere i bastoni frà le ruote, inibire, colpevolizzare e giudicare...e se fossimo noi che vedessimo sempre il male nelle parole dei nostri genitori, mentre spesso il loro intento è un altro?
Ogni famiglia fà storia a sè, ma sforziamoci anche ogni tanto di vedere aldilà dell'intento che appare quando mamma e papà ci dicono qualcosa.
Vecchio 21-06-2015, 16:43   #42
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Originariamente inviata da Crystal Visualizza il messaggio
4 cose che io invece dovrei aumentare, a parte l'ultima che và a giorni.
Comunque mi fa piacere che grazie anche (soprattutto?) all'aiuto di un genitore tu stia rialzando la testa.
Può essere una risposta a chi dice che i genitori non fanno altro che deprimere, mettere i bastoni frà le ruote, inibire, colpevolizzare e giudicare...e se fossimo noi che vedessimo sempre il male nelle parole dei nostri genitori, mentre spesso il loro intento è un altro?
Ogni famiglia fà storia a sè, ma sforziamoci anche ogni tanto di vedere aldilà dell'intento che appare quando mamma e papà ci dicono qualcosa.
Ti ringrazio molto per le tue parole. Mi rendo conto di essermi comportato abbastanza male in questo post, e ciò dimostra proprio un buco nei miei principi che devo riempire. Probabilmente devo mettere al primo posto in assoluto la comprensione e l'identificazione nel problema del prossimo.

A mio parere i genitori sono una risorsa di informazioni importantissima, perché non si deve mai sottovalutare 50, 60 anni di esperienza umana
In generale tutti possono essere delle risorse importanti, secondo me, basta saper vedere le cose positive in giro, come dici tu
Ringraziamenti da
cancellato8738 (21-06-2015)
Vecchio 21-06-2015, 16:46   #43
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Credo di potervi dare una mano.
Ci vuole parecchia superbia e tracotanza a credere una cosa del genere.
Vecchio 21-06-2015, 16:51   #44
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Ti ringrazio molto per le tue parole. Mi rendo conto di essermi comportato abbastanza male in questo post, e ciò dimostra proprio un buco nei miei principi che devo riempire. Probabilmente devo mettere al primo posto in assoluto la comprensione e l'identificazione nel problema del prossimo.

A mio parere i genitori sono una risorsa di informazioni importantissima, perché non si deve mai sottovalutare 50, 60 anni di esperienza umana
In generale tutti possono essere delle risorse importanti, secondo me, basta saper vedere le cose positive in giro, come dici tu
Non ti sei comportato male. Il tuo tono (se così si può definire in un forum dove si scrive...) poteva risultare "da superiore", ma l'intento era buono.
Quando si è con un piede fuori dal baratro si percepiscono un pò meno i disagi che ci affliggevano (e meno male, per buona pace dell'umore) per cui l'empatia con chi stà male e ha un problema similare al nostro viene meno. E' facile sbagliare tono e apparire più forte più "capace" e magari sminuire chi ci è dentro (non'è il tuo caso) è la cosa più facile che può succedere quando si prova a spiegare come ce la si è fatta...lo sò perchè è successo anche a me.
Vecchio 21-06-2015, 17:14   #45
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Sono anch'io una persona, se ti ho offeso in qualche modo ciò non giustifica la logica occhio per occhio.
Uffa, lo sapevo che dovevo specificare!
Non intendevo assolutamente sminuirti, il botta e risposta era fine a sé stesso.
Infatti ero indeciso se aggiungere una breve spiegazione, ma ovviamente ho fatto la scelta sbagliata, a quanto pare -_-
Vecchio 21-06-2015, 18:10   #46
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
A mio parere, almeno stando al mio post su cosa spaventa l'utenza della socialità, molti utenti di questo forum sono o sono stati vittime di un male che io definirò "disagio sociale".
Il disagio sociale ha vari sintomi, nei quali probabilmente gran parte di noi si riconoscerà:

1. I rapporti con gli altri vengono concepiti come poco interessanti;
2. Solo alcuni rapporti ben selezionati sono bene accetti;
3. Il giudizio è applicato in maniera poco equilibrata, spesso troppo impietosa verso se stessi;
4. La fuga in qualche attività, che sia sportiva, intellettuale o ricreativa, viene vista come una salvezza stabilizzante;
5. I rapporti sociali vengono visti come una minaccia per l'integrità del proprio ego;
6. C'è una forte identificazione tra il disagio e la vittima del disagio (della serie: io non mi avvicino agli altri perché sono fatto in questo modo e sto bene così).
7. In presenza di altre persone, specialmente poco conosciute o poco stimate, la nostra mente può andare in subbuglio portando ad ulteriori disagi psichici di varia natura, soprattutto disturbi d'ansia come il DOC;
8. I criteri adottati nella valutazione delle persone e di sé sono largamente oggettivi, in maniera molto più esasperata del normale;
9. Un rapporto che non sia (quasi) sicuramente eterno viene visto come fasullo e fine a se stesso;
10. Si vedono conformismi, mode, usi come qualcosa da respingere.
E tanto altro.

Il disagio sociale è un male universale, dove "universale" è da intendersi come prescindente da elementi specifici della persona. Tutti gli utenti che hanno risposto al mio topic ( http://www.fobiasociale.com/cosa-vi-...9665/pagina-5/ ) riportano la stessa sintomatologia, indipendentemente dall'età, dal sesso, dall'occupazione, dalla storia personale. Identificare le cause di questo male con qualcuno di questi fattori individuali probabilmente porterà fuori strada.

Il disagio sociale non siamo noi. Fra i sintomi del disagio sociale c'è l'identificazione del soggetto con esso: evidentemente, chi entra in uno stato d'ansia in presenza della maggior parte degli individui del globo starà meglio da solo e di conseguenza crede che ciò sia caratteristico della sua persona. Non è così. Ci sono persone più o meno solitarie, più o meno chiacchierone: un eremita in salute, però, non lamenta ansia in presenza di altre persone. Un eremita in salute gradisce una visita, ne riconosce l'importanza ma trascorre la maggior parte del suo tempo da solo. E' fatto così di carattere. Ad esempio buona parte dei ragazzi sono molto più "eremiti" delle ragazze; è piuttosto raro vedere un gruppo di uomini fare comunella per 2 ore. Ciò non pregiudica il loro stato di salute.

Noi invece stiamo male in presenza delle persone. Il nostro vero carattere è diverso e quello vero è privo di ansia in qualsiasi situazione. Ad esempio, io mi sono accorto che superando il disagio sociale sono una persona chiacchierona, a cui piace intrattenere attività di molti tipi con molte persone (chiaramente non tutti...), morigerato sì ma senza eccessi. Quando ero vittima del disagio sociale invece credevo di voler frequentare solo poche persone perché mi identificavo con tale disagio.

Come si supera il disagio sociale? Ci sto riflettendo.
Bella analisi. Sono piuttosto concorde. Una frase che una volta ho letto in un libro e mi ha colpito è stata che se c'è disagio non c'è libertà, finchè il disagio persiste non possiamo nemmeno scegliere liberamente che cosa ci piace, che cosa no, che cosa vorremmo fare, e finiamo per essere "plagiati" dalla paure, con il rischio di perdere chi siamo.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Un eremita magari è in salute perché non desidera proprio avere delle cose che si ricavano da certi contatti sociali (un eremita ad esempio, desidera per caso avere relazioni sessuali? ), visto che se n'è andato a vivere su una montagna suppongo di no.

Io delle cose le desidero dalla socialità, il problema è che certe altre invece mi infastidiscono molto e non ho trovato ancora il sistema per ottenere le prime ed evitare le seconde.

Ad esempio vorrei avere relazioni sessuali e una serie di contatti intimi, ma per avere questo (in linea di principio) devo comunque sottostare ad una serie di consuetudini, cure della persona e del corpo, forme di competizione e corteggiamento alle quali non sono mai riuscito ad adattarmi davvero.
Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro... Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.

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Originariamente inviata da Mortino Visualizza il messaggio
Il disagio sociale si supera semplicemente essendo più forti. Buona parte delle persone sofferenti soffrono perché sono degli smidollati e dei piagnoni.
Non sono per nulla d'accordo. Casomai si inizia a superare il disagio essendo più flessibili, meno rigidi. Non è mai una questione di forza. La buona parte dei sofferenti, soffre perchè non ha trovato un modo efficace per uscire dalla sofferenza, perchè si è abituato ad essa, e ha paura di abbandonare questa sicurezza.

Quote:
Originariamente inviata da Mortino Visualizza il messaggio
No no... non c'è nessuna soluzione. Le soluzioni sono per i deboli che non riescono a reggere il ritmo e che vorrebbero che tutto si risolva per poter smettere appunto di dover essere forti. Invece non c'è nessun punto di arrivo. Colui che è forte ed è sopravvissuto ogni giorno fra le difficoltà, deve fare ancora un pizzico di sforzo in più per arrivare a non lamentarsene. A quel punto è a posto.
Essere forti significa non avere bisogno di credere e sperare in future soluzioni.
Non c'è soluzione al disagio sociale? CI sono persone che l'hanno superato, se lo sono inventate?

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Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
Ci vuole parecchia superbia e tracotanza a credere una cosa del genere.
Ma perchè chi cerca nel suo piccolo, con i suoi limiti (siamo umani) di aiutare, dare consigli, viene visto come arrogante? Questo forum è solo per lamentarsi del proprio dolore?
Vecchio 21-06-2015, 18:14   #47
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Originariamente inviata da Blimunda Visualizza il messaggio

Ma perchè chi cerca nel suo piccolo, con i suoi limiti (siamo umani) di aiutare, dare consigli, viene visto come arrogante? Questo forum è solo per lamentarsi del proprio dolore?
Non lo so nemmeno io perché. So solo che mi dà questa sensazione in questo caso.
No, il forum non deve essere solo per lamentarsi, anzi.
Vecchio 21-06-2015, 18:17   #48
Principiante
 

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Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
Non lo so nemmeno io perché. So solo che mi dà questa sensazione in questo caso.
No, il forum non deve essere solo per lamentarsi, anzi.
Mi sbaglierò ma sembra che in queste circostanze, il tono non sia mai giusto...
Vecchio 22-06-2015, 08:03   #49
XL
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Originariamente inviata da fluviale
Questo atteggiameneto mi sembra senza via d'uscita. Voglio quello che hanno gli altri ma lo voglio senza fare nulla per averlo..
Permettimi la semplificazione ma è come se volessi essere pagato per non svolgere nessun lavoro... Poi se proprio proprio vuoi avre rapporti sessuali il modo di averli senza corteggiamento, competizione ecc, lo si trova. Chat, siti d'incontri.
Io ho compreso che certe cose mi infastidisco, via d'uscita o meno, è così...
Per ottenere rapporti sessuali non mercenari con siti di incontri e senza corteggiamento non ho le competenze sociali né l'avvenenza che ci vorrebbe per riuscirci.

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Il mio concetto di globalità non ha niente a che vedere con la statistica

Vediamo se riesco a chiarire la differenza fra individuale e globale.
Allora, mettiamo che nel mondo ci siano 10 persone. Ciascuna di queste persone si autoproduce il cibo, si ripara l'impianto elettrico, installa pannelli solari per l'energia, eccetera. Stanno tutti bene? Se sì, questo è un benessere individuale. Separato. Isolato.

Se invece ci sono 10 persone, dove alcune riparato gli impianti elettrici degli altri, dove alcune forniscono l'acqua ad altre, dove alcune coltivano il cibo per altre. Se tutti ricevono e tutti danno, allora questo è un benessere globale. Di gruppo. Basato sulla dazione.

Il secondo benessere è più stabile perché nel caso ci manchi una risorsa possiamo contare sul sostegno reciproco e sul fatto che qualcun altro avrà quella risorsa. Inoltre è bello dare, no?
Ma se a noi stessi che siamo in difficoltà ci viene ripetuto in continuazione che i nostri problemi dobbiamo risolverli noi...
Da cosa deduci che siamo noi ad auspicarci che non si verifichi una situazione del genere?

Certo che se ci sono forme di cooperazione vantaggiose per tutti è meglio, ma se gli altri tentano di fregarti?
Non è uno scenario che necessariamente non si verificherà (quello in cui l'altro tenta di fregarti), e nel prendere una qualsiasi decisione bisogna tenerne conto.
Il dilemma del prigioniero pone una serie di problemi veramente complicati da risolvere...

La cooperazione conviene se cooperano tutti, ma se non c'è questa cooperazione non conviene più al singolo cooperare.
Ecco riporto questo giochino qua... Probabilmente lo conosci già...

https://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero

Dal punto di vista razionale non si può escludere lo scenario in cui l'altro non coopera... E come si risolve questa cosa?

Secondo me non è detto che dare fiducia sia una strategia necessariamente vincente o che aumenterà il guadagno (perché poi dipenderà dalla scelta dell'altro la riuscita o meno del piano).

Se un amico ti chiede 5000 euro (e tu li possiedi) e ti promette che te li restituirà sicuramente e te ne darà 500 in più entro un mese, tu che fai, gli dai fiducia o no?
In base a quel che hai scritto prima dovremmo darglieli tranquillamente i 5000 euro, casomai avessimo questa somma da parte?
Credendo che tutto andrà bene...
O no?
Perché poi praticamente bisogna prendere delle decisioni in situazioni del genere.


Dipende da tutto il contesto la riuscita di un piano del genere e dalla stima probabilistica che facciamo in relazione alla possibilità di esser fregati. Sinceramente nel contesto in cui vivo io dare fiducia in automatico per me è risultato abbastanza svantaggioso, io ora dò fiducia in modo molto limitato là dove ci sono una serie di garanzie, perché ho preso delle misure di sicurezza.

Una volta detti un passaggio ad una persona che aveva detto che si trovava in difficoltà (pensando che se mi trovavo io in una situazione così sarebbe stato bello che un altro si fosse preoccupato per me) però poi questa persona mi rapinò minacciandomi con un coltello. Dopo questa esperienza non dò più passaggi tanto facilmente a degli sconosciuti che dicono di trovarsi in difficoltà per svariati motivi.
In tal senso non coopero più se non ci sono delle garanzie (che verifico preventivamente). Così io mi difendo, ma trovo che sia anche giusto farlo.

Mi si chiede a me di cambiare? E il contesto in cui vivo, non dovrebbe cambiare anche questo affinché riesca questo piano?
Se dopo che ho aperto gli occhi da un bel po' mi accorgo che vivo in un mondo in cui c'è una sperequazione enorme, in cui ci sono forme di competizione a diversi livelli per accaparrarsi qualcosa e così via, secondo te ha senso dare tutta questa fiducia all'altro?

Io osservo, ed in base a quel che osservo vedo che le sarde si mangiano le alici. E da alice tutta questa fiducia di non esser magiata da una sarda non la dò più.

Ultima modifica di XL; 22-06-2015 a 08:50.
Vecchio 22-06-2015, 09:20   #50
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Io ho compreso che certe cose mi infastidisco, via d'uscita o meno, è così...
Per ottenere rapporti sessuali non mercenari con siti di incontri e senza corteggiamento non ho le competenze sociali né l'avvenenza che ci vorrebbe per riuscirci.
Cos'è quel quote? lol

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se a noi stessi che siamo in difficoltà ci viene ripetuto in continuazione che i nostri problemi dobbiamo risolverli noi...
Da cosa deduci che siamo noi ad auspicarci che non si verifichi una situazione del genere?
Non è che non ce lo auspichiamo... sostanzialmente non ci crediamo affatto, perché tendiamo a non avere fiducia nel prossimo, e puntiamo su tutt'altro.
(Scusami se ti rispondo a pezzi, temo di non ricordarmi tutto quello che hai scritto altrimenti)

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Certo che se ci sono forme di cooperazione vantaggiose per tutti è meglio, ma se gli altri tentano di fregarti?
Non è uno scenario che necessariamente non si verificherà (quello in cui l'altro tenta di fregarti), e nel prendere una qualsiasi decisione bisogna tenerne conto.
Il dilemma del prigioniero pone una serie di problemi veramente complicati da risolvere...
Certo, qualcuno che cercherà di fregarti ci sarà. E' per questo che esiste un sistema di giustizia, per questo esistono i controlli di qualità, eccetera.
Il sistema di cooperazione funziona bene se conosci a sufficienza tutti i componenti del tuo gruppo sociale; se affidi qualsiasi cosa nelle mani di chiunque, allora naturalmente rischierai di essere fregato. Però devi considerare che la maggior parte delle persone agiscono in buona fede, e non viceversa, quindi sarebbe un peccato non credere a dei meccanismi positivi che comunque si verificano ogni giorno, nel quotidiano.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
La cooperazione conviene se cooperano tutti, ma se non c'è questa cooperazione non conviene più al singolo cooperare.
Ecco riporto questo giochino qua... Probabilmente lo conosci già...

https://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero

Dal punto di vista razionale non si può escludere lo scenario in cui l'altro non coopera... E come si risolve questa cosa?

Secondo me non è detto che dare fiducia sia una strategia necessariamente vincente o che aumenterà il guadagno (perché poi dipenderà dalla scelta dell'altro la riuscita o meno del piano).

Se un amico ti chiede 5000 euro (e tu li possiedi) e ti promette che te li restituirà sicuramente e te ne darà 500 in più entro un mese, tu che fai, gli dai fiducia o no?
In base a quel che hai scritto prima dovremmo darglieli tranquillamente i 5000 euro, casomai avessimo questa somma da parte?
Credendo che tutto andrà bene...
O no?
Perché poi praticamente bisogna prendere delle decisioni in situazioni del genere.


Dipende da tutto il contesto la riuscita di un piano del genere e dalla stima probabilistica che facciamo in relazione alla possibilità di esser fregati. Sinceramente nel contesto in cui vivo io dare fiducia in automatico per me è risultato abbastanza svantaggioso, io ora dò fiducia in modo molto limitato là dove ci sono una serie di garanzie, perché ho preso delle misure di sicurezza.

Una volta detti un passaggio ad una persona che aveva detto che si trovava in difficoltà (pensando che se mi trovavo io in una situazione così sarebbe stato bello che un altro si fosse preoccupato per me) però poi questa persona mi rapinò minacciandomi con un coltello. Dopo questa esperienza non dò più passaggi tanto facilmente a degli sconosciuti che dicono di trovarsi in difficoltà per svariati motivi.
In tal senso non coopero più se non ci sono delle garanzie (che verifico preventivamente). Così io mi difendo, ma trovo che sia anche giusto farlo.

Mi si chiede a me di cambiare? E il contesto in cui vivo, non dovrebbe cambiare anche questo affinché riesca questo piano?
Se dopo che ho aperto gli occhi da un bel po' mi accorgo che vivo in un mondo in cui c'è una sperequazione enorme, in cui ci sono forme di competizione a diversi livelli per accaparrarsi qualcosa e così via, secondo te ha senso dare tutta questa fiducia all'altro?

Io osservo, ed in base a quel che osservo vedo che le sarde si mangiano le alici. E da alice tutta questa fiducia di non esser magiata da una sarda non la dò più.
Quello che dici è sostanzialmente una forte mancanza di fiducia verso il prossimo. Quello che dico io è molto intuitivo, non intendo metterci un ragionamento di tipo probabilistico/di calcolo dietro perché comunque non funzionerebbe molto bene... Non ho un tale cervello direi

Ti faccio l'esempio della società del mio paese. Luogo: biblioteca.
In biblioteca ci sono dei miei amici che lavorano, direi piuttosto bene. Se gli fai una domanda rispondono, se gli chiedi un favore lo attuano, se chiedi un prestito interbibliotecario si impegneranno affinché l'altra biblioteca collabori.
Non tutto però è rose e fiori. Il comune paga poco queste persone per il lavoro che svolgono, i convegni culturali non vengono incoraggiati, e tanto altro.

Supponiamo di adottare la strategia della sfiducia: il comune lo taglio fuori, non ci interagisco più per nessun motivo. Niente più eventi culturali, anzi, niente più biblioteca, visto che la sua esistenza dipende dal comune.
Evidentemente non è la strada migliore.

Si potrebbe invece provare a negoziare con il comune, partendo dalla buona fede (magari il comune non si rende conto che la paga è troppo bassa considerando la mole di lavoro e il livello di specializzazione di chi lavora lì ) e gli si fa presente il problema. Anche supponendo che anche stavolta il comune possa non collaborare, se abbiamo successo abbiamo evitato di mandare a monte il progetto biblioteca e il servizio per i cittadini continua.

Ora, uno si può tranquillamente domandare cosa ciò abbia a che fare con la fobia sociale.
Beh, quando si è prede della fobia sociale non ci si fida quasi mai e gli altri vengono spesso visti come qualcuno da evitare. Mi sbaglio? Correggimi se sbaglio. Quando ho delle crisi, vedo tutto abbastanza nero, ogni difetto mi sembra enorme, ogni atto di ingiustizia mi sembra imperdonabile.
Invece, io dico che questo modo di vedere il mondo può provocare degli enormi danni a se stessi non solo per l'isolamento, ma anche per la mancanza di fiducia nel fatto che gli altri ci possono volere assai bene. Pensa a questo: io ho fiducia che 20 persone, che realmente mi possono voler bene, mi vogliono bene. Una di loro magari non mi dà quanto speravo, ma le altre 19 sì, e quindi si crea un circolo virtuoso fantastico.

Io capisco perfettamente che molte persone non ispirino questa grande fiducia, infatti fino a poco tempo fa non gliela davo, però per estensione spesso non si dà fiducia a tantissime persone che invece la meritano e questa è una grossa privazione che facciamo a noi stessi. Dobbiamo dare agli altri la possibilità di pensare agli altri, tra cui a noi stessi.
Vecchio 22-06-2015, 09:23   #51
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Quote:
Originariamente inviata da PazzoGlabroKK Visualizza il messaggio
Uffa, lo sapevo che dovevo specificare!
Non intendevo assolutamente sminuirti, il botta e risposta era fine a sé stesso.
Infatti ero indeciso se aggiungere una breve spiegazione, ma ovviamente ho fatto la scelta sbagliata, a quanto pare -_-
Scusa
Comunque tranquillo, non mi sono offeso, ma chiarire è meglio che lasciare le cose fare
Vecchio 22-06-2015, 09:30   #52
Esperto
 

Io vorrei capire come si passa dalla presa di consapevolezza e razionalizzazione del problema, all'agire per risolverlo.Come, concretamente, si cambiano i processi e gli schemi mentali.

Io sono fermamente convinta a livello razionale di molti concetti (quelli giusti,buoni, che portano a "star bene"),ma continuo a rosicare, soffrire, evitare, fare le stesse cose di sempre, comportarmi con me stessa e con la gente nello stesso modo, quello che ha rovinato la mia socialità e mi fa star male.
Non voglio dire che è così e basta e non si può far nulla; ma vorrei capire cos'è che devo fare a parte convincermi.Qual è il passaggio che mi manca?
Vecchio 22-06-2015, 09:43   #53
Banned
 

Ciao claire
Ti espongo la mia esperienza nella speranza di poterti aiutare.
Allora, partiamo da una mia esperienza negativa: mi innamorai di una ragazza che però non condivideva affatto il mio sistema valoriale profondo, almeno nei suoi comportamenti. Mi innamorai di lei in quanto di grande profondità intellettuale. Tuttavia lei di nascosto mi prendeva in giro, apertamente mi scherniva. Mi diceva addirittura che non aveva intenzione di stringere rapporti con nessuno, se non lo reputava estremamente interessante.

La storia finì male, naturalmente, e cessai di interagire con questa ragazza.
Però capii una cosa. Partendo dal presupposto che in amore vogliamo una persona che sia almeno compatibile col nostro modo di pensare, ho capito che tutto ciò che diceva non era compatibile col mio modo di pensare profondo. La freddezza, il distacco, lo scherno, l'isolamento intellettuale, erano cose che non mi si confacevano. E di riflesso pensai: se io mi isolassi, non sarei forse tutto ciò che non sono?

Ho quindi iniziato a cercare ragazze che si comportassero diversamente. Ne ho incontrata una, ci ho interagito molto e a lungo e tramite di lei (anche se è finita male) ho capito quale è il mio ideale di persona. E' un ideale opposto rispetto alla prima ragazza. Dopo aver capito appieno questo ideale, mi sono impegnato per realizzarlo e ho subito riscontrato dei miglioramenti.

Quindi il mio consiglio può essere quello di osservare le altre persone, capire cosa desideriamo realmente, nelle nostre viscere, tramite il feeling che proviamo, l'ammirazione pura, benefica. E poi cercare di imitare queste persone di esempio e vedere i risultati...
Vecchio 22-06-2015, 09:48   #54
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Ciao claire
Ti espongo la mia esperienza nella speranza di poterti aiutare.
Allora, partiamo da una mia esperienza negativa: mi innamorai di una ragazza che però non condivideva affatto il mio sistema valoriale profondo, almeno nei suoi comportamenti. Mi innamorai di lei in quanto di grande profondità intellettuale. Tuttavia lei di nascosto mi prendeva in giro, apertamente mi scherniva. Mi diceva addirittura che non aveva intenzione di stringere rapporti con nessuno, se non lo reputava estremamente interessante.

La storia finì male, naturalmente, e cessai di interagire con questa ragazza.
Però capii una cosa. Partendo dal presupposto che in amore vogliamo una persona che sia almeno compatibile col nostro modo di pensare, ho capito che tutto ciò che diceva non era compatibile col mio modo di pensare profondo. La freddezza, il distacco, lo scherno, l'isolamento intellettuale, erano cose che non mi si confacevano. E di riflesso pensai: se io mi isolassi, non sarei forse tutto ciò che non sono?

Ho quindi iniziato a cercare ragazze che si comportassero diversamente. Ne ho incontrata una, ci ho interagito molto e a lungo e tramite di lei (anche se è finita male) ho capito quale è il mio ideale di persona. E' un ideale opposto rispetto alla prima ragazza. Dopo aver capito appieno questo ideale, mi sono impegnato per realizzarlo e ho subito riscontrato dei miglioramenti.

Quindi il mio consiglio può essere quello di osservare le altre persone, capire cosa desideriamo realmente, nelle nostre viscere, tramite il feeling che proviamo, l'ammirazione pura, benefica. E poi cercare di imitare queste persone di esempio e vedere i risultati...
Scusa....ma da come la metti tu ora, sembra che la soluzione alla FS sia trovare la fidanzata ideale...e di imitare il partner o la persona desiderata...scusa ma mi perdo.
Vecchio 22-06-2015, 09:50   #55
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Scusa....ma da come la metti tu ora, sembra che la soluzione alla FS sia trovare la fidanzata ideale...e di imitare gli altri...scusa ma mi perdo.
Hai perfettamente ragione. Purtroppo la mia esperienza è stata molto complessa e sono entrati in gioco molti fattori che non ho avuto modo di inserire in quel post.
Adesso apro un topic che spiega in maniera completa tutta la mia esperienza, così se avrai voglia potrai leggerlo... va bene?
Vecchio 22-06-2015, 09:51   #56
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Hai perfettamente ragione. Purtroppo la mia esperienza è stata molto complessa e sono entrati in gioco molti fattori che non ho avuto modo di inserire in quel post.
Adesso apro un topic che spiega in maniera completa tutta la mia esperienza, così se avrai voglia potrai leggerlo... va bene?
Va bene esponi pure, ma non so se hai capito quello che chiedevo...
Vecchio 22-06-2015, 10:36   #57
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Va bene esponi pure, ma non so se hai capito quello che chiedevo...
Esprimevi dubbi sul fatto che la nostra fobia implica un forte disagio verso ciò che gli altri sono, verso il fatto che gli altri sembrano essere più di noi, e quindi sembrerebbe una contraddizione provare ad imitarli perché potremmo divenirne succubi. Giusto?

Se è così, la contraddizione si risolve nel seguente modo: il rifiuto del proprio ego. Che importa se io sono imperfetto e qualcuno può insegnarmi qualcosa? L'importante sarebbe tendenzialmente sentirci più a nostro agio. Se ciò deriva dall'apprendimento da altre persone questo non dovrebbe costituire un problema, a patto che abbiamo smantellato a sufficienza la chiusura nel nostro ego.
Vecchio 22-06-2015, 10:43   #58
Banned
 

per me fate male a sottovalutare l'importanza di una relazione sentimentale nel disagio sociale , a volte faccio fatica a seguirvi : mi domando ma cos'è che volete veramente ? avere 100 amici tipo quelli del gelato Sammontana sulla spiaggia ? O quelli della barca equilibrium aia in mezzo al mare che si divertono un sacco ?
a meno di non avere gravi problemi di FS tipo aver paura ad uscire di casa , prendere il treno e così via , per molti interagire con gli altri significa semplicemente avere una ragazza e qualche amico fidato , non certo diventare socialoni
Vecchio 22-06-2015, 10:55   #59
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
per me fate male a sottovalutare l'importanza di una relazione sentimentale nel disagio sociale , a volte faccio fatica a seguirvi : mi domando ma cos'è che volete veramente ? avere 100 amici tipo quelli del gelato Sammontana sulla spiaggia ? O quelli della barca equilibrium aia in mezzo al mare che si divertono un sacco ?
a meno di non avere gravi problemi di FS tipo aver paura ad uscire di casa , prendere il treno e così via , per molti interagire con gli altri significa semplicemente avere una ragazza e qualche amico fidato , non certo diventare socialoni
Non sottovaluto nulla, per me l'importante sarebbe star bene nelle relazioni sociali che intrattengo in quanto cittadina del mondo, che siano amicizie strette, fidanzati, conoscenti, la cassiera del supermercato, il collega di lavoro, i passanti,le amicizie virtuali.
Che io viva in solitudine o da socialona non importa, mi importa smettere di soffrire dentro alla mia vita.
Vecchio 22-06-2015, 10:59   #60
Esperto
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Esprimevi dubbi sul fatto che la nostra fobia implica un forte disagio verso ciò che gli altri sono, verso il fatto che gli altri sembrano essere più di noi, e quindi sembrerebbe una contraddizione provare ad imitarli perché potremmo divenirne succubi. Giusto?

Se è così, la contraddizione si risolve nel seguente modo: il rifiuto del proprio ego. Che importa se io sono imperfetto e qualcuno può insegnarmi qualcosa? L'importante sarebbe tendenzialmente sentirci più a nostro agio. Se ciò deriva dall'apprendimento da altre persone questo non dovrebbe costituire un problema, a patto che abbiamo smantellato a sufficienza la chiusura nel nostro ego.
Io ho sempre cercato di imitare gli altri e ancora lo faccio.Questo mi ha portato nella situazione in cui mi trovo, di evitamento pesante.
Probabilmente perché l'ho fatto nel modo sbagliato,seguendo il tuo ragionamento.
Allora il problema sarebbe lo smantellamento del mio ego...e qui mi perdo ancora.
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