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Vecchio 25-02-2017, 12:24   #1
Esperto
L'avatar di Aree
 

Vi lascio il link di un articolo che trovo molto interessante, corrisponde alle conoscenze che ho acquisito nel tempo anche se, essendo un articolo di una pagina, non può che essere molto generico. E' uno spunto per riflettere e sapere cosa ne pensate.

Io trovo che quello che viene detto sia giusto e ci trovo anche una spiegazione per la fatica di molti nell'interazione con gli altri. Penso che la mia fobia sia nata come conseguenza di un passato assimilabile a quello spiegato nel link, cioè mancanza di un buon modello affettivo -> impossibilità di replicare un buon modello affettivo con l'altro-> rifiuti ripetuti da parte dell'altro perchè si trova spiazzato di fronte ai miei "modi" strambi e inaspettati -> sviluppo dell'ansia di interagire nelle occasioni successive per paura di nuovi fallimenti nelle relazioni e quindi abbassamento dell'autostima, convinzioni disadattive, svalutazione degli altri come metodo di difesa fino alla fobia dell'interazione con l'altro.

Io credo che nessuno nasca fobico...le situazioni della vita ci portano ad essere incapaci e l'incapacità diventa blocco.

Penso anche che la situazione non sia priva di via d'uscita, mi trovo d'accordo con un pezzo della risposta di una ragazza all'unico commento sotto l'articolo, dice che con nuove esperienze si può comunque imparare ad amare (io lo leggo come "saper interagire in modo sano con gli altri grazie ad un nuovo modello e grazie alla dimostrazioni che negano numerose convinzioni e rompono alcuni schemi mentali").

Quanti si rivedono in questo articolo e se non è nata così la vostra fobia cosa pensate (perchè non è detto sia così) l'abbia generata?


Ecco il link
http://psiche.org/articoli/quando-ba...para-ad-amare/

Non quotate, grazie
Ringraziamenti da
Yumenohashi (25-02-2017)
Vecchio 25-02-2017, 14:50   #2
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Penso che il passato vada lasciato dove si trova è inutile rimuginare la rabbia e le delusioni.

Amare è istintivo se non avviene, il motivo è presente cioè non abbiamo ancora incontrato chi ci vuole bene veramente.
Vecchio 25-02-2017, 15:17   #3
Esperto
L'avatar di super unknown
 

La fobia & Co. Nasce dal pensare troppo, di media gli estroversi pensano relativamente poco e in modo concreto, e come quegli uomini o donne che pensano di essere strafighi solo perchè hanno un egocentrismo stellare e, grazie a quella "illusione, convinzione", hanno la fidanzata/o che vogliono.

Ultima modifica di super unknown; 25-02-2017 a 16:26.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (25-02-2017), Sole77 (25-02-2017)
Vecchio 25-02-2017, 15:21   #4
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Sicuramente c'è qualche spunto che può far nascere riflessioni giuste.
Non possono che essere spunti, perché poi l'elaborazione di queste passaggi dipende dal proprio vissuto e ognuno se la deve fare per sé.
Vecchio 25-02-2017, 15:54   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
La fobia & Co. Nasce dal pensare troppo, di media gli estroversi pensano relativamente poco e in modo concreto, e come quegli uomini o donne che pensano di essere strafighi solo perchè hanno un egocentrismo stellare e, grazie a quella "illusione, convinzione" hanno la fidanzata/o che vogliono.
Che poi non è detto che pensare sempre porti ad avvicinarsi al concetto giusto. Magari si pensa e si ripensa (come faccio io :-)) ma si arriva a conclusioni sbagliate.
Ringraziamenti da
Yumenohashi (25-02-2017)
Vecchio 25-02-2017, 16:21   #6
Banned
 

Concordo con l'articolo nel mio caso.
Ho gia' scritto in questo forum in altre occasioni del rapporto
anaffettivo verso mia madre, e di un qualcosa che e' andato storto con lei.
Vecchio 25-02-2017, 18:51   #7
Esperto
L'avatar di Aree
 

Quote:
Originariamente inviata da Noriko Visualizza il messaggio
Penso che il passato vada lasciato dove si trova è inutile rimuginare la rabbia e le delusioni.
Sono d'accordo con te, però problemi come fobie e ansie nascono da qualcosa e spesso per superarle è necessario diventare consapevoli di cosa le ha generate per poter elaborare e andare avanti rinnovati


Quote:
Originariamente inviata da Noriko Visualizza il messaggio
Amare è istintivo se non avviene, il motivo è presente cioè non abbiamo ancora incontrato chi ci vuole bene veramente.
L'amore non ha la stessa forma per tutti, o meglio, non sempre l'amore (vero) viene espresso in modo sano (ad esempio una madre troppo pressante)

Quote:
Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
La fobia & Co. Nasce dal pensare troppo, di media gli estroversi pensano relativamente poco e in modo concreto
E il pensare troppo nasce da qualcosa, no? E' una forma di ossessività che sicuramente non è innata

Quote:
Originariamente inviata da no-body Visualizza il messaggio
Concordo con l'articolo nel mio caso.
Ho gia' scritto in questo forum in altre occasioni del rapporto
anaffettivo verso mia madre, e di un qualcosa che e' andato storto con lei.
Già, qualcosa che è andato storto
Ringraziamenti da
Noriko (25-02-2017)
Vecchio 25-02-2017, 20:44   #8
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

"Se un bambino viene amato impara ad amare, se viene trascurato impara a trascurare."
Ho letto con piacere l'articolo e mi ritrovo in tutte le problematiche che sono scritte..

Non sono in grado di amare ma ancora di più non sono in grado di sentire un sentimento.. è ancora peggio non riesco a percepire un mio bisogno...

Per me tutte le persone sono uguali.Tra 100 persone tutte hanno la stessa faccia,tutti sono migliori e stare col primo o con l'ultimo a me non cambia nulla.
Razionalmente riconosco i miei genitori,miei parenti,capo al lavoro e tutti gli altri..Ma a livello emotivo tutti mi trasmettono la stessa cosa:
NULLA.

L'unico un po' diverso è mio fratello.

Non so amare,non so voler bene agli altri ma soprattutto a me stesso..
Ringraziamenti da
Noriko (25-02-2017)
Vecchio 25-02-2017, 20:48   #9
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Quote:
Originariamente inviata da ....1877246

L'amore non ha la stessa forma per tutti, o meglio, non sempre l'amore (vero) viene espresso in modo sano (ad esempio una madre troppo pressante)
Nessuno è perfetto. Comunque grazie per avermi risposto.

Ultima modifica di Noriko; 25-02-2017 a 20:51.
Vecchio 25-02-2017, 21:37   #10
Banned
 

Il termine amore lo accantono visto i molteplici modi di intenderlo a livello individuale.

Sicuramente mi è mancato il modello affettivo di riferimento da parte dei miei genitori, specialmente di mia madre, fin dall'infanzia.
Nemmeno riferito a me nello specifico, pure tra loro i miei sono decisamente "freddi".

A questo aggiungi vicissitudini varie, non delle migliori, che mi hanno portato a essere compeltamente privo di qualsiasi punto fermo (che non fosse disfunzionale) in ambito affettivo.

Il cambiamento è avvenuto per mezzo di una terza persona, sì. Che mi ha fornito un modello relazionale da poter imitare.
E che più che altro mi ha proprio semplicemente mostrato di poter ricevere affetto ed essere in grado (un po' tanto a fatica, inzialmente) di manifestarlo.
una sorta di ruolo materno in differita di quasi una ventina d'anni, e vabhè.

Poi è andata com'è andata e di strada prima di sviluppare qualcosa che assomigli ad un vivere decentemente la dimensione affettiva ne ho dovuta fare parecchia, tra altri errori e ricadute.
Avendolo vissuto sulla mia pelle, sono abbastanza certo si possa rompere un "blocco" anche attraverso i modelli che l'altra persona offre. Poi da questi ripartire costruendosenee nel tempo uno proprio.
Il punto è sempre quello di permettere all'altro di mettere in atto questo cambiamento, la necessaria rinuncia ad una parte di ego.
Se hai passato molto tempo a costruirti un'identità di un certo tipo e difenderla attivamente è un casino accettare ( internamente, non tanto razionalmente) che un'altra persona ti "plasmi".
Vecchio 08-09-2017, 15:19   #11
Intermedio
L'avatar di tonna12
 

Quote:
Originariamente inviata da Aree Visualizza il messaggio
Vi lascio il link di un articolo che trovo molto interessante, corrisponde alle conoscenze che ho acquisito nel tempo anche se, essendo un articolo di una pagina, non può che essere molto generico. E' uno spunto per riflettere e sapere cosa ne pensate.

Io trovo che quello che viene detto sia giusto e ci trovo anche una spiegazione per la fatica di molti nell'interazione con gli altri. Penso che la mia fobia sia nata come conseguenza di un passato assimilabile a quello spiegato nel link, cioè mancanza di un buon modello affettivo -> impossibilità di replicare un buon modello affettivo con l'altro-> rifiuti ripetuti da parte dell'altro perchè si trova spiazzato di fronte ai miei "modi" strambi e inaspettati -> sviluppo dell'ansia di interagire nelle occasioni successive per paura di nuovi fallimenti nelle relazioni e quindi abbassamento dell'autostima, convinzioni disadattive, svalutazione degli altri come metodo di difesa fino alla fobia dell'interazione con l'altro.

Io credo che nessuno nasca fobico...le situazioni della vita ci portano ad essere incapaci e l'incapacità diventa blocco.

Penso anche che la situazione non sia priva di via d'uscita, mi trovo d'accordo con un pezzo della risposta di una ragazza all'unico commento sotto l'articolo, dice che con nuove esperienze si può comunque imparare ad amare (io lo leggo come "saper interagire in modo sano con gli altri grazie ad un nuovo modello e grazie alla dimostrazioni che negano numerose convinzioni e rompono alcuni schemi mentali").

Quanti si rivedono in questo articolo e se non è nata così la vostra fobia cosa pensate (perchè non è detto sia così) l'abbia generata?


Ecco il link
http://psiche.org/articoli/quando-ba...para-ad-amare/

Non quotate, grazie
Ottimo topic , ho letto l'articolo .. però penso che anche un adulto che non viene amato ha poi problemi nell'amare di conseguenza gli altri .

Passare un periodo di depressione più o meno lunghi da adulti , inevitabilmente poi, porta a un periodo d'isolamento in cui non si viene amati, in questo periodo si ritorna ad avere tantissime paure che si mettono in pratica nel momento in cui ci si relaziona . Sono traumi emotivi che possono comparire sia da bambini ma anche da adulti .

In genere dopo periodi traumatici dovuti a depressioni , bisogna riabituarsi a stare con gli altri , a rieducare il cuore e la mente ad amare un'altra volta , sono percorsi delicati che richiedono molto pazienza . Prima o poi stando con gli altri e frequentando le persone con perseveranza arrivano le persone giuste in grado di far rinascere in noi la voglia di amare .

Ultima modifica di tonna12; 08-09-2017 a 15:26.
Vecchio 13-09-2017, 20:37   #12
Esperto
L'avatar di Aree
 

Quote:
Originariamente inviata da tonna12 Visualizza il messaggio
In genere dopo periodi traumatici dovuti a depressioni , bisogna riabituarsi a stare con gli altri , a rieducare il cuore e la mente ad amare un'altra volta , sono percorsi delicati che richiedono molto pazienza . Prima o poi stando con gli altri e frequentando le persone con perseveranza arrivano le persone giuste in grado di far rinascere in noi la voglia di amare .
Non è il mio caso, quello di arrivare all'età adulta "imparata" rispetto all'amore, ma sono convinta che anche quello che dici riguardo il re-imparare dopo un periodo off sia possibile...
brava, mi piace la speranza che hai comunicato in queste ultime righe
Vecchio 13-09-2017, 21:41   #13
Avanzato
 

proprio in questo periodo sto leggendo un libro ('La trama della vita. Come geni, cultura, tempo e destino determinano il nostro temperamento.' di J. Kagan) che conferma quanto letto nell'articolo: bambini con genitori affettivi, tendono a diventare più ansiosi e insicuri.
mi trovo d'accordo, avendo avuto anche gli stessi approcci sconfortanti, con quanto asserito dall'autrice della discussione.
nel mio caso, durante l'infanzia ho subito un allontanamento dai genitori, per causa di forza maggiore...probabilmente ho interiorizzato l'accaduto come un rifiuto, una mancanza di amore nei miei confronti...fatto sta che sono diventato quello che sono:introverso, insicuro, quasi sempre in solitudine, senza un rapporto affettivo.
i rifiuti in amore hanno lasciato il segno, non lo nego...anche perchè innescano effetti secondari che fatalmente portano a noi stessi, o meglio alla nostra (presunta) inadeguatezza, ecc...ecc... il cerhio si chiude a doppia mandata.
è vero anche, come sottolineato da un utente, bisogna lasciarsi indietro sia le vicende passate viste come l'origine del 'male' e sia le delusioni. infine smetterla con i rimuginii...
anche se questo, almeno da parte mia, è più facile a dirsi...infatti ve lo dico...
Ringraziamenti da
DownwardSpiral2 (13-09-2017), Mars TX (13-09-2017)
Vecchio 13-09-2017, 21:44   #14
Esperto
L'avatar di Equilibrium
 

Mi trovo molto d'accordo con la tua analisi.

Si può imparare ad amare però prima bisogna passare da se stessi
Vecchio 13-09-2017, 22:39   #15
Esperto
L'avatar di Demiurgo
 

Non saprei... quando penso ai miei nonni, genitori, zii e zie io credo di essere cresciuto con una famiglia unita e amorevole, ovviamente i miei hanno fatto alcuni passi falsi nel crescermi secondo me però non mi pare mi sia mai mancato l'amore

Eppure mi ritrovo in quell'elenco di comportamenti negativi che puntualizza nell'articolo
Vecchio 14-09-2017, 01:03   #16
Esperto
L'avatar di Guybrush
 

Non lo so, io ho molte delle caratteristiche descritte nell'articolo, però sono stato voluto bene da bambino.

A influenzarmi saranno stati i continui litigi dei miei, la freddezza e il senso di solitudine che ha sempre pervaso la mia famiglia e sicuramente la mancanza di amicizie e di stima da parte del "mondo esterno" fin da bambino.
Vecchio 14-09-2017, 06:24   #17
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

In questi articoli non spiegano mai però in cosa dovrebbe consistere concretamente amare un bambino. Se loro sanno come si fa ad amare un bambino e a non farlo diventare depresso o poco amabile da adulto, in qualsiasai modo sia fatto il bambino, che ci illuminino.
Per me capita in pratica che delle persone con certe caratteristiche (caratteriali o fisiche) vengono preferite più facilmente socialmente: il giochetto è abbastanza semplice e spietato.
In cocreto non si ha a che fare con un problema che è legato alla conoscenza, spesso si sa bene come si dovrebbe essere per risultare amabili e si sa bene anche quali sono le cose che si dovrebbero fare che poi spingerebbero gli altri a ricambiare in certi modi, il problema è legato al fatto che non si riesce ad esser fatti in questi modi o si arranca.
Visto che si è consapevoli di tutto questo perché poi non si agisce in certi modi?
Per me me non si agisce in certi modi perché agire in certi modi rappresenta comunque un costo che poi dovrà sostenere la persona specifica. Se il costo supera in termini psicologici i benefici nessuno farà mai nulla o adotterà un modello (che magari funziona con l'economia di un'altra persona ma non con la propria) anche se glielo forniscono.
Può essere anche che il modello non sia proprio assimilabile da quella persona.

Per questo per me le cose sono molto più complicate, un genitore che ha un bell'aspetto adotterà un certo modello per interagire con gli altri, risultare amabile e così via, se il figlio ha un brutto aspetto, anche avendo a disposizione questo modello qua... Non gli servirà a nulla perché nel suo caso non funzionerà.

Non è che il genitore non gli ha dato un modello relativo al dare amore e riceverlo, gliel'ha dato, ma l'altro non lo ha assimilato perché non poteva assimilarlo per i più svariati motivi.

Siamo tutti persone specifiche e più o meno diverse dalle altre, l'assimilare o meno modelli base per interagire dipende poi anche dalle caratteristiche di cui siamo dotati e da un mucchio di fattori.
L'idea che si dia un modello ad una persona e questa automaticamente lo assimili (come se fosse una tabula rasa) è sbagliata secondo me, anche in ambito educativo è sbagliata. E' sbagliata poi anche l'idea che esista un modello unico per interagire con gli altri che funzioni con tutti.

Per me non si sa nemmeno di sicuro se esistono modelli funzionanti per tutti. Osservare che altri hanno assimilato certi modelli non assicura mica che la cosa funzioni con tutti. Per caso qualcuno ha in mano una dimostrazione matematica per cui tutte le persone come dei numeri soddifano certi requisiti? A me sembra di no. Dimostrazioni del genere spesso non le si possiede nemmeno per i numeri figuriamoci per gli esseri umani.

La maggior parte dei bambini imparano a parlare ascoltando i genitori e altre figure contestuale, ma hanno già a monte un sistema funzionante per assimilare queste strutture abbastanza facilmente. Se piazzate una scimmia o un cane in una famiglia e in una comunità per quanto gli si parli e ripetano parole con pazienza, non assimileranno questi modelli qua, non riusciranno né a parlare né a comprendere il linguaggio umano come gli esseri umani. Magari ci sono sistemi per far comprendere certe parole ad una scimmia o ad un cane, ma saranno distinti dai sistemi che funzionano con gli esseri umani. Magari uno psicoanalista concluderebbe che non hanno imparato a parlare perché nessuno gli ha parlato quando erano cuccioli.

Un essere umano è diverso da un cane o una scimmia, ma è diverso in buona misura anche da altri esseri umani, non siamo identici. Una serie di modelli li assimilano quasi tutti, quello per parlare, camminare ecc. ecc. altri non è detto che vengano assimilati per i più svariati motivi. Può capitare comunque anche che non vengano assimilati i modelli linguistici (una forma di interazione base sociale) ma io non concluderei tanto facilmente che non sono stati assimilati perché sicuramente il genitore non ha mai parlato al figlio o chissà come lo ha trattato.

Ultima modifica di XL; 14-09-2017 a 15:35.
Vecchio 14-09-2017, 14:44   #18
Esperto
L'avatar di muttley
 

mancanza di un buon modello affettivo -> impossibilità di replicare un buon modello affettivo con l'altro-> rifiuti ripetuti da parte dell'altro perchè si trova spiazzato di fronte ai miei "modi" strambi e inaspettati -> sviluppo dell'ansia di interagire nelle occasioni successive per paura di nuovi fallimenti nelle relazioni e quindi abbassamento dell'autostima, convinzioni disadattive, svalutazione degli altri come metodo di difesa fino alla fobia dell'interazione con l'altro.

Tutto molto vero, in modo particolare la prima e l'ultima, spesso disattese e non riconosciute da chi ha problemi di egodistonia e mancata autoaccettazione e preferisce proiettare le cause di queste sulle presunte scorrettezze e imposizioni di chi è esterno da sé.
Vecchio 14-09-2017, 15:41   #19
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Tutto molto vero, in modo particolare la prima e l'ultima, spesso disattese e non riconosciute da chi ha problemi di egodistonia e mancata autoaccettazione e preferisce proiettare le cause di queste sulle presunte scorrettezze e imposizioni di chi è esterno da sé.
mancanza di un buon modello affettivo

Tutto molto vero, ma poi non può reggere la conclusione. Se è vero che manca questo modello affettivo, la mancanza di questo modello è una spiegazione ben diversa da quella moraleggiante-accusatoria che riporti sotto.
Compreso che manca un modello efficace, in ogni caso queste informazioni non ci dicono e fanno capire in nessun modo come costruirne uno che funzioni in un caso specifico (nemmeno si può dedurre se ne esiste uno), quindi si è capito ben poco in realtà.

Se una persona non avesse sviluppato certi anticorpi, sarebbe vero che a causa di questa mancanza verrebbe attaccata facilmente da agenti patogeni, ma detto questo non è mica chiaro come poter dare a questa persona un modello di protezione efficace.

Conoscere le cause a questi livelli non dà quasi nessuna informazione relativa a come produrre poi rimedi efficaci simili a quelli che adottano altre persone.

Si racconterebbe poi a chi ha scelto di mettere una tuta protettiva (per proteggersi dagli agenti patogeni visto che è sprovvista di anticorpi) che ha preferito fare questa cosa qua piuttosto che riconoscere il problema, supponendo che la soluzione fosse chiara e a portata di mano.
Ma cosa c'entra?
La persona che indossa la tuta sa che a differenza di altri non ha anticorpi ma è proprio per questo indossa la tuta. Questo livello di conoscenza non dà alcuna informazione utile per risolvere il problema in modo molto simile agli altri.

In linea di principio si potrebbe risolvere anche sterminando tutti gli agenti patogeni o riducendone l'impatto negli ambienti che verranno usati per vivere. Non è che una cosa esclude l'altra, sono connesse.

Non è che si è attaccatti da un agente patogeno soltanto a causa della mancanza di anticorpi, prima di tutto deve esserci un agente patogeno per essere attaccati. Ovviamente se si possiedono certi anticorpi queste cose non risulteranno molto dannose o pericolose, ma è relativa la cosa, non assoluta.

Una metafora per far comprendere la complessità del problema.

Ultima modifica di XL; 14-09-2017 a 16:17.
Vecchio 14-09-2017, 16:05   #20
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
mancanza di un buon modello affettivo -> impossibilità di replicare un buon modello affettivo con l'altro-> rifiuti ripetuti da parte dell'altro perchè si trova spiazzato di fronte ai miei "modi" strambi e inaspettati -> sviluppo dell'ansia di interagire nelle occasioni successive per paura di nuovi fallimenti nelle relazioni e quindi abbassamento dell'autostima, convinzioni disadattive, svalutazione degli altri come metodo di difesa fino alla fobia dell'interazione con l'altro.

Tutto molto vero, in modo particolare la prima e l'ultima, spesso disattese e non riconosciute da chi ha problemi di egodistonia e mancata autoaccettazione e preferisce proiettare le cause di queste sulle presunte scorrettezze e imposizioni di chi è esterno da sé.
rifiuti ripetuti da parte dell'altro perchè si trova spiazzato di fronte ai miei "modi" strambi e inaspettati

Chissà chi lo decide che i modi di Tizio sono "strambi" e inaspettati e quelli di Caio sono "normali"... mannò, l'esterno da sé non può essere una causa della mancanza di rapporti sociali, sia mai.
In aggiunta, il punto di partenza non mi pare sia affatto dato e uguale per tutti qui dentro. Qualcuno può "semplicemente" essere nato, non dico fobico, ma predisposto a interagire in modalità "non mainstream" con gli altri (p.es. peculiarmente selettiva), e poi su questa base possono intervenire le esperienze di rifiuto, scontro, ecc. che il mainstream stesso riserva a chi non vi si adegua (oltre magari anche a una scarsa proposta di modelli positivi in ambito familiare-amicale) e che come conseguenza possono aver innescato un circolo vizioso in anni cruciali per la formazione.

Ultima modifica di Winston_Smith; 14-09-2017 a 16:10.
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