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Vecchio 21-12-2014, 17:54   #1
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Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
Vecchio 21-12-2014, 18:41   #2
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
Mah, la domanda cosi posta è un po' un paradosso.
Se io avessi studiato cio che mi piace vuol dire che avrei fatto qualcosa di utile.
In caso contrario si sarebbe trattato di qualcosa di semi-utile, inutile.

Nel mio caso ho studiato qualcosa di inutile perchè non ho assecondato la mia indole. Quel percorso ha contribuito in parte a costruire le mie attuali opportunità lavorative.
Adesso cerco di influenzare le mie attività, qualsiasi esse siano, in base alle mie peculiarità individuali.

Se vogliamo, si puo parlare comunque di vere e proprie scelte solo in ambito universitario.E in quel caso bisognerebbe optare solo per cio in cui siamo portati, ci piace.
Mia opinione.

Ultima modifica di AltroIeri; 21-12-2014 a 18:43.
Vecchio 21-12-2014, 19:38   #3
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L'avatar di Noriko
 

La scelta di un percorso professionale deve essere fatta con la passione, anche perché alcune attività sono talmente delicate che non si possono scegliere tanto per fare.

Vabbè poi la realtà è tutt'altra cosa.
Vecchio 21-12-2014, 20:06   #4
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L'avatar di pokorny
 

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Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
Per aggiungere una nota triste e pessimistica (non potrei mai farne a meno) io ho studiato roba molto pratica eppure sono a spasso lo stesso. Tornassi indietro avrei fatto indologia, che almeno mi piaceva di più.
Vecchio 21-12-2014, 20:17   #5
Esperto
L'avatar di notime
 

se in questo Paese è così difficile campare per chi sceglie di dare il giusto valore a se stesso ed al sapere è anche grazie a te, che dimostri di avere la lucida consapevolezza che il lavoro sia regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta, e quindi vai girando il dito nella piaga di chi si è posto "fuori mercato".

Complimenti per la supponenza.
Vecchio 21-12-2014, 20:23   #6
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Originariamente inviata da notime Visualizza il messaggio
se in questo Paese è così difficile campare per chi sceglie di dare il giusto valore a se stesso ed al sapere è anche grazie a te, che dimostri di avere la lucida consapevolezza che il lavoro sia regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta, e quindi vai girando il dito nella piaga di chi si è posto "fuori mercato".

Complimenti per la supponenza.
Non credere che sia solo in questo paese.
Vecchio 21-12-2014, 20:44   #7
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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se in questo Paese è così difficile campare per chi sceglie di dare il giusto valore a se stesso ed al sapere è anche grazie a te, che dimostri di avere la lucida consapevolezza che il lavoro sia regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta, e quindi vai girando il dito nella piaga di chi si è posto "fuori mercato".

Complimenti per la supponenza.
Scusa cosa c'è di sbagliato nella constatazione di Muttley? Il lavoro è regolato dalla legge della domanda e dell'offerta; se Muttley è stato supponente non è solo: molti di quelli che tu categorizzi come quelli che "hanno scelto di dare il giusto valore a sé stessi" sono ancora più supponenti.

Non ci vuole un genio per scoprire che lauree come sociologia o scenografia, o la stessa psicologia dovrebbero avere / hanno sbocchi numericamente molto limitati. Bisognerebbe farsi un serio esame di coscienza prima di iscriversi a facoltà con prospettive di lavoro difficili. Per chi la fa è "dare il giusto valore a sé stessi", per i genitori che devono fare sacrifici ecco, mettiamoci nei panni loro: anni di vita a lavorare per sostenere i sogni di persone che hanno mirato spesso troppo in alto.

E' ovvio che se uno si è mantenuto da sé agli studi ha tutto il diritto di scegliere e pagarsi "discipline dello spettacolo in Groenlandia contemporanea".

La colpa di questo, tuttavia, viene più dall'alto che dal basso. Moltiplicazione di atenei e cattedre istituiti "ad hoc" per gli interessi di un singolo (spesso raccomandato) che poi diventa pure professore ordinario di materie inutili. Penso che un buon 35% dell'offerta didattica totale in Italia potrebbe tranquillamente essere cancellata (facendo confluire il poco che resta in insegnamenti già attivati) con grandi vantaggi sul risparmio di spese e amare disillusioni dei tanti che pensano di sfondare in campi in cui il mercato del lavoro ha numeri ristrettissimi.

Ultima modifica di pokorny; 21-12-2014 a 20:53.
Vecchio 21-12-2014, 21:06   #8
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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Scusa cosa c'è di sbagliato nella constatazione di Muttley? Il lavoro è regolato dalla legge della domanda e dell'offerta; se Muttley è stato supponente non è solo: molti di quelli che tu categorizzi come quelli che "hanno scelto di dare il giusto valore a sé stessi" sono ancora più supponenti.

Non ci vuole un genio per scoprire che lauree come sociologia o scenografia, o la stessa psicologia dovrebbero avere / hanno sbocchi numericamente molto limitati. Bisognerebbe farsi un serio esame di coscienza prima di iscriversi a facoltà con prospettive di lavoro difficili. Per chi la fa è "dare il giusto valore a sé stessi", per i genitori che devono fare sacrifici ecco, mettiamoci nei panni loro: anni di vita a lavorare per sostenere i sogni di persone che hanno mirato spesso troppo in alto.

E' ovvio che se uno si è mantenuto da sé agli studi ha tutto il diritto di scegliere e pagarsi "discipline dello spettacolo in Groenlandia contemporanea".

La colpa di questo, tuttavia, viene più dall'alto che dal basso. Moltiplicazione di atenei e cattedre istituiti "ad hoc" per gli interessi di un singolo (spesso raccomandato) che poi diventa pure professore ordinario di materie inutili. Penso che un buon 35% dell'offerta didattica totale in Italia potrebbe tranquillamente essere cancellata (facendo confluire il poco che resta in insegnamenti già attivati) con grandi vantaggi sul risparmio di spese e amare disillusioni dei tanti che pensano di sfondare in campi in cui il mercato del lavoro ha numeri ristrettissimi.
Vedi, il tuo ragionamento non è sbagliato se osservato dal tuo punto di vista.
Il fatto è che stai valutando la scelta di un percorso di laurea solo in ottica di produttività.

A questo punto sarebbe da definire il concetto di "utilità" per come vogliamo intenderlo noi, qui.
Perche un corso in "discipline dello spettacolo in Groenlandia contemporanea" potrei ritenerlo di un' utilità vitale.
Vecchio 21-12-2014, 21:09   #9
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
Io ho seguito un percorso di studi un po perchè mi piaceva un po perchè dava sbocchi. L' unico sbocco che potrebbe dare e quello su di una costiera per suicidarsi. Tornassi indietro l' università non la farei nemmeno sotto tortura cinese.
Vecchio 21-12-2014, 21:21   #10
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Originariamente inviata da Architeuthis Visualizza il messaggio
Io studio in una facoltà scientifica ma per come sono messo io è del tutto inutile,
non credo ci siano chissà che differenza,non è questione di umanistico o scientifico,
un buon 70% di riuscita dipende solo dalla persona,dall'intraprendenza,dall'ambizione,dalla capacità,dalla bravura ecc,
per me sono queste qualità che permettono di riuscire nel proprio campo.

Anche perchè io trovo che sia quasi contro natura studiare qualcosa che non piace per nulla solo perchè (teoricamente) potrebbe dare più possibilità di futuro,non ha proprio alcun senso,visto che ci devi investire soldi e tempo,
è il modo migliore per non costruire nulla poi davvero.
Perciò sono sempre favorevole al seguire le proprie passioni e interessi e poi si vedrà,poi magari più sono cose di nicchia meglio è,chi lo sa.
Io anche se avessi studiato astrofisica aerospaziale avrei potuto apirare al massimo al McDonald's,ma perchè sono un mediocre io,non è colpa della facoltà,non tarpiamo le ali agli altri insomma.
Il tuo ragionamento non fa una piega
Mediocri sono quelli che ti hanno convinto che sei mediocre.
Al Mc Donalds ho conosciuto commesse e commessi con i controcazzi.
Vecchio 21-12-2014, 21:37   #11
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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio

Non ci vuole un genio per scoprire che lauree come sociologia o scenografia, o la stessa psicologia dovrebbero avere / hanno sbocchi numericamente molto limitati.
Per aggiungere qualcosa al dibattito, secondo me nella mentalità comune vi è il grosso limite, nel valutare candidati a posti di lavoro, di basarsi solo sulle (peraltro presunte) competenze specifiche ai ruoli liberi.
La stragrande maggioranza dei lavori in realtà non richiede competenze che non siano facilmente acquisibili in breve tempo (e la valutazione di un candidato va fatta guardando al lungo periodo).
I titoli inoltre (almeno nell'ambito di quello che ho studiato io, l'economia) hanno un valore di certificazione davvero relativissimo: una parte non insignificante delle persone titolate che conosco non mostrano capacità superiori a quelle di un diplomato (e ricoprono ruoli che non ne richiedono di superiori).
Adriano Olivetti assumeva, anche per ruoli dirigenziali, laureati in materie umanistiche, la cui resa si rivelava in effetti ottima.

Per rispondere alla domanda di muttley, io ho fatto l'uno e l'altro. Ho scelto (o meglio: mi sono trovato a frequentare in modo abbastanza inconsapevole) una facoltà "utile", orientandomi però dopo qualche titubanza su un corso di laurea che mi interessava.

Ultima modifica di Angus; 21-12-2014 a 21:43.
Vecchio 21-12-2014, 21:40   #12
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da AltroIeri Visualizza il messaggio
Vedi, il tuo ragionamento non è sbagliato se osservato dal tuo punto di vista.
Il fatto è che stai valutando la scelta di un percorso di laurea solo in ottica di produttività.

A questo punto sarebbe da definire il concetto di "utilità" per come vogliamo intenderlo noi, qui.
Perche un corso in "discipline dello spettacolo in Groenlandia contemporanea" potrei ritenerlo di un' utilità vitale.
E difatti ricadiamo nella legge della domanda e dell'offerta. Ritieni di un'utilità vitale quel corso di laurea e prima o poi qualcuno te lo proporrà. Arriverete a un punto della contrattazione che sarà accettato da entrambi. Questo succede già con la concorrenza degli atenei solo che su scala più grande.
Vecchio 21-12-2014, 21:43   #13
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Io potrei anche andare a studiare ingegneria, ma, se mi fa schifo, difficilmente darò un esame.
Vecchio 22-12-2014, 01:27   #14
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Io non studio dal 1999, per fortuna alcune cose mi vengono bene a prescindere, potevo scegliere diverse professioni ma tra il pornoattore e l'informatico ho scelto la professione meno stressante.


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Originariamente inviata da notime Visualizza il messaggio
se in questo Paese è così difficile campare per chi sceglie di dare il giusto valore a se stesso ed al sapere è anche grazie a te, che dimostri di avere la lucida consapevolezza che il lavoro sia regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta, e quindi vai girando il dito nella piaga di chi si è posto "fuori mercato".

Complimenti per la supponenza.
Ma il lavoro segue eccome quelle leggi, che leggi vorresti si seguissero? Quella di dare un lavoro a tutti a prescindere? E chi lo paga?
Se uno non è in grado di produrre valore, non verrà mai retribuito, è normale.
Vecchio 22-12-2014, 02:53   #15
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Originariamente inviata da AltroIeri Visualizza il messaggio
Vedi, il tuo ragionamento non è sbagliato se osservato dal tuo punto di vista.
Il fatto è che stai valutando la scelta di un percorso di laurea solo in ottica di produttività.
Infatti era a quello che mi riferivo parlando di "utilità". Ognuno di noi troverà poi l'utilità che più gli garba nelle materie che vuole, ma in termini di mercato occupazionale come si può pretendere di trovare lavoro ai tanti laureati in belle arti? In un siffatto mondo così tecnologizzato è comprensibile che trovino lavoro gli informatici e gli ingegneri.
Del resto mio padre mi diceva sempre di fare ingegneria, perché era l'unico modo per trovare lavoro...non ho mai messo in dubbio la cosa, né oggi né allora, tuttavia pensavo di riuscire ad emanciparmi dalla mia fobia in breve tempo e ottenere numerose conoscenze e skills interpersonali, in modo da tessere relazioni umani e stabilire agganci. Nella fase finale della mia adolescenza, così come nei primi anni della giovinezza, a causa della fobia e dell'ansia la mia produttività negli studi subì un calo impressionante, il quale mi impediva di concentrarmi e apprendere anche nozioni relativamente semplici. Scelsi di conseguenza una facoltà "semi-inutile" nella speranza che sarei cambiato caratterialmente nel giro di poco tempo e invece ce n'è voluto parecchio, molto più del previsto
A chi non piacerebbe fare lavori tipo giornalista o autore di testi televisivi? Ma per arrivare a ciò bisogna intrallazzare e di molto anche...
Vecchio 22-12-2014, 03:12   #16
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Infatti era a quello che mi riferivo parlando di "utilità". Ognuno di noi troverà poi l'utilità che più gli garba nelle materie che vuole, ma in termini di mercato occupazionale come si può pretendere di trovare lavoro ai tanti laureati in belle arti? In un siffatto mondo così tecnologizzato è comprensibile che trovino lavoro gli informatici e gli ingegneri.
Del resto mio padre mi diceva sempre di fare ingegneria, perché era l'unico modo per trovare lavoro...non ho mai messo in dubbio la cosa, né oggi né allora, tuttavia pensavo di riuscire ad emanciparmi dalla mia fobia in breve tempo e ottenere numerose conoscenze e skills interpersonali, in modo da tessere relazioni umani e stabilire agganci. Nella fase finale della mia adolescenza, così come nei primi anni della giovinezza, a causa della fobia e dell'ansia la mia produttività negli studi subì un calo impressionante, il quale mi impediva di concentrarmi e apprendere anche nozioni relativamente semplici. Scelsi di conseguenza una facoltà "semi-inutile" nella speranza che sarei cambiato caratterialmente nel giro di poco tempo e invece ce n'è voluto parecchio, molto più del previsto
A chi non piacerebbe fare lavori tipo giornalista o autore di testi televisivi? Ma per arrivare a ciò bisogna intrallazzare e di molto anche...
A me non piacerebbe, o segui la linea politica del giornale per cui lavori o sei fuori.
Vecchio 22-12-2014, 03:35   #17
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Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
direi il contrario ho seguito un corso di studi molto utile : Scienze della informazione , purtroppo non sono stato in grado di andare fino in fondo e da lì sono cominciati tutti i miei mali, naturalmente ero un pochino sociofobico già allora
Vecchio 22-12-2014, 11:32   #18
Esperto
L'avatar di Manny
 

Presente. Il risvolto di tutto ciò? Mi sto prendendo una seconda laurea.
Vecchio 22-12-2014, 12:58   #19
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Qualsiasi laurea puo diventare inutile se non e compatibile al proprio carattere o alle proprie capacita. Le passioni non sono molto affidabili nella scelta perche vanno e vengono. Pur avendo iniziato con interesse il mio percorso di studi , mi sono resa conto dopo anni , che non sopportavo piu quelle materie
Vecchio 23-12-2014, 06:27   #20
Esperto
 

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Ricollegandomi al topic sull'insegnamento, quanti di voi hanno affrontato percorsi di studio inutili o semi-inutili (tipo lauree a sfondo umanistico) perché hanno preferito studiare quello che gli piaceva anziché quello che gli serviva?
Nel mio caso quello che mi serviva e quello che non mi era del tutto indigesto coincidevano.
Ciò non toglie che in un mondo ideale avrei fatto il bibliotecario e sarei passato alla storia come lo scopritore dell'unico autografo della Divina Commedia esistente al mondo*.




*in seguito a un'apparizione in sogno dell'Eccelso che mi avrebbe svelato dove trovarlo

Ultima modifica di Winston_Smith; 30-12-2014 a 00:28.
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