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muttley 18-06-2008 13:05

La maledizione del "bravo ragazzo"
 
Io sono sempre stato un "bravo ragazzo", questo stando al giudizio delle persone adulte quand'ero ragazzino: un ragazzo giudizioso, tranquillo, educato....così ti percepiscono "i grandi" dal momento che il loro unico interesse sembra essere la tua condotta tranquilla e non scalmanata come nel 99% della popolazione minorile. Ma quegli stessi adulti sembrano ignorare le cause profonde del tuo essere "bravo ragazzo", al limite si preoccupano un po' perché ti vedono distante e non amalgamato ai coetanei, al che si limitano a dirti che "dovresti farti salire un po' la pressione". I problemi maggiori inizi a riscontrarli quando diventi anche tu un adulto come loro: scopri che il tuo carattere remissivo e deferente ti servirà ben poco a fare strada in un mondo del lavoro dove sembra quasi che la prevaricazione e l'arroganza siano legge. Rivolgi allora la mente al passato e a quei "grandi" che ti lodavano per la tua condotta ossequiosa e ti vien voglia di mandarli affancxxo.
Non so voi cosa ne pensiate ma immagino che da bambini e anche durante l'adolescenza vi siate spesso visti etichettare come persone rispettose e beneducate, di quelle sempre tranquille, con il massimo dei voti in condotta e che non dicono mai parolacce (quando sono io a dirle suonano strane e innaturali alle mie orecchie, come se le dicessi senza cattiveria). Per cui la prossima volta che vediamo un pischello che sembra incarnare alla perfezione tutte queste doti, non limitiamoci semplicemente a definirlo un "bravo ragazzo".

Tristan 18-06-2008 13:50

Re: La maledizione del "bravo ragazzo"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley
Io sono sempre stato un "bravo ragazzo", questo stando al giudizio delle persone adulte quand'ero ragazzino: un ragazzo giudizioso, tranquillo, educato....così ti percepiscono "i grandi"
[..]
I problemi maggiori inizi a riscontrarli quando diventi anche tu un adulto come loro: scopri che il tuo carattere remissivo e deferente ti servirà ben poco a fare strada in un mondo del lavoro dove sembra quasi che la prevaricazione e l'arroganza siano legge. Rivolgi allora la mente al passato e a quei "grandi" che ti lodavano per la tua condotta ossequiosa e ti vien voglia di mandarli affancxxo.

Non so voi cosa ne pensiate ma immagino che da bambini e anche durante l'adolescenza vi siate spesso visti etichettare come persone rispettose e beneducate, di quelle sempre tranquille, con il massimo dei voti in condotta e che non dicono mai parolacce (quando sono io a dirle suonano strane e innaturali alle mie orecchie, come se le dicessi senza cattiveria).

Per cui la prossima volta che vediamo un pischello che sembra incarnare alla perfezione tutte queste doti, non limitiamoci semplicemente a definirlo un "bravo ragazzo".

Mi ha sempre dato molto fastidio essere definito un bravo ragazzo, non sai quanto. Specie quando ho cominciato a lavorare e quel "bravo ragazzo" suonava tanto come "ragazzo senza palle".
E' come se rimanessimo legati al giudizio che davano di noi gli adulti quand'eravamo bambini.
Ma che succede se un giorno smetti di esserlo? Per chi se lo è sempre sentito dire equivale a scoperchiare il vaso di pandora, chissà che razza di mostro ne verrebbe fuori. E così rischi di non essere più quel bravo ragazzo, giudizioso e beneducato, che apparivi agli adulti che nonostante ti affibbiassero un'etichetta che non sentivi bene addosso, in fondo ti riconoscevano almeno una qualità.

Secondo me non è così male essere bravi ragazzi, e si può continuare ad esserlo anche se si dicono le parolacce, per dire. Magari le diciamo meno a sproposito e con più efficacia di quelli che le usano abitualmente come intercalari, toh. ;)

p.s.: in aggiunta e per sicurezza facciamoci pure un po' di pubblicità: il bravo ragazzo acchiappa! good boys do it better! 8)

vetro 18-06-2008 14:16

Ma in realta' tu ti sentivi di comportarti secondo quei dettami o si scontravano con la tua personalita'?

Quote:

carattere remissivo e deferente ti servirà ben poco a fare strada in un mondo del lavoro
Non necessariamente è cosi'.Ci vuole un po' di misura in tutte le cose.

benjamin 18-06-2008 15:20

da un lato hai ragione muttley, ma dall'altro ... beh, allo stesso modo, si potrebbe dire che ci sono ragazzini scalmanati e vivaci che "da grandi" finiscono per drogarsi o essere disoccupati o peggio perché non hanno studiato e non hanno educazione ... non è detto che "un bravo ragazzo" non possa far strada nella vita ... anzi ... l'importante è non generalizzare, perché sotto l'etichetta "bravo ragazzo" rientrano un'infinità di personalità diverse ...

MarcheseDelGrillo 18-06-2008 15:21

La fiera del luogo comune è sempre aperta, eh?

bardamu 18-06-2008 16:59

"Bravo ragazzo" è l'ennesimo termine ambiguo che genera confusione sia in chi lo usa che in chi se lo sente appiccicare addosso. Bravo ragazzo è sia colui che ha degli ammirevoli valori di base (la riflessività, il rispetto, la bontà d'animo...) sia colui che eccede in tali valori, trasformandoli in qualcosa di vicino alla remissività e alla mancanza di volontà propria.
Il problema sta nel capire se questi nostri lati caratteriali ci appartengono davvero o se sono condizionamenti frutto di paure sedimentate. Chi ti vedeva da fuori, non comprendendo il meccanismo dell'ansia sociale, della ricerca di approvazione e dell'evitamento dei conflitti, attribuiva questo carattere alla tua essenza. Non vedeva quindi un possibile conflitto interiore, non vedeva che i tuoi comportamenti potevano essere determinati da una paura, non da una volonta, ed erano quindi un meccanismo di difesa e non di auto-affermazione.
Il dilemma non è se tradire il proprio ruolo di bravi ragazzi e diventare "cattivi" oppure farsi sopraffare. La cosa da fare è comprendere in che misura questo ruolo di bravi ragazzi lo sentiamo nostro e quanto invece è la paura, o il bisogno di essere accettati, che ci fa vivere così.
A mio avviso bisogna eliminare l'ambiguità del ruolo: mantenere quella parte del bravo ragazzo che si basa sui valori, se c'è, ed eliminare la parte remissiva e debole: il finto bravo ragazzo, che è tale solo perchè ha paura che diventando cattivo qualcuno (ma anche lui stesso) potrebbe non volergli più bene.

vetro 18-06-2008 17:27

Quote:

Il dilemma non è se tradire il proprio ruolo di bravi ragazzi e diventare "cattivi" oppure farsi sopraffare. La cosa da fare è comprendere in che misura questo ruolo di bravi ragazzi lo sentiamo nostro e quanto invece è la paura, o il bisogno di essere accettati, che ci fa vivere così.
La penso anch'io cosi'.E' un ruolo ambiguo spesso e accomodante.
Quote:

il finto bravo ragazzo, che è tale solo perchè ha paura che diventando cattivo qualcuno (ma anche lui stesso) potrebbe non volergli più bene.
Non si tratta di diventare cattivo,solo di tirar fuori la propria personalita' senza soffocarla in un ruolo remissivo che non concede spazio all'iniziativa.

Muttley_upgrade_version 18-06-2008 18:42

Attenzione: qui non si sta passando al vaglio l'epiteto di bravo ragazzo con tutte le sue sfumature semantiche, qui si sta parlando del modo in cui l'universo adulto sia solito banalizzare e livellare ogni condotta giudiziosa sotto questa riduttiva definizione, senza preoccuparsi della sua genesi né tantomeno delle future conseguenze di un simile atteggiamento una volta diventati "grandi".

bardamu 18-06-2008 19:54

Quote:

Originariamente inviata da Muttley_upgrade_version
Attenzione: qui non si sta passando al vaglio l'epiteto di bravo ragazzo con tutte le sue sfumature semantiche, qui si sta parlando del modo in cui l'universo adulto sia solito banalizzare e livellare ogni condotta giudiziosa sotto questa riduttiva definizione, senza preoccuparsi della sua genesi né tantomeno delle future conseguenze di un simile atteggiamento una volta diventati "grandi".

Chi appiccica l'etichetta di bravo ragazzo lo fa perchè dà per scontato che in quell'insieme di comportamenti la paura dell'altro non giochi nessun ruolo. E' lo stesso modo di ragionare di chi dice a un bambino timido che è bravo perchè è sempre tranquillo (e un bambino troppo tranquillo ha qualcosa che non va).
Ricordiamoci sempre che chi non è introverso e non vive certe paure, molto difficilmente presupporrà che la persona che ha davanti non sia come lui e tenderà a valutare l'altro prendendo sé stesso come modello.

Tristan 18-06-2008 21:12

Re: La maledizione del "bravo ragazzo"
 
Quote:

Originariamente inviata da Muttley_upgrade_version
Attenzione: qui non si sta passando al vaglio l'epiteto di bravo ragazzo con tutte le sue sfumature semantiche

Mea culpa*. Credo di aver involontariamente fatto deviare la discussione verso questo aspetto (e tra l'altro Bardamu ha messo perfettamente a fuoco quello che forse io ho solo lasciato intendere tra le righe, maldestramente). In verità avevo in mente quell'altro topic che avevi aperto qualche giorno fa, in parte ricollegabile a questo.

*ma anche no, visti gli ulteriori sviluppi -.-'

cancellato2488 18-06-2008 22:32

Re: La maledizione del "bravo ragazzo"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley
Io sono sempre stato un "bravo ragazzo", questo stando al giudizio delle persone adulte quand'ero ragazzino: un ragazzo giudizioso, tranquillo, educato....così ti percepiscono "i grandi" dal momento che il loro unico interesse sembra essere la tua condotta tranquilla e non scalmanata come nel 99% della popolazione minorile. Ma quegli stessi adulti sembrano ignorare le cause profonde del tuo essere "bravo ragazzo", al limite si preoccupano un po' perché ti vedono distante e non amalgamato ai coetanei, al che si limitano a dirti che "dovresti farti salire un po' la pressione". I problemi maggiori inizi a riscontrarli quando diventi anche tu un adulto come loro: scopri che il tuo carattere remissivo e deferente ti servirà ben poco a fare strada in un mondo del lavoro dove sembra quasi che la prevaricazione e l'arroganza siano legge. Rivolgi allora la mente al passato e a quei "grandi" che ti lodavano per la tua condotta ossequiosa e ti vien voglia di mandarli affancxxo.
Non so voi cosa ne pensiate ma immagino che da bambini e anche durante l'adolescenza vi siate spesso visti etichettare come persone rispettose e beneducate, di quelle sempre tranquille, con il massimo dei voti in condotta e che non dicono mai parolacce (quando sono io a dirle suonano strane e innaturali alle mie orecchie, come se le dicessi senza cattiveria). Per cui la prossima volta che vediamo un pischello che sembra incarnare alla perfezione tutte queste doti, non limitiamoci semplicemente a definirlo un "bravo ragazzo".

il "trucco" è sempre solo uno: essere "doppi".
Io la penso in un determinato modo: se sei un bravo ragazzo ti costa solo uno sforzo fare la parte dello "stronzo".
Se dentro di te non hai cuore puoi impegnarti quanto vuoi, ma non lo trovi.
Daccordissimo che si deve stare attenti alla dicitura "bravo ragazzo".
Io sono considerato solitament eil bravo ragazzo, non molto loquace, a tratti sensibilone e a tratti freddo e misterioso, ma guardando gli altri negli occhi capisco quand'è il momento di cambiare, capisco cosa vuole l'altro e capisco quando una battuta, una provocazione, una "bastar**ggine" può essere vista con un po' di spirito e dare maggiori frutti.
Che dire ragazzi...ce se deve allenare... :o

NoFear 19-06-2008 02:50

Quote:

Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo
La fiera del luogo comune è sempre aperta, eh?

Siamo sempre all'eravamo bravi ragazzi o senza palle!!!!!

Come siamo adesso QUI ED ORA???? 8)

Mind-Enhancer 19-06-2008 02:55

Quote:

Originariamente inviata da NoFear
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Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo
La fiera del luogo comune è sempre aperta, eh?

Siamo sempre all'eravamo bravi ragazzi o senza palle!!!!!

Come siamo adesso QUI ED ORA???? 8)

Terapia d'urto: MDMA per tutti o per gli ipertesi GHB a litri!!!!!!!!!!!!!! :)

In vino veritas.

fuxia82 19-06-2008 10:11

da brava ragazza quale ero/sono vista ogni mio comportamento fuori dal comune viene amplificato.
il fatto è che io non sono una brava ragazza e non appena ho mostrato il mio lato peggiore, le persone mi hanno abbandonato.
quindi boh.
forse è meglio mostrare solo l'apparenza e non quello che si è dentro.
vivaviva i bravi ragazzi.
i bravi ragazzi non esistono.

Muttley_upgrade_version 19-06-2008 13:14

L'errore di fondo che commettono molti adulti non è tanto l'ignorare le cause dell'essere "bravi ragazzi": molti fra loro sono consapevoli che una condotta tranquilla e morigerata è anche il prodotto di un disagio nell'affrontare i momenti di vita collettiva, tuttavia sembrano pensare che questo malessere si cancelli con un colpo di spugna una volta giunti alla maggiore età, quasi che i problemi legati all'infanzia debbano essere circoscritti unicamente all'infanzia stessa.
In pratica è ciò che ho fatto anch'io: non mi sono mai domandato quali fossero le ragioni profonde delle mie difficoltà nei rapporti interpersonali, pensando che il diventare adulto mi avrebbe liberato in maniera naturale di tutte le mie paralisi psicologiche. Se c'è una cosa per cui devo ringraziare il lavoro, è che mi ha aperto gli occhi su tutte problematiche caratterialiche mi portavo e mi porto dietro, facendomi capire che il tempo dei dinieghi e delle dilazioni doveva avere fine. L'età adulta non ha cancellato nulla. anzi direi che ha addirittura amplificato i deficit di un tempo.

bardamu 19-06-2008 15:48

Quote:

Originariamente inviata da Muttley_upgrade_version
L'errore di fondo che commettono molti adulti non è tanto l'ignorare le cause dell'essere "bravi ragazzi": molti fra loro sono consapevoli che una condotta tranquilla e morigerata è anche il prodotto di un disagio nell'affrontare i momenti di vita collettiva, tuttavia sembrano pensare che questo malessere si cancelli con un colpo di spugna una volta giunti alla maggiore età, quasi che i problemi legati all'infanzia debbano essere circoscritti unicamente all'infanzia stessa.

Questo succede proprio perchè gli adulti pensano che tali comportamenti siano legati al carattere, e che quindi muteranno nel divenire adulti, come un semplice caratere anagrafico...da bambini si ha paura, da adulti no.
Sono invece frutto di paure, blocchi e deficit comunicativi, che non devono essere presenti nemmeno da bambini. E' questa la differenza che molti genitori non riescono a vedere, perchè non hanno gli strumenti psicologici per comprendere la natura di certi problemi.

Quote:

Originariamente inviata da Muttley_upgrade_version
In pratica è ciò che ho fatto anch'io: non mi sono mai domandato quali fossero le ragioni profonde delle mie difficoltà nei rapporti interpersonali, pensando che il diventare adulto mi avrebbe liberato in maniera naturale di tutte le mie paralisi psicologiche. Se c'è una cosa per cui devo ringraziare il lavoro, è che mi ha aperto gli occhi su tutte problematiche caratterialiche mi portavo e mi porto dietro, facendomi capire che il tempo dei dinieghi e delle dilazioni doveva avere fine. L'età adulta non ha cancellato nulla. anzi direi che ha addirittura amplificato i deficit di un tempo.

Così ti ritrovi a sognare che le paure un giorno sarebbero magicamente scomparire...lo so, capitava anche a me. Cercare delle colpe nei genitori è un esercizio che dovrebbe servire solo ad analizzare razionalmente l'evoluzione dei blocchi, ma che può portare a nutrire sentimenti negativi nei loro confronti, cosa che pragmaticamente non serve a nulla. Non è il rancore ciò di cui abbiamo bisogno.
La società vede di buon occhio i bravi ragazzi non perchè siano portatori di certi valori, ma perchè sono quelli che danno meno problemi a coloro che sono interessati solo a loro stessi.
Non importa che qualcuno ci dica che siamo bravi o meno, importa solo avere dei valori solidi di base ed esprimerli rimanendo sé stessi.

Yukito 20-06-2008 15:12

Anche io sono stato sempre etichettato come bravo ragazzo, e la cosa all'inizio mi faceva piacere perchè la reputavo una cosa positiva, poi mi sono reso conto che per certuni significava ragazzo sfigato, secchione e cocco di papà (non si offenda nessuno sto solo dicendo quello che pensano alcune persone non certo io)
Allora ha iniziato a darmi fastidio,anche se pensavo anche io che sarebbe passato dopo l'infanzia. ho provato a sforzarmi a dire le parolacce e a comportarmi un pò meno da bravo ragazzo, ma sono riuscito a far poco. Tutta la mia famiglia mi etichetta come bravo ragazzo, anche se penso che per mia madre sia una cosa positiva mentre per mio padre negativa, ma lo fanno! etichettando le persone non si permette ad queste di cambiare e di evolversi. I genitori dovrebbero essere i primi a non dovere etichettare i figli secondo me.

clizia 20-06-2008 15:40

Veramente per i giornalisti di cronaca nera tutti i ragazzi che incontrano la morte molto giovani vengono definiti "bravi ragazzi", senza dubbi di alcun tipo...ma chissà perchè! :wink:
A me questa espressione "bravo ragazzo" non mi sa di nulla: mi rievoca alla mente solo tanta ipocrisia e faciloneria nel definire una persona...lo trovo un modo di dire un po' "borghese", che richiama solo qualità di facciata.
E poi ognuno farà ricorso a questo luogo comune modificandolo a seconda dei contesti e a partire dalla propria idea di persona integrata socialmente.
Ad esempio per i miei prof. anche io sono sempre stata la classica brava ragazzina, sempre rispettosa ed educata, però mi è anche successo - in altri contesti -di essere biasimata e quindi di essere tagliata fuori dal circolo dei cosiddetti ragazzi bravi, perchè magari capace di pensare con la mia testa e di valutare criticamente la realtà.

Certo, di per sè essere etichettati dà fastidio, soprattutto quando le definizioni perentorie diventano scorciatoie utilizzate proprio da chi ci vive accanto nell'intento di non voler vedere sino in fondo l'origine reale di un comportamento apparente.
Effettivamente l'essere "bravi ragazzi" è un concetto ambiguo, perchè potrebbe anche nascondere remissività, paura di affrontare la disapprovazione altrui, conformismo sociale ecc.
Infastidisce la riduzione dell'essere umano in sterili categorie, che di per sè non significano nulla. Sono solo rassicuranti per chi non ha voglia nè ha il coraggio di andare oltre e di conoscere veramente l'altro. Tutto qui.

cancellato2671 20-06-2008 16:01

'nfatti....per alcuni io sono un bravo ragazzo (perchè prima di perdere la pazienza ho sempre amato la calma, l'equilibrio, la diplomazia o il buttarla sulla battuta); per altri so' un "anarchico" (con tutto quello che ne consegue dalla figura dell'anarchico visto oggi)--> cioè non voglio conformarmi alla massa, ma sono in tutto e per tutto discordante dalla mentalità/etica di massa (dalla Chiesa al pensiero su cosa sia giusto o sbagliato);
insomma...io preferisco nessuna etichetta e avere il mio bel cervelletto...

vetro 20-06-2008 16:43

Ognuno di noi ha il suo lato oscuro,anche il "bravo ragazzo".


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