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Vecchio 07-01-2017, 17:19   #1
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L'avatar di Ilsaggio
 

Ho una sensazione particolare che vorrei condividere con voi per sapere se ci sono altri che hanno la stessa sensazione o schema mentale..

Qualsiasi azione io faccia, qualsiasi cosa io dica qualsiasi pensiero io abbia in ogni caso sarà sempre col fino di dimostrare qualcosa a qualcuno..E IO INVECE?

Un po' come fare di tutto per essere apprezzato da tutti meno che da me stesso..È una cosa un po' surreale però è così.. Un po' come essere responsabile della pace nel mondo,e quindi dimostrare a tutti che io non metto i bastoni tra le ruote.

Questa sensazione di dover essere giudicati per forza mi genera molta angoscia e mi crea un blocco.. Probabilmente perché anche io giudico gli altri.. Creando un maledetto circolo vizioso..

Sono molto introverso e non riesco ad avere dei maledetti rapporti interpersonali!!
Ringraziamenti da
icek (07-01-2017), Masterplan92 (07-01-2017)
Vecchio 07-01-2017, 17:34   #2
Esperto
 

uguale.
Vecchio 07-01-2017, 17:38   #3
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E' così per tanti. Tante volte non è nemmeno per causa nostra, magari da bambino hai avuto tante di quelle occasioni in cui sei uscito dal tuo seminato e i genitori, gli insegnanti, chi stava intorno a te ti diceva "mi meraviglio molto di te, non mi aspettavo un simile comportamento da te". E quindi nasce il blocco: prima di fare qualunque cosa, sai che gli altri si aspettano molto da te, e che se farai appena un po' meno saranno molto delusi. Io ero il primo della classe... e quando all'università il mio rendimento calò appena un pochetto, e tanti cominciarono a dire "ma hai visto, non era mica così bravo come si credeva" sono caduto in un male di vivere da cui non sono mai completamente uscito.
Secondo me se ne esce... riprendendo il contatto con la realtà, arrivando a capire che nessuno di noi è così importante per gli altri, e che le persone insostituibili affollano i cimiteri, eppure il mondo è andato avanti anche senza di loro. Ma per chi si sente sempre al centro dell'attenzione arrivare a pensare cose del genere è dura.
Ringraziamenti da
onisco (08-01-2017)
Vecchio 07-01-2017, 17:51   #4
Esperto
L'avatar di NatoMorto
 

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Originariamente inviata da Ilsaggio Visualizza il messaggio
Ho una sensazione particolare che vorrei condividere con voi per sapere se ci sono altri che hanno la stessa sensazione o schema mentale..

Qualsiasi azione io faccia, qualsiasi cosa io dica qualsiasi pensiero io abbia in ogni caso sarà sempre col fino di dimostrare qualcosa a qualcuno..E IO INVECE?

Un po' come fare di tutto per essere apprezzato da tutti meno che da me stesso..È una cosa un po' surreale però è così.. Un po' come essere responsabile della pace nel mondo,e quindi dimostrare a tutti che io non metto i bastoni tra le ruote.

Questa sensazione di dover essere giudicati per forza mi genera molta angoscia e mi crea un blocco.. Probabilmente perché anche io giudico gli altri.. Creando un maledetto circolo vizioso..

Sono molto introverso e non riesco ad avere dei maledetti rapporti interpersonali!!
e io che pensavo di essere l'unico...e aggiungo qualcosa alla tua domanda "ED IO INVECE"?...io mi rispondo :"niente...tu(io) nn hai diritto a desiderare qualcosa...sei solo vuoto e ansia"
Ringraziamenti da
Vale90 (08-01-2017)
Vecchio 07-01-2017, 19:27   #5
Esperto
L'avatar di Suttree
 

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Originariamente inviata da Mair Visualizza il messaggio
Perché poi, non so se succede anche a voi, ma a furia di essere come gli altri si aspettano, come facciamo a capire chi siamo davvero? Che sogni abbiamo, se li abbiamo, cosa vogliamo, cosa proviamo...
E' la stessa domanda che mi pongo anche io
Infatti non so più chi sono e cosa voglio realmente.
Ringraziamenti da
Vale90 (08-01-2017)
Vecchio 07-01-2017, 19:27   #6
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Mair Visualizza il messaggio
Sarà che ho iniziato a sentire il peso delle aspettative della mia famiglia da che ho memoria, sarà che il 99% delle volte ho fatto l'opposto di ciò che si aspettavano e puntualmente ricevevo la reazione che mi faceva sentire tanto considerata da loro, ma mi piace quando dici che se ne esce capendo di non essere così importanti per gli altri.
Ho provato come una sensazione di sollievo leggendo e cercando di immedesimarmi in questa circostanza.

Eppure come si fa?
Io pensavo di risolvere facendo le valigie e mettendo fra me e la mia famiglia 400km, ma ora sono gli estranei a farmi sentire sotto pressione.
Dai datori di lavoro, alla gente per strada, sull'autobus, alla commessa del negozio ecc.
Nel mio caso il giudizio degli altri ha rotto totalmente i confini ed ha invaso ogni ambito della mia vita : quanto mangiare se sono in un luogo pubblico, come vestirmi, come truccarmi, come pettinarmi (tanto che alla fine ho deciso di rasarmi per dover affrontare veramente qualche sguardo curioso ed esorcizzare quella costante sensazione di "occhi addosso"), eppure ho iniziato a sentirmi in dovere di dimostrare qualcosa anche dentro casa con la mia compagna, ed è forse questa la cosa più spaventosa.

Perché poi, non so se succede anche a voi, ma a furia di essere come gli altri si aspettano, come facciamo a capire chi siamo davvero? Che sogni abbiamo, se li abbiamo, cosa vogliamo, cosa proviamo...
eh....
Vecchio 07-01-2017, 20:05   #7
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Quote:
Originariamente inviata da assiolo Visualizza il messaggio
E' così per tanti. Tante volte non è nemmeno per causa nostra, magari da bambino hai avuto tante di quelle occasioni in cui sei uscito dal tuo seminato e i genitori, gli insegnanti, chi stava intorno a te ti diceva "mi meraviglio molto di te, non mi aspettavo un simile comportamento da te". E quindi nasce il blocco: prima di fare qualunque cosa, sai che gli altri si aspettano molto da te, e che se farai appena un po' meno saranno molto delusi.
La maggior parte della gente, inclusi i genitori, parla per dare aria alle gengive! dicono quello che gli pare, non gli importa che le loro paroline potrebbero influire sulla vita di qualcuno. E poi capita che chi è troppo riflessivo, chi pensa troppo, chi è un po' troppo sensibile, si attacca alle parole, e da queste parole nascono dei complessi incredibili, tanto che non ci si ricorda più la strada che si è fatti per arrivare ad una condizione simile.
Per me lo stesso: sempre stato parecchio educato, timido, e avendo a che fare con degli idioti di prim'ordine mi comparavano e si aspettavano chissà cosa, non potevo sgarrare altrimenti i "non me lo aspettavo da te!" e i "ti sei svegliato!" erano assicurati.
È anche da questo che me ne voglio scappare.

Adesso prendo e vado a scippare qualche vecchietta al cimitero, così voglio vedere se li smentisco tutti.
Ringraziamenti da
Sole77 (07-01-2017)
Vecchio 07-01-2017, 20:14   #8
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L'avatar di Ilsaggio
 

Quote:
Originariamente inviata da Mair Visualizza il messaggio
Sarà che ho iniziato a sentire il peso delle aspettative della mia famiglia da che ho memoria, sarà che il 99% delle volte ho fatto l'opposto di ciò che si aspettavano e puntualmente ricevevo la reazione che mi faceva sentire tanto considerata da loro, ma mi piace quando dici che se ne esce capendo di non essere così importanti per gli altri.
Ho provato come una sensazione di sollievo leggendo e cercando di immedesimarmi in questa circostanza.

Eppure come si fa?
Io pensavo di risolvere facendo le valigie e mettendo fra me e la mia famiglia 400km, ma ora sono gli estranei a farmi sentire sotto pressione.
Dai datori di lavoro, alla gente per strada, sull'autobus, alla commessa del negozio ecc.
Nel mio caso il giudizio degli altri ha rotto totalmente i confini ed ha invaso ogni ambito della mia vita : quanto mangiare se sono in un luogo pubblico, come vestirmi, come truccarmi, come pettinarmi (tanto che alla fine ho deciso di rasarmi per dover affrontare veramente qualche sguardo curioso ed esorcizzare quella costante sensazione di "occhi addosso"), eppure ho iniziato a sentirmi in dovere di dimostrare qualcosa anche dentro casa con la mia compagna, ed è forse questa la cosa più spaventosa.

Perché poi, non so se succede anche a voi, ma a furia di essere come gli altri si aspettano, come facciamo a capire chi siamo davvero? Che sogni abbiamo, se li abbiamo, cosa vogliamo, cosa proviamo...
La distanza nel mio caso non conta nulla... L'angoscia di non sapere come comportarmi me la porto dietro ovunque.. La cosa da risolvere si trova più vicino di quanto io possa immaginare ma è dura... Ogni volta che mi sento fare un complimento mesi miei,dai miei zii lo percepisco come una sconfitta...e mi chiedo dove sto sbagliando...

Voglio condividere con voi una mia esperienza che mi ha colpito:
Per la laurea specialistica ho scritto i ringraziamenti con diverse frasi fatte e alcune forse un po' più sentite.. (ci tengo a specificare che la gioia provata alla laurea è stata pari alla gioia che si prova a sentire le unghie strisciare sulla lavagna..)
Prima di rilevare la tesi mio padre che legge i ringraziamenti mi "consiglia" edi dedicare la tesi a mio nonno(suo suocero) che era morto da non molto tempo..Nonno a cui ho comunque voluto bene e sempre stimato..

Mi sembrava una cosa carina o forse è meglio dire "giusta" da fare..

Le riflessioni che ho fatto sono le seguenti:

1-per quale motivo non ho qualcuno che dico IO a cui dedicare i ringraziamenti..Del tipo mio padre mi dice perché non la dedichi al nonno e io rispondo a pa non rompere le palle so io a chi dedicarla.

2-penso che mio padre abbia gongolano di questa cosa nei confronti di tutti..Guardate che figlio che ho che nei ringraziamenti mette il nonno..Questo aspetto mi indispettisce..
Per non parlare di mia madre..
In fin dei conti sono due brave persone e non mi hanno veramente mai mancare nulla..Ma questa situazione mi pesa..

3- a che punto della mia vita mi sono perso,sto andando avanti per cercare di non buttare tutto quello che ho fatto oppure sto andando sulla mia strade anche se a fatica..?!

Sono veramente molto confuso..
Vecchio 07-01-2017, 21:06   #9
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@ ilsaggio,

per come lo descrivi, il tuo disagio ha un nome e un cognome: si chiama ansia da prestazione.
E' una condizione che rende difficoltose attività a volte neanche importanti o impegnative. Il senso della prestazione dipende da un livello che si vuole sempre alto, se non eccellente. Si può esigere da sé stessi una relazione impeccabile, ma anche la cottura al punto giusto del tuorlo in un uovo al tegame.

Il fatto di sentire troppo la prova, fa immaginare che anche gli altri siano esigenti, rispetto a noi. Ma questo ha senso solo in alcuni casi: un campione sportivo è realmente ad altissimi livelli e il suo pubblico realmente si aspetta da lui prestazioni straordinarie. Giocare bene non basta. Invece a noi lavorare bene, basta.
Vecchio 07-01-2017, 21:40   #10
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

Bhe quando parli di ansia da prestazione penso che ci prendi in pieno..Ho avuto una relazione di 6 anni in cui ho avuto problemi sessuali che si possono ricondurre a quest'ansia...

Poi ho capito che anche in ambito sessuale ho rinunciato a miei bisogni, soddisfacendo quelli della mia ex.
arrivando al punto di non riconoscermi più..

Ora mi ritrovo con una laurea in ingegneria che mi pesa..Forse proprio perché mi sembra di non poter sbagliare..
Vecchio 07-01-2017, 22:57   #11
Avanzato
L'avatar di Adler
 

Quote:
Originariamente inviata da Ilsaggio Visualizza il messaggio
Ho una sensazione particolare che vorrei condividere con voi per sapere se ci sono altri che hanno la stessa sensazione o schema mentale..

Qualsiasi azione io faccia, qualsiasi cosa io dica qualsiasi pensiero io abbia in ogni caso sarà sempre col fino di dimostrare qualcosa a qualcuno..E IO INVECE?

Un po' come fare di tutto per essere apprezzato da tutti meno che da me stesso..È una cosa un po' surreale però è così.. Un po' come essere responsabile della pace nel mondo,e quindi dimostrare a tutti che io non metto i bastoni tra le ruote.

Questa sensazione di dover essere giudicati per forza mi genera molta angoscia e mi crea un blocco.. Probabilmente perché anche io giudico gli altri.. Creando un maledetto circolo vizioso..

Sono molto introverso e non riesco ad avere dei maledetti rapporti interpersonali!!
Molta gente che ha problemi di ansia sociale, me compreso, fa di tutto per apparire "perfetta" agli altri.
Questo sopratutto per la necessità di sentirsi approvati dagli altri e da una forte paura delle critiche altrui.
Il perfezionismo è un serio problema perché:
- ti porta ad essere innaturale con gli altri
- ti fa sentire costantemente sotto pressione (da cui l'ansia)
- ti fa sentire una merda quando commetti anche un minimo errore
Vecchio 08-01-2017, 00:23   #12
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Adler Visualizza il messaggio
Molta gente che ha problemi di ansia sociale, me compreso, fa di tutto per apparire "perfetta" agli altri.
Questo sopratutto per la necessità di sentirsi approvati dagli altri e da una forte paura delle critiche altrui.
Il perfezionismo è un serio problema perché:
- ti porta ad essere innaturale con gli altri
- ti fa sentire costantemente sotto pressione (da cui l'ansia)
- ti fa sentire una merda quando commetti anche un minimo errore
Per caso da bambino, i tuoi genitori avevano aspettative alte da te nella scuola? Erano severi con te , se non raggiungevi i risultati? Vantavano con altri le tue capacità? Se è così, non so cosa consigliarti, salvo che riflettere.

Da un punto di vista funzionale, ti posso dire di più, per quanto riguarda l'università. Si tratta di capire per tempo quando ci mettiamo "in gara" e interromperla. Io sono architetto: questi sono i miei segnali noti: Quando disegno o scrivo, sento gradatamente uno sforzo sempre maggiore, la mia scrittura/grafica si allunga, diventa prolissa, ripetitiva; correggo in continuazione quello che faccio, mi fisso sui particolari, faccio continue aggiinte. Tutto questo, come dici anche tu, lo faccio, non perché per me l'altro sia un semplice beneficiario, ma un giudice severo.

Quando vedo che il mio lavoro sta diventando come pestare acqua nel mortaio, interrompono subito. Di solito esco proprio. Mi deconcentro. Lascio evaporare le 100 idee che mi frullano per la testa.
Poi riprendo solo quando mi viene agevole. Perché deve essere così: l'ansia da performance fa fare un sacco di lavoro inutile e faticoso.
Ringraziamenti da
onisco (08-01-2017)
Vecchio 08-01-2017, 02:15   #13
Esperto
 

Ti comprendo... io non riesco a fare un sacco di cose perché temo il giudizio (quando magari nessuno mi sta guardando, in realtà)...
che schifo.
Se penso a tutto quello che mi sono persa nella vita per paura di essere derisa mi sento male.
Vecchio 08-01-2017, 10:24   #14
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Mair Visualizza il messaggio
Io penso che ci sia una falla di base nell'educazione bigenitoriale, ma non è questa la sede per affrontare il discorso 😅
Ad ogni modo credo che la maggior parte dei genitori non lo faccia con cattiveria a voler indicare una strada prestabilita ai figli, credo sia più un riflesso misto di apprensione ed insoddisfazione per ciò che loro hanno e non hanno raggiunto... Dico la maggior parte, perché poi ci sono anche i genitori che lo fanno davvero per prevaricare i figli, come quei delinquenti dei miei. Ma anche questo, è un discorso a parte.

Il punto è che quando passi una vita a fare quello che ti dicono di fare, non impari mai ad avere un pensiero indipendente e ad un certo punto ti costa anche fatica. Perché costruirsi dei sogni, delle ambizioni, dei progetti dal nulla costa fatica, è più facile seguire una guida. Io certe volte penso che sarebbe tutto più facile se potessi trovare su google una guida su "come essere Mair" (magari anche con le immagini, stile wikihow).
Rare volte invece sento quella spinta che mi fa pensare di voler cambiare qualcosa, e allora voglio fare la chef/scrittrice/studentessa/pittrice/musicista, ma alla fine mollo tutto, perché le ambizioni costano fatica ed è tanto più facile rimettermi sui binari costruiti da qualcun altro.

La cosa triste, come già detto in altri commenti, è fermarsi e chiedersi se quella che stiamo seguendo in fondo non sia la nostra strada... Ed è un dubbio che provo anche io ogni tanto.
Io che per fare dispetto a mia madre ho lasciato l'università, anche se in fondo le cose che studiavo mi piacevano, e mi sono messa a fare un lavoro che in fondo mi piace e mi appassiona. Ma è quello che volevo? O solo un effetto collaterale? Ma credo che qui intervenga un pizzico di mania di controllo, perché in realtà poche persone possono permettersi di scegliere cosa fare nella vita.

Il vero problema sorge quando quello che fai nella vita definisce anche chi sei, perché oltre non c'è altro. Ed io quando penso a me oltre a nome, sesso, età e professione non riesco ad identificare altro.
E ciò vale anche per l'immagine esteriore, e guardo con invidia le persone che riescono ad esprimersi anche attraverso l'abbigliamento, trucco e parrucco, mentre io resto nell'immagine della brava ragazza seria e dimessa che tutti vorrebbero come figlia/dipendente/amica/fidanzata.

Una bellissima soluzione sarebbe rinascere da zero, ma questo è impossibile.
Ci penso e ci ripenso, ma alla fine lunedì indosserò quei vestiti, andrò a fare quel lavoro e continuerò a raccontarmi che sono determinata a fare strada in quel campo.

Forse siamo davvero nati per fare la "cosa giusta", mentre altri sono nati per fare quello che vogliono, o almeno per volere qualcosa.
Quotone!
Vecchio 08-01-2017, 10:28   #15
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Superpippo Visualizza il messaggio
. Io sono architetto:
Non eri insegnante di sostegno?
Vecchio 08-01-2017, 13:15   #16
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non eri insegnante di sostegno?
E' vero. Ma esercito anche la professione. L'insegnamento mi permette di scegliere quello che faccio. Serve una specifica autorizzazione del dirigente scolastico.
Vecchio 08-01-2017, 15:50   #17
~~~
Esperto
L'avatar di ~~~
 

È stata una cosa che ha fortemente condizionato alcune mie decisioni e l'unico motivo per cui ho raggiunto a fatica alcuni piccoli traguardi (i primi impieghi lavorativi, la scelta delle scuole superiori, la patente, il diploma), completamente trascinata dalle aspettative altrui.
Vecchio 08-01-2017, 16:07   #18
Intermedio
L'avatar di Sociopat1Ka
 

Purtroppo per chi soffre di questo problema è realmente difficile scrollarselo di dosso e questo determina la fs all80% ...il timore del giudizio altrui sempre presente, assimilato a livello inconscio, pure se ci ragioni sei lucido comunque c'è e ti condiziona in qualunque cosa tu faccia. C'è sempre un qualcuno a cui rendere conto, mi sono convinta che abbiano gicoato un ruolo decisivo i rapporti con la famiglia di origine, l' influenza delle critiche dei genitori, un certo tipo di educazione rigida con un atteggiamento di critica non solo,verso noi come figli ma nella visione del mondo una critica verso gli altri che porta a pensare che tu che fai parte del contesto debba essere e dare sempre il massimo non deludere mai le aspettative... , quando si è piccoli si è più ricettivi se sottoposti a questi giudizi si è molto più ricettivi su tutto... Si apprende tutto più facilmente, il linguaggio, le lingue straniere, la musica, così si ricevono e si imprimono moltissimi condizionamenti che poi riaffiorano come la paura del giudizio ...
Chi non ha subito da piccolo un rimprovero da parte di un genitore, parente vicino, critica, apprezzamento ..ecc. che oggi ancora si ricorda? Chissà quanti altri ce ne sono che magari non ricordiamo a pensarci ma che hanno profondamente inciso a livello della nostra psiche, tanto che oggi temiamo ancora "quelle parole" di giudizio, bisognerebbe resettarsi del tutto cosa che non avviene solo a un livello conscio non è possibile. A volte non avete la sensazione di un vostro genitore vi parli ancora nella mente, suggerendovi comportamenti, come avreste potuto o dovuto fare una data cosa ..? Questo nel tempo è divenuto parte integrante del nostro modo di pensare proprio perche in quella fase dell'età si era molto più ricettivi come delle spugne...chi ha avuto genitori più esigenti e più critici, o apprensivi, forse risentirà di più di questi condizionamenti che attengono al timore del giudizio.
Vecchio 08-01-2017, 20:06   #19
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Jupiter Visualizza il messaggio
Ti comprendo... io non riesco a fare un sacco di cose perché temo il giudizio (quando magari nessuno mi sta guardando, in realtà)...
che schifo.
Se penso a tutto quello che mi sono persa nella vita per paura di essere derisa mi sento male.
Questa è un'altra motivazione importante: il timore eccessivo del giudizio altrui. Può farti sentire sulla graticola, anche se non svolgi un'attività particolare, ma per il solo fatto di esserci, anche se stai zitto e fermo.
In questo stato , si è facili alla vergogna; ma anche inclini a temere di dispiacere o di nuocere.
Io non so come se ne venga fuori. Ma so che è possibile, a patto di rifletterci con animo sereno. La posta in gioco è alta e direi che vale la pena ragionare.
Vecchio 08-01-2017, 21:26   #20
Banned
 

Uguale. Io quando faccio qualcosa di giusto o di sbagliato penso a cosa potrebbe pensare di me il mio ex capo (quell'unico tirocinio che ho fatto oltre un anno fa). E la cosa più che provocarmi ansia mi irrita terribilmente.
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