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Vecchio 05-08-2012, 16:25   #1
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E' da un po' di tempo che mi balla in testa questo dilemma. Non riuscivo a capacitarmi di come due parole in apparenza così simili si riferissero a significati così drammaticamente diversi.

Così, ad un certo punto sono stato costretto ad approfondire l'etimologia, scoprendo che "soffrire" significa
Quote:
Soffrire dal lat. SUFFÈRRE, come Offrire | da OFFÈRRE | mediante una forma di bassa latinità SUFFERÌRE| composto di SUB sotto e FÈRRE portare (v. -fero).
Sopportare, Tollerare, Resistere a qualche cosa di penoso, Patire.
(etimologia gentilmente offerta da Etimo.it)

La sofferenza dà proprio l'immagine della croce, la stessa croce che secondo il vangelo Gesù portò, pazientemente, fin su al Calvario. Ed è la pazienza con cui il sofferente soffre, a darci la chiave di lettura per la parola "insofferenza".
Ovvero l'esatto contrario. Il rifiuto della sofferenza, il rifiuto per il fardello, la ribellione.

Vedo molta sofferenza in questo forum, e poca insofferenza. Qualche tempo fa, quando scrissi questo post, ero arrivato al mio culmine. Ho gettato la mia croce a terra e ho detto "Mòbbasta".
Da questa disperazione trassi le energie per proseguire una ricerca di soluzioni (se non addirittura di un senso), e ne vennero fuori cose interessanti: dal raduno di roma, a varie cose che mi sono buttato a fare.
Ora mi sembra quasi di stare per perdere l'abbrivio, e non vorrei di nuovo dover tornare a quei livelli di inquietudine per riuscire ancora ad andare avanti.

Così domando ai sofferenti: come fate a continuare? Cosa vi rende così pazienti, come riuscite a non gettare la vostra croce a terra e dire "a questo gioco al massacro io non ci sto!"
E domando parimenti agli insofferenti: come fate a trovare le energie necessarie per tagliare le catene di spago che vi legano, e ribellarvi. Trovare la rabbia e la furia per reagire, per provare strade nuove e folli. Avete un punto di rottura? Cercate talvolta di raggiungerlo più in fretta, come fatto più volte dal sottoscritto, catalizzando la sofferenza su pensieri volutamente mesti (ai limiti del tafazziano) in modo da poter tentare la vostra ennesima epifania il più presto possibile? O semmai, contrariamente, incassate finché potete, cercando di portare il vostro limite al di là dei livelli attuali, nella speranza che non ci sia la necessità di un episodio critico per uscire dallo stato sofferente?

Non riesco ancora a trovare il mio equilibrio, se sto male è perché sto male, e se sto bene sto bene solo grazie al fatto che pochi giorni addietro sono stato male, e quando finirà lo star bene sarò costretto di nuovo a star male, a ricaricare la molla della tristezza, e a farla scattare di nuovo con violenza. Possibile che non ci sia un modo per star bene sempre?
Vecchio 05-08-2012, 18:12   #2
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Uno magari dice "Basta! Voglio smettere di soffrire" e poi non ha i mezzi o non sa come fare. Io ad esempio non sopporto più lo stato in cui sono, vorrei stare meglio, vorrei avere una vita normale ma non riesco a trovare dentro di me (ammesso che ci sia qualcosa da cercare) l'energia necessaria per cambiare. Fingere di essere normale alla lunga mi fa stare solo peggio.
Vecchio 05-08-2012, 18:42   #3
Esperto
L'avatar di amarlena
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
E domando parimenti agli insofferenti: come fate a trovare le energie necessarie per tagliare le catene di spago che vi legano, e ribellarvi. Trovare la rabbia e la furia per reagire, per provare strade nuove e folli. Avete un punto di rottura? Cercate talvolta di raggiungerlo più in fretta, come fatto più volte dal sottoscritto, catalizzando la sofferenza su pensieri volutamente mesti (ai limiti del tafazziano) in modo da poter tentare la vostra ennesima epifania il più presto possibile? O semmai, contrariamente, incassate finché potete, cercando di portare il vostro limite al di là dei livelli attuali, nella speranza che non ci sia la necessità di un episodio critico per uscire dallo stato sofferente?
Il Thread è molto interessante ma a tal punto dovrei essere io a chiederti delle cose che mi tornerebbero davvero utili.
Ho letto che ti sei dato 6/7 di depressione.
Ora, da buona depressa io non mi sogno di aggravare il limite della mia sofferenza perchè ho paura di non poterne risalire e perchè so cosa significa quando il vuoto interiore ti logora: quando ti risollevi per recuperare le energie perse ti ci vuole un bel pò.
Quindi la tua tecnica mi incuriosisce moltissimo.
La rabbia se ben indirizzata è una energia positiva e quindi mi pare tu riesca poi a passare dalla sofferenza all' insofferenza ma come fai?
Forse a molti qui manca questo passaggio e credo a me compresa.
Forse mi viene da pensare che la tua forma depressiva sia diversa dalla mia...oppure che ti sia dato un voto leggermente altino....o che tu soffra di fase alterne?
P.s. Se per tua ammissione non hai problemi a socializzare perchè andare al raduno ha rapprensentato un punto importante? L' hai visto come una specie di reazione al torpore?
Scusa se non ti ho fornito risposte ma piacerebbe averle a me
Vecchio 05-08-2012, 18:51   #4
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Infatti si dice "non ti posso soffrire" come dire non ti posso supportare. Comunque la mia opinione è che moriremo tutti.
Vecchio 05-08-2012, 19:37   #5
Esperto
L'avatar di barclay
 

Al momento, se dovessi decidere di smettere di soffrire, avrei solo una possibilità: il suicidio (le alternative implicherebbero ulteriore sofferenza)
Vecchio 05-08-2012, 19:40   #6
Esperto
L'avatar di Altamekz
 

Quali sono le alternative che porterebbero ulteriore sofferenza barclay?
Vecchio 05-08-2012, 19:42   #7
Esperto
L'avatar di chrissolo
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Al momento, se dovessi decidere di smettere di soffrire, avrei solo una possibilità: il suicidio (le alternative implicherebbero ulteriore sofferenza)
Già: il limite finale è questo.
Vecchio 05-08-2012, 19:47   #8
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Altamekz Visualizza il messaggio
Quali sono le alternative che porterebbero ulteriore sofferenza barclay?
Le "alternative" sono indicate in molti dei post di Marco_Russo ed implicano tutte l'affrontare moltissimi altri fallimenti
Vecchio 05-08-2012, 19:59   #9
Esperto
L'avatar di chrissolo
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Le "alternative" sono indicate in molti dei post di Marco_Russo ed implicano tutte l'affrontare moltissimi altri fallimenti
Ma magari ci fossero, tutte queste "alternative" da provare anche a rischio di fallire..

A me sembra che manchino proprio del tutto le occasioni arrivati ad una certà età in certe condizioni di "svantaggio"..
Vecchio 05-08-2012, 20:33   #10
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Quote:
Originariamente inviata da amarlena Visualizza il messaggio
Il Thread è molto interessante ma a tal punto dovrei essere io a chiederti delle cose che mi tornerebbero davvero utili.
Ho letto che ti sei dato 6/7 di depressione.
Ora, da buona depressa io non mi sogno di aggravare il limite della mia sofferenza perchè ho paura di non poterne risalire e perchè so cosa significa quando il vuoto interiore ti logora: quando ti risollevi per recuperare le energie perse ti ci vuole un bel pò.
Quindi la tua tecnica mi incuriosisce moltissimo.
La rabbia se ben indirizzata è una energia positiva e quindi mi pare tu riesca poi a passare dalla sofferenza all' insofferenza ma come fai?
Forse a molti qui manca questo passaggio e credo a me compresa.
Forse mi viene da pensare che la tua forma depressiva sia diversa dalla mia...oppure che ti sia dato un voto leggermente altino....o che tu soffra di fase alterne?
P.s. Se per tua ammissione non hai problemi a socializzare perchè andare al raduno ha rapprensentato un punto importante? L' hai visto come una specie di reazione al torpore?
Scusa se non ti ho fornito risposte ma piacerebbe averle a me
va e viene, non sono depresso in senso clinico, ho dei momenti di sconforto (anche la mia iscrizione su FS è legata a uno di questi momenti) nei quali presumo di avere tutti i sintomi della depressione (la mia psicologa per la terza volta mi ha chiesto se volevo parlarne con lo psichiatra per trovare delle cure, probabilmente già solo che ne parlo faccio delle brutte facce).
Quando sento l'aria pesante come piombo e solo respirare diventa faticoso, quando le articolazioni sono tutte anchilosate e anche solo scendere per buttare la spazzatura è uno sforzo immane ed irto di dolori acuti alle ginocchia o alla schiena, e le conversazioni si sovrappongono tutte in un brusio grigio e inintelleggibile, non riesco a non pensare ad altro se non al fatto di essere "sbagliato", geneticamente corrotto, di essere solo un errore da correggere, e inizio a pianificare il suicidio, o a guardare dai balconi per valutarne l'altezza.
So che non tenterei mai un suicidio senza la sicurezza del risultato, oltretutto figurati rimanere in carrozzella o simili: se ci penso me li studio bene. Nel momento in cui sto male oltre a quello mi vien da pensare sempre a cose macabre, a mutilazioni, morte, mi immagino vittima in scene cruente. Non sempre lo faccio scientemente, più spesso è un istinto, come un'ossessione.
Ascolto canzoni funeree e lamentose e ad un certo punto penso che devo uscirne. O mettere in pratica il suicidio.
Di solito per uscirne incomincio con un'attività manuale ritualizzata, come fare un thé o lavarmi i denti. Mi concentro su quell'attività a tal punto da dimenticare il resto.
Da lì prendo l'abbrivio e mi muovo sulla scia delle cose da fare: di solito la cosa catalizza l'avvio di un circolo virtuoso che mi porta ad essere soddisfatto con il lavoro e a iniziare ad essere socialmente più intraprendente: organizzo uscite con amici, mi autoinvito, posso anche uscire da solo la sera, ecc.

Sto pensando, mentre sto a scrivere, che potrebbe essere che qualcosa, qualche evento negativo a cui dò inconsciamente un peso sproporzionato.
L'ultima volta in effetti, ero tutto gasato perché dovevo uscire con'un'amica (amica che un po' mi piaceva ) e quando poi m'ha paccato, ho cercato di non darci troppo peso, ma magari inconsciamente la cosa ha pesato più di quanto non avessi voluto.

Rispondo al resto: per me socializzare non risulta un problema critico, non che sia un estroversone ma non sono un fobico, i miei problemi sono differenti. Il raduno di roma tuttavia era pieno di scuse per evitare, dai soldi, al dover star 2 giorni con persone mai viste prima, alla distanza, ecc... e nel contempo era una cosa relativamente avventurosa. Sto cercando di dare un po' di pepe alla vita, e iniziare con il vedere le città d'italia mi è parso un buon incipit. Una strategia (fare cose non così a caso, ma con l'intento di rendere la vita emozionante) che comunque sta dando per adesso buoni risultati (anche se non miracolosi). Solo che ogni tanto m'impantano ancora.

Grazie per avermi risposto amarlena.
Vecchio 16-08-2012, 16:41   #11
Esperto
L'avatar di Blackrose
 

Quote:
Originariamente inviata da Manes Visualizza il messaggio
Uno magari dice "Basta! Voglio smettere di soffrire" e poi non ha i mezzi o non sa come fare. Io ad esempio non sopporto più lo stato in cui sono, vorrei stare meglio, vorrei avere una vita normale ma non riesco a trovare dentro di me (ammesso che ci sia qualcosa da cercare) l'energia necessaria per cambiare. Fingere di essere normale alla lunga mi fa stare solo peggio.
anche a me
Vecchio 16-08-2012, 18:36   #12
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Secondo me il problema dei sofferenti su questo forum è che non sanno veramente qual è la croce che portano, ed è per questo che non possono gettarla: ad esempio, se penso a come vedevo le cose qualche tempo fa ora so che ero completamente fuori strada. Trovare la vera radice dei propri problemi non è facile, equivocare invece è molto semplice (e "comodo", sotto certi aspetti).

Poi, sinceramente, dubito che "rabbia", "furia" o "strade folli" siano la soluzione a qualcosa: per carità, talvolta possono essere utili (o addirittura indispensabili) per venir fuori da alcune situazioni estemporanee o per sfogare energie troppo a lungo represse dentro di sè, ma finchè si salta dalla prostrazione d' animo riconducibile a qualche forma depressiva a esaltazioni temporanee di vario tipo è segno che si è ancora lontani dalla soluzione.

Sia il "sofferente" che "l'insofferente" generalmente ritengono di esserlo in rapporto ad una causa scatenante della frustrazione esterna (la famiglia, il lavoro, le donne, la società, il "non essere come..." etc.), quando il vero "nemico" è proprio solo e unicamente interiore.
In realtà dubito che possa mai arrivare una "svolta epocale" nella propria vita legata ad eventi esteriori che cambino le cose "da così a così": per stare bene bisogna invece vivere diversamente la vita già da adesso. Io miglioro davvero solo se riesco a vivere più serenamente anche questo attimo in cui sto solo scrivendo quattro parole alla tastiera del pc, se penso invece di proiettarmi in questa o quella attività sperando di "tirarmi fuori" dal mio "male" in questo modo sto sbagliando. Le attività dovrebbero essere soprattutto espressione dello stato d' animo, non solo tentativi per risollevarlo dalla "crisi": altrimenti dubito si possa raggiungere alcun risultato di serenità stabile.

Ma ovviamente queste sono solo le mie opinioni, e magari vanno bene solo per me.
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