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Vecchio 02-06-2018, 00:44   #1221
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E' brutto parlare del dimissionario Paolo Gentiloni qui, ma urge, perché Gentiloni era un maoista. Ebbenene sì. Egli, da giovane, si firmava così:



Di seguito, pubblico due interessanti articoli sui Sessantottini al potere:

La breve marcia attraverso le istituzioni

Gentiloni, ce n’est qu’un début… de la fin
Ringraziamenti da
cancellato12164 (02-06-2018)
Vecchio 07-06-2018, 02:02   #1222
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La Nuova politica economica e i compiti dei centri di educazione politica, Lenin (1921)
Nuova politica economica significa sostituire ai prelevamenti un'imposta, significa passare in misura notevole alla restaurazione del capitalismo. In quale misura ancora non sappiamo. Le concessioni ai capitalisti stranieri (dobbiamo notare che sono ancora poco numerose, soprattutto in confronto alle proposte che noi abbiamo fatto), gli appalti ai capitalisti privati, questo è per l'appunto un vero e proprio ritorno al capitalismo, ed è legato alle radici della Nuova politica economica, giacché l'abolizione dei prelevamenti significa per i contadini il libero commercio dell'eccedenza dei prodotti agricoli non assorbiti dall'imposta (e l'imposta assorbe soltanto una piccola parte dei prodotti). I contadini costituiscono una parte enorme di tutta la popolazione e di tutta l'economia, e perciò sulla base di questo libero commercio non può non svilupparsi il capitalismo.

Si tratta qui delle nozioni economiche più semplici insegnate dalla scienza economica più elementare; in Russia, per di più, queste nozioni ce le impartisce ogni piccolo speculatore, individuo che ci insegna a conoscere bene l'economia, indipendentemente dalla scienza economica e politica. Il problema fondamentale consiste, dal punto di vista strategico, nel vedere chi saprà approfittare prima di questa nuova situazione. Tutto il problema sta nel vedere chi seguiranno i contadini, se seguiranno il proletariato che si sforza di costruire una società socialista, oppure il capitalismo che dice: «Torniamo indietro, è più sicuro, altrimenti con questa trovata del socialismo, chissà dove si va a finire!».

[...]

Come può il popolo rendersi conto che al posto di Kolciak, di Wrangel, di Denikin, proprio qui, in mezzo a noi, si trova il nemico che ha soffocato tutte le altre rivoluzioni? Infatti se i capitalisti avranno la meglio su di noi, questo significherà il ritorno all'antico, come è stato confermato dall'esperienza di tutte le rivoluzioni precedenti. Spetta al nostro partito far comprendere a strati sempre più larghi che il nemico in mezzo a noi è il capitalismo anarchico, il commercio anarchico. Bisogna comprendere chiaramente che questa è la sostanza della lotta, e cercare di far sì che le grandi masse di operai e di contadini si rendano conto fino in fondo della vera sostanza della lotta: «Chi vincerà? Chi avrà la meglio?». La dittatura del proletariato è la lotta più accanita, più furiosa di tutte, nella quale il proletariato deve combattere contro tutto il mondo, poiché tutto il mondo si è messo contro di noi, sostenendo Kolciak e Denikin.

Ora la borghesia di tutto il mondo sostiene la borghesia russa, che è ancora molto più forte di noi. Questo non ci fa per nulla cadere nel panico, poiché anche le loro forze militari erano superiori alle nostre e tuttavia non sono bastate per schiacciarci in guerra, benché in guerra, disponendo di forze incommensurabilmente maggiori per quanto riguarda l'artiglieria o l'aviazione, schiacciarci fosse molto più facile. Forse sarebbe bastato mobilitare in tempo alcuni corpi d'armata di questa o di quella potenza capitalistica, tra quante ci combattevano, e non lesinare un prestito di alcuni milioni in oro a Kolciak.

Tuttavia non ci sono riusciti, perché la coscienza del loro torto e della giustezza della nostra causa era penetrata anche nelle masse dei soldati inglesi sbarcati ad Arcangelo, nelle masse di quei marinai che costrinsero la flotta francese a lasciare Odessa. Ora ci troviamo di fronte a forze che, come prima, sono più potenti di noi. E per vincere dobbiamo ricorrere all'ultima fonte di forza rimastaci, che è la massa degli operai e dei contadini, il loro livello di coscienza, il loro grado di organizzazione.

O il potere proletario organizzato, gli operai d'avanguardia e una piccola parte di contadini d'avanguardia comprenderanno questo compito e sapranno organizzare intorno a sé un movimento di popolo, e allora usciremo vincitori.

O non sapremo fare questo e allora il nemico, meglio armato dal punto di vista tecnico, inevitabilmente ci sconfiggerà.

Ultima modifica di Gummo; 07-06-2018 a 02:05.
Vecchio 07-06-2018, 02:39   #1223
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Dallo stesso testo, il pragmatismo leninista:
È vero, il 99 per cento di voi è composto da comunisti, e voi sapete che contro i comunisti di quella risma noi stiamo compiendo certe operazioni alle quali è intenta la Commissione per l'epurazione del partito, e c'è da sperare che centomila individui saranno allontanati dal nostro partito. Alcuni dicono che si tratterà di duecentomila. E questo numero mi piace di più.
Spero veramente che cacceremo dal nostro partito da cento a duecentomila comunisti, individui che si sono insinuati nel partito e che non soltanto non sanno lottare contro il burocratismo e la corruzione, ma intralciano tale lotta.

Nell'Esercito rosso, dopo molti mesi di riunioni, la disciplina era tale da non cedere in nulla a quella del vecchio esercito zarista. Venivano prese misure rigide, severe, dure fino alla fucilazione, misure che perfino il governo precedente non aveva conosciuto. I piccoli borghesi scrivevano e strillavano: «Ecco, i bolscevichi hanno introdotto le fucilazioni». Noi dobbiamo dire: «Si, le abbiamo introdotte e lo abbiamo fatto del tutto deliberatamente».

Dobbiamo dire che o devono perire quelli che volevano rovinarci e che riteniamo debbano perire, e allora resterà viva la nostra Repubblica sovietica, o, al contrario, rimarranno vivi i capitalisti e perirà la repubblica. In un paese caduto in miseria, o periranno quelli che non riescono a mettersi al passo, o perirà tutta la repubblica degli operai e dei contadini. E qui non c'è e non ci può essere scelta così come non c'è posto per nessun sentimentalismo. Il sentimentalismo è un delitto non minore del panciafichismo in guerra. Chi si permette qualche deroga alla disciplina, permette al nemico di introdursi fra noi.
Vecchio 07-06-2018, 15:25   #1224
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Vecchio 08-06-2018, 18:17   #1225
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Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio
(*)con fare amichevolmente polemico: ad occhiata veloce, la maggioranza dei post che ho letto qui sono, mi pare, ironicamente e/o seriamente filo-sovietici; considerando l'europa pre-'89, io simpatizzo di più per quello che di buono si è fatto qui da noi, ad ovest, con lo stato sociale in regime democratico, pur con tutte le sue criticità e contraddizioni; e secondo me su questo bisognerebbe basarsi per ridare una scossa di vita al cadavare della sinistra, e vedere se un po' si riprende
Cito a memoria ciò che ho sentito dire da Domenico Losurdo in una conferenza: "I progressi sociali dell'Europa capitalista non sono da attribuire alle lotte politiche e sindacali, ma a una particolare agilità delle classi dirigenti, le quali hanno introdotto nuovi diritti per consolidare e cementificare il sistema."
Non sono stati quindi i vari Togliatti e Berlinguer, la CGIL, il Sessantotto e il '77 a darci questa particolare società, ma la contrapposizione fra oriente ed occidente. Questo vuole dire Losurdo.
D'altro canto mi potrai parlare della Strategia della tensione, e io sono d'accordo: è innegabile come l'Italia, a causa della sua forte mobilitazione di sinistra, fosse sopra a una polveriera. Gli anni di piombo sono anch'essi serviti ad esasperare gli estremismi per consolidare ancor di più la 'socialdemocrazia'; da un lato ci davano diritti, dall'altro ci massacravano. Questa la 'gloriosa' storia della prima Repubblica italiana.
Finita la dialettica oriente-occidente, finito lo scontro proletariato-borghese (a livello culturale - il sessantotto - e a livello sociale - il settantasette e l'autunno caldo) la società ha iniziato a ritenere giusto rimuovere certe concessioni fatte in precedenza al popolo. E' sempre così: loro sopra, noi sotto. Loro a decidere per 'il nostro bene', noi a subirlo, nel 'bene' o nel 'male'. Ecco, invece, il socialismo sovietico, il socialismo cinese, eliminavano la linea di demarcazione fra 'noi' e 'loro': il proletariato si faceva stato e lavorava continuamente per incrementare le condizioni di vita della popolazione. Possiamo lavorare per ricostruire una sinistra riformista - lavoro più semplice a parole, ma in quanto a fatti, chi sarebbe disposto ad ascoltarci? - ma finiremmo sempre in quella direzione lì. Giunto il momento dello scontro, qualcuno in alto si metterebbe a dirigerlo, e noi ne gioveremmo (da un lato) fino al momento di un nuovo smantellamento della sinistra. No, è più arduo a farsi, ma io ritengo che dobbiamo concepire una sinistra che bruci questa democrazia, bruci le sue istituzioni, per costruire le basi di una vera società governata dai lavoratori.
Vecchio 08-06-2018, 18:20   #1226
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"La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco di marionette, di pupazzi."
Vecchio 08-06-2018, 21:10   #1227
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Il Venezuela abbandona l'Organizzazione degli Stati Americani: «Una decisione che rivendica la nostra sovranità»
Vecchio 09-06-2018, 14:01   #1228
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Quote:
Originariamente inviata da Gummo98 Visualizza il messaggio
"I progressi sociali dell'Europa capitalista non sono da attribuire alle lotte politiche e sindacali, ma a una particolare agilità delle classi dirigenti, le quali hanno introdotto nuovi diritti per consolidare e cementificare il sistema."
Non rirsco a non vedere qualcosa di orwelliano in questo modo univoco di vedere le cose. Una disperazione comunque funzionale a una speranza cieca (nell'operato, invece, dei veri partiti o di chi per loro), o all'evasione dalla realtà
Vecchio 11-06-2018, 14:59   #1229
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Massa: Potere al Popolo 3,64% dei voti, Partito Comunista 0,80%. Occorre unirsi sotto la falce e il martello per essere più incisivi alle amministrative e poi a livello nazionale.
A Brescia situazione surreale di PaP e PCI con due liste diverse. Se c'era anche il PC di Rizzo prendevano un voto a testa. Ma che teste di cazzo.
Vecchio 13-06-2018, 21:20   #1230
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Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio
Non sono molto d'accordo con questa affermazione di Losurdo. E' vero che la presenza di una parte di mondo che si rifaceva (diciamo almeno nella teoria..) a principi di uguaglianza e giustizia sociale può avere influito sullo sviluppo del riformismo progressista nel blocco occidentale. Ma questo non basta.
Non è una teoria, però, questo lo dicono i nemici del socialismo, che siano di destra, di sinistra o addirittura - i più odiosi - coloro che muovono critiche da posizioni di sinistra rispetto al comunismo stesso, vedasi i trotzkisti. La verità è che in URSS o, pensiamo alla DDR che ho come immagine di profilo, la disoccupazione non esisteva e nessuno doveva supplicare per il cibo, una casa o le cure mediche. Nessun altro stato al mondo ha mai realizzato tutto questo.

Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio

Io non credo troppo convintamente al fatto che ci sia una parte della società (i ricchi, le classi dirigenti, i politici, le banche, ecc..) che vuole imporre dei cambiamenti peggiorativi nella vita del resto delle persone; la questione è più complessa, e rimanda piuttosto a un qualcosa di simile al concetto gramsciano di egemonia culturale: i cambiamenti positivi (secondo un punto di vista di sinistra) nel mondo occidentale degli anni del secondo dopoguerra, e quelli peggiorativi (sempre secondo un punto di vista di sinistra..) a partire +- dalla fine degli anni '70, sono stati causati piuttosto dal cambiamento della cultura di riferimento, cioè dal modo in cui si interpretano i problemi e si ricercano le soluzioni.
La mia opinione è che non c'è nessuno che vuole dall'alto (a parte forse qualche stronzo) che le persone stiano male; tutti (o quasi) vorrebbero che più o meno tutti stessimo meglio, il problema è come fare in modo che questo possa accadere concretamente, e quali soluzioni si possono attuare a livello generale e quali invece spettano più alla decisione dei singoli individui.

Che poi ci siano strati della società (io non me la sentirei più di fare la distinzione proletariato/borghesi, è un pelo superata come distinzione), i grossi speculatori finanziari e il loro seguito, che perseguendo i loro interessi privati facciano danni, forse senza neanche rendersene conto, e che ci siano stati (forse) pseudo-complotti da parte di alcune frange neo-fasciste, è un altro paio di maniche, ma secondo me è irrilevante rispetto alla questione della cultura.. e comunque distoglie l'attenzione da altro di + importante.
E' questo il punto su cui sono meno d'accordo, in particolare i passaggi che ho messo in grassetto. La distinzione proletariato/borghesi non è a mio dire superata, anzi, è più attuale che mai: è semmai giusto cambiare il nome a queste categorie, ma ciò non significa buttarle nel cestino con tutti i significati che celano sotto la superficie. Oggi lo scontro più diretto - che d'altronde è l'espressione dell'attuale governo - è quello fra piccola e grande borghesia. La piccola borghesia è quella nazionale, dimenticata dai governi di centro-sinistra, quella grande è la borghesia internazionale, dentro cui gioca senz'altro un grandissimo ruolo il mondo della finanza, un mondo intangibile che si astrae dalle vecchie logiche padrone=industriale. Oggi assistiamo quindi non più a una duplice, ma a una triplice lotta di classe: proletariato contro borghesia, borghesia contro grande borghesia. Il socialismo, il comunismo, sono più attuali che mai, proprio oggi che la lotta di classe si fa più ardua ed è più facile da mistificare. I proletari non debbono farsi ingannare: centro-sinistra, centro-destra, partiti anti-sistema: tutti questi signori non rappresentano la realtà della lotta fra proletari e borghesia, ma la realtà della lotta fra borghesia e grande borghesia internazionale. Io non voglio un'Italia borghese vecchio stampo, come quella prospettata da Cinque stelle e Lega, io voglio un'Italia dei lavoratori, quindi voglio un'Italia socialista.


Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio
Non so molto di storia del 'socialismo reale' in realtà.. ma che la 'forma di socialismo' sperimentata nei paesi dell'est e del terzo mondo, ''eliminasse la linea di demarcazione fra noi e loro'', scusa, ma proprio mi sento di avere qualche dubbio; quelle sì erano società in cui una parte della popolazione esercitava un forte controllo sul resto, con la presunzione di sapere a priori tutto quello che va fatto per il benessere di tutti.
E il governo, lo stato, cos'è se non l'organizzazione di chi "pensa a priori di sapere cosa va fatto per il benessere di tutti"? Non esiste una forma di stato diversa da questa.
"Il proletariato ha bisogno dello Stato solo per un certo periodo di tempo. Quanto all'abolizione dello Stato, come fine, noi non siamo affatto in disaccordo con gli anarchici. Affermiamo che per raggiungere questo fine è indispensabile utilizzare temporaneamente, contro gli sfruttatori, gli strumenti, i mezzi e i metodi del potere statale, così com'è indispensabile, per sopprimere le classi, stabilire la dittatura temporanea della classe oppressa." ti ho citato Lenin da Stato e Rivoluzione. Come vedi, egli sarebbe stato il primo a criticare la parzialità dei regimi dell'Est, al tempo stesso avrebbe ammesso che la realizzazione più corretta (da un punto di vista proletario) di quel malefico, indegno e squallido artificio che è lo stato, è stata proprio quella dei paesi socialisti oltre la cortina di ferro.


Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio
Comunque io volevo provare a spostare l'attenzione su questioni diverse, che reputo più attuali (le ragioni della crisi, la disoccupazione tecnologica, la redistribuzione del lavoro, la questione dei bisogni e del denaro, il problema del bilancio, del debito e della spesa statale ecc..), anche se non penso saprei sostenere un dibattito su queste cose..
Neanch'io sarei capace di sostenerla: mi accontento di ribadire che queste sono tutte virgole, la centralità del discorso resta sempre la lotta eterna fra oppressi ed oppressori, qualsiasi siano le loro facce, maschere e nomi.
Vecchio 13-06-2018, 23:49   #1231
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Le Einsatzgruppen furono impiegate prevalentemente in Unione Sovietica, Polonia, Ungheria, Ucraina e Paesi Baltici, dove svolsero un ruolo fondamentale nel processo dell'Olocausto. Il loro compito principale, nella testimonianza resa nel corso del processo di Norimberga da Erich von dem Bach-Zelewski, era «l'annientamento di ebrei, zingari e avversari politici[1]», ottenuto mediante fucilazioni di massa e l'utilizzo di autocarri convertiti in camere a gas (i Gaswagen) e poi nei lager specializzati in sterminio.
La più efficiente delle Einsatzgruppen impegnate in Unione Sovietica fu la Einsatzgruppe A che operò negli Stati baltici (Estonia, Lituania e Lettonia) occupati dai sovietici nel 1939 in base al Patto Molotov-Ribbentrop. L'unità fu la prima Einsatzgruppe che portò a termine il compito previsto di eliminare tutti gli ebrei della sua area di competenza rendendola judenfrei ("libera da ebrei"). Dopo il dicembre 1941 le altre tre Einsatzgruppen iniziarono quella che lo storico Raul Hilberg ha definito la «seconda spazzata», terminata nell'estate 1942, cercando di raggiungere i risultati ottenuti dalla Einsatzgruppe A.Si stima che le Einsatzgruppen abbiano ucciso in Unione Sovietica circa 1.500.000 persone: ebrei, comunisti, prigionieri di guerra e zingari. Oltre che ai compiti di sterminio le Einsatzgruppen vennero anche largamente impiegate nella guerra antipartigiana.

https://it.wikipedia.org/wiki/Einsatzgruppen


Ultima modifica di Gummo; 13-06-2018 a 23:58.
Vecchio 14-06-2018, 19:05   #1232
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Emblema della Cambogia dei Khmer Rossi: raccolti asettici, acciaio fumante e gulag istantaneo. Orwell!



Curiosità: l'Italia è uno dei pochi paesi non-comunisti ad avere un'araldica ispirata a quelle socialiste:
Vecchio 14-06-2018, 19:14   #1233
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La Repubblica Popolare di Romania, invece, è passata da un goffo trattore che marcia verso il sole dell'avvenir:



A uno scenario paradisiaco che ricorda Twin Peaks:
Vecchio 14-06-2018, 23:16   #1234
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Sono sempre stato contrario alla leva militare obbligatoria. E' un'ottima pratica, intendiamoci, dipende dai contesti: i proletari non debbono mai combattere per conto dei capitalisti, devono imparare ad imbracciare il fucile solo per difendere il socialismo!


In Germania dell'Est tutti gli studenti, maschi e femmine, erano tenuti a prestare due anni di servizio militare (wehrerziehung) prima della fine della scuola obbligatoria, percorso educativo che aveva complessivamente la durata di 10 anni.
Vecchio 15-06-2018, 01:23   #1235
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Satana per il Comunismo





Ultima modifica di Gummo; 15-06-2018 a 01:25.
Vecchio 15-06-2018, 13:24   #1236
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L'avatar di Noriko
 

E' una credenza che ho un pó per tutto ... esiste il positivo e il negativo di ogni avvenimento e cosa, anche di ciò che non si conosce, sta all'individuo percorrere la strada giusta e sciegliere cosa fare.
Vecchio 15-06-2018, 17:04   #1237
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Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky Visualizza il messaggio
Sono d'accordissimo, molti fenomeni umani sono ambivalenti, contraddittori e hanno lati positivi e negativi, nascosti e scoperti. Ma chi lo sa qual è la strada giusta, e scegliere in modo consapevole è difficilissimo, almeno per me..
Lo è per tutti, l'importante è agire in fin di bene, credo…

Scusate OT.

Buon proseguimento.
Vecchio 18-06-2018, 17:43   #1238
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Vecchio 18-06-2018, 19:03   #1239
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http://blog.skepticallibertarian.com...der-communism/
Immagini allegate
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Ringraziamenti da
BbFenix (18-06-2018)
Vecchio 18-06-2018, 21:57   #1240
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Quote:
Originariamente inviata da ESPROC Visualizza il messaggio
Lui lo spiega meglio:


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