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Crystal 17-05-2017 17:52

Ci sei, o ci sei diventato?
 
Il quesito è questo, siete nati fobici e quindi lo avevate scritto nel dna che sareste stati animali solitari e non di gruppo oppure senza traumi vari, insegnamenti errati, schemi disfunzionali sareste diventate persone normali, magari non estroverse e pro-social, ma sicuramente non con l'allergia alla socializzazione? Per dirla in soldoni, la colpa principale è di madre natura e della sfiga, o degli altri?

Per quanto mi riguarda credo che i comportamenti dei miei genitori nei miei confronti mi abbiamo fatto alzare a livelli di pericolo l'attenzione ai giudizi degli altri, unitamente al fatto che mi piaceva anche star da solo (ma non disdegnavo la compagnia) e che ero un bambino che pendeva dalle labbra dei miei genitori, cercavo sempre il loro appoggio e la loro approvazione, ero soddisfatto se i miei lo erano per qualcosa che facevo io (anche piccola), ogni sbavatura, dubbio, oppure commento negativo altrui veniva ampliato negativamente dal sottoscritto in maniera esponenziale, la paura era paragonabile alla sofferenza di un lutto....così è nata in me, non l'avevo scritta dentro me l'ha attaccata la vita perché me la sono fatta attaccare e le circostanze hanno fatto il loro lavoro su di un bambino caratterialmente debole, introverso e troppo sincero e buono.
Dunque voto la 2.

claire 17-05-2017 17:54

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
non lo so, non mi è dato scoprirlo.
Di certo i problemi famigliari e sociali che ho avuto bastano a giustificare la fs.

Dominic 17-05-2017 18:00

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Domanda da 1 milione di dollari. So tentato di rispondere che mi sarei integrato.

Crystal 17-05-2017 18:00

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da Dominic (Messaggio 1922955)
Domanda da 1 milione di dollari. So tentato di rispondere che mi sarei integrato.

Che non ti darò:D
Ma mi fà piacere se voti :bene:

Myway 17-05-2017 18:02

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Decisamente la 2 nel mio caso...con un'altra famiglia e/o un posto diverso in cui vivere e/o qualche situazione favorevole con l'altro sesso nei primi 20-25 anni , le cose sarebbero state diverse, non sarei mai stato un estrofigaccione, ma a livello normalone o forse qualcosina in più ci sarei arrivato .

cancellato17598 17-05-2017 18:05

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Credo metà derivi da come ti fanno conoscere/conosci il mondo da piccolo, e metà dal carattere.

Un po' come i cani da guardia, se entrambi i genitori hanno evidenti problemi comportamentali con molte probabilità il figlio non sarà uno stinco di santo, poi li puoi levigare con l'educazione.

S.Marco91 17-05-2017 18:05

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ho sempre preferito la solitudine, fin dalla più tenera età, forse la tendenza si è acuita col progredire della vita, ma di base ci sono nato, come mio padre d'altra parte

ocelot83 17-05-2017 18:11

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Vedendo come sono i miei fratelli, senza dubbio sono nato così

Equilibrium 17-05-2017 18:27

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Secondo me ci puo essere una predisposizione, poi nn è detto che se uno è predisposto puó venirgli na patologia, dipende dall ambiente poi se si sviluppa o meno.

E come chi è predisposto ad avere il cancro ai polmoni, se nn fuma con buona probabilita nn sviluppera mai la malattia, invece se fuma e altamente probabile che poi l abbia.

It's Me 17-05-2017 18:40

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Premettendo che sono sempre stato molto timido e, fin da piccolo, avevo un odio per "il gruppo", penso che applicandomi un minimo sarei riuscito a combattere le mie difficoltà e avere una vita diversa. Con tante difficoltà, ma penso ce l'avrei fatta.
La scelta di chiudermi in un mondo tutto mio, l'ho fatta io e non posso dare la colpa a nessuno

Crystal 17-05-2017 18:46

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da It's Me (Messaggio 1923004)
Premettendo che sono sempre stato molto timido e, fin da piccolo, avevo un odio per "il gruppo", penso che applicandomi un minimo sarei riuscito a combattere le mie difficoltà e avere una vita diversa. Con tante difficoltà, ma penso ce l'avrei fatta.
La scelta di chiudermi in un mondo tutto mio, l'ho fatta io e non posso dare la colpa a nessuno

Quindi la prima?
Oppure c'è stato qualcosa che non ti ha permesso di "applicarti", e che quindi ti ha tagliato le gambe?

Svalvolato 17-05-2017 19:05

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ci sono nato. Sono stato chiuso e intro fin da piccolo; la mia famiglia mi ha tenuto abbastanza sotto una campana di vetro, ma non mi impediva di uscire, però io fin dalle elementari sono stato solitario e geloso della mia privacy.

It's Me 17-05-2017 19:08

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da Crystal (Messaggio 1923009)
Quindi la prima?
Oppure c'è stato qualcosa che non ti ha permesso di "applicarti", e che quindi ti ha tagliato le gambe?

Veramente ho votato la seconda :mrgreen:
Scelte balorde che ho fatto: ho preferito le più classiche delle zone comfort, allo stare in compagnia. Solo ora stò cercando di uscirne (e grazie al forum).
Per dire...i miei mi portavano all'oratorio alle 14:00 la domenica pomeriggio (io andavo col magone), alle 15:00 andavo a casa di mia nonna a seguire la serie A.
Le possibilità per costruire un futuro diverso le avevo. Un passo alla volta, sarei riuscito a schiudermi

Dominic 17-05-2017 19:25

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da Crystal (Messaggio 1922957)
Che non ti darò:D
Ma mi fà piacere se voti :bene:

E' un misto. Un 50% di colpa la do al mio aspetto non proprio piacevolissimo, quindi DNA. L'altro 50% a chi non hai mai fatto nulla per non farmelo pesare.

Silent Bob 17-05-2017 19:35

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Beati quelli che hanno avuto genitori che gli permettevano di uscire e di frequentare i compagni di scuola...

Silent Bob 17-05-2017 19:39

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ho votato la 2 perché in questo momento la penso così, ma magari domani cambio idea e dirò che lo sarei diventato comunque, anche in una grande città e con una situazione familiare migliore.
Sono confuso.

OhNo! 17-05-2017 20:17

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
E' un concorso di fattori, credo. Fin dall'asilo ero molto solitario, non ho fatto amicizia con nessuno ed anche alle elementari non è stato facile integrarmi. Anche in altre occasioni ho dimostrato di non essere proprio portato a stare insieme alle altre persone, specialmente con i coetanei.
Poi, determinati tratti della mia educazione non mi hanno fatto bene, inutile negarlo.

redone 17-05-2017 20:28

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Genitori,non perché non ci sia del mio, quando penso al passato,vedo quello che hanno fatto per mio fratello e quello che hanno fatto per me,come sono stata condizionata da loro,ecco perché oggi non ho un buon rapporto!

Winston_Smith 17-05-2017 21:01

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ci sono o ci faccio? Ci sono.

XL 17-05-2017 21:57

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Da quel che mi ricordo ero un bambino timido, ma non pauroso o depresso già a monte, lo sono diventato strada facendo, perciò depressione e disagi vari non li avevo già nel DNA, avrei dovuto provare cose del genere anche prima dei 4-5 anni se fosse stato vero questo.
Continuo a pensare che siano state delle interazioni sociali a combinare il grosso dei guai, la mia costituzione (fisica e psicologica) sommata a questo tipo di interazioni ha prodotto l'effetto.
Crescendo in un ambiente diverso e costruito più su misura credo che non avrei sviluppato questi disagi.
Quando parlo di ambiente diverso non mi riferisco solo a quello familiare.

Lùthien. 17-05-2017 22:03

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ho votato la prima opzione, perchè in me c'erano fin da bambina tratti fobici, o comunque una timidezza di base. Però certo è che senza eventi traumatici non sarebbe scoppiata in una vera e propria fobia sociale.

Shadows 18-05-2017 00:40

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Credo la prima, nonostante da bambina mi piacesse giocare con gli altri e stare più fuori che dentro casa. Tutte le maestre/professoresse hanno ripetuto per 13 anni di scuola le stesse cose, dalla prima elementare al quinto superiore: "è troppo timida, dovrebbe partecipare di più". Ricordo un incontro scuola-famiglia in cui sono stata paragonata ad un cane bastonato, mentre un'altra docente diceva che avevo un bellissimo sorriso, ma che non lo mostravo mai.
Dalla seconda media in poi la situazione è peggiorata, ma nulla di particolarmente grave. È diventata com'è ora più o meno verso il quarto superiore, ed è in caduta libera continua.
Non c'è stato nessun evento traumatico.

limitless 18-05-2017 01:15

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Diciamo che c'era già una buona base di partenza, bambino timido e introverso, poi l'insieme di tanti piccoli fattori ha fatto il resto

Svers0 18-05-2017 01:25

Bella domanda, ma siamo sicuri che le fobie siano genetiche?

Un tizio che magari ha la fobia del colore giallo si può dire che ha un gene che gli fa avere paura specificamente di quel colore?

Bisognerebbe informarsi meglio in merito.

Svers0 18-05-2017 01:58

Comunque fino all'inizio della pubertà ero un tipo non dico socievole ma normale, da bambino per certi versi addirittura estroverso, la pubertà deve aver sballato la chimica del corpo e favorito ansia sociale e depressione, però potrebbero pure essere state cause esogene, l'unica cosa che so è che ora sto messo male.

Strange Man 18-05-2017 02:13

Assolutamente ci sono diventato.
Quando ero piccolo ero super socievole, a volte fin troppo (spesso mi veniva fatta notare la mia "pesantezza"), e ricordo che facevo amicizia con chiunque nel giro di 5 minuti (una volta invitai un bambino conosciuto da poco a casa mia, e per giunta nemmeno nella mia stanza, nella stanza dei miei genitori, cioè per capire quanto fossi sfacciato).
Poi iniziarono i primi episodi in cui fui costretto a reprimere la mia socialità, anzi, a reprimere di fatto il mio modo di vivere, e il resto è stato una conseguenza naturale dovuta al peggioramento di tali situazioni (e quindi del mio problema).

Svers0 18-05-2017 02:26

Quote:

Originariamente inviata da Strange Man (Messaggio 1923372)
Assolutamente ci sono diventato.
Quando ero piccolo ero super socievole, a volte fin troppo (spesso mi veniva fatta notare la mia "pesantezza"), e ricordo che facevo amicizia con chiunque nel giro di 5 minuti (una volta invitai un bambino conosciuto da poco a casa mia, e per giunta nemmeno nella mia stanza, nella stanza dei miei genitori, cioè per capire quanto fossi sfacciato).
Poi iniziarono i primi episodi in cui fui costretto a reprimere la mia socialità, anzi, a reprimere di fatto il mio modo di vivere, e il resto è stato una conseguenza naturale dovuta al peggioramento di tali situazioni (e quindi del mio problema).

Potrei averlo scritto io questo post, anche sul fatto dell'invitare a casa il bambino conosciuto da cinque minuti, ma io lo portai nella mia stanza. :sisi:

Crescendo penso che la severità paterna sia stata il colpo di grazia tra le tante cose.

Noriko 18-05-2017 06:54

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Penso che le circostanze ambientali- sociali sono state predominanti nello sviluppo della paura del giudizio degli altri, mentre per il mio problema di disagio mentale le cause sono ben altre.

Inosservato 18-05-2017 08:34

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
secondo me molti sbagliano nel ritenersi la somma di coincidenze

nel mio caso sì può dire che magari avrei potuto avere una vita sociale più intensa, ma nel profondo mi son sempre sentito così come sono, con il carattere che ho, fin dai tempi dell'asilo :pensando:

Hopeless01 18-05-2017 10:45

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Nel mio caso è stato un accalcarsi di circostanze. Durante l'infanzia cercavo sempre la compagnia dei coetanei, avevo amici (alcuni dei quali più simpatici, altri meno, ma con i quali mi piaceva comunque trascorrere le giornate). Allo stesso tempo ero molto molto timida con gli adulti. Una timidezza peggiorata man mano a causa delle continue offese che subivo (talvolta anche da persone adulte) per il mio aspetto... e la situazione è poi degenerata con l'adolescenza. Lì mi sono totalmente chiusa. Che ricordi di merda, comunque.

Oltre tutto questo, in ogni caso ritengo che il ruolo più rilevante lo abbiano avuto i miei genitori che, di fronte agli evidenti problemi sociali e fisici che ho mostrato di avere fin da piccola, hanno preferito ignorare il problema invece di affrontarlo. Non sono cattivi genitori, ma oggi posso dire che hanno scelto il modo peggiore di affrontare le mie problematiche (cioè non affrontarle, pensando probabilmente ad una "fase" momentanea).

Crystal 18-05-2017 10:49

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da Hopeless01 (Messaggio 1923436)
ma oggi posso dire che hanno scelto il modo peggiore di affrontare le mie problematiche (cioè non affrontarle, pensando probabilmente ad una "fase" momentanea).

E' l'identico modo che hanno usato i miei...non rischiare di sbagliare, quindi non fare...non tanto nella fs, ma quando soffrivo di dep. Ed è una cosa che non sopporto e che è lontana anni luce dal mio modo di pensare di agire...se una persona stà male sono con lei 24 ore su 24..purtroppo invece era l'esatto contrario, ero sempre da solo anche nella sofferenza.

Noriko 18-05-2017 11:24

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
@Hopeless01 @Crystal, belle e vere testimonianze.

mmmax 18-05-2017 11:55

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
pensando al modo in cui sono stato educato direi che non potevo non diventare quello che sono. Padre spesso assente, madre invadente e ansiosissima, mi hanno trasmesso zero grinta e zero dignità. A forza di sentirmi dire che ero una mezza cartuccia lo sono diventato davvero.
Non credo che un neonato possa avere pensieri suicidi o ansia sociale, o parli da solo. Almeno io non ne ho mai visti.

An.dream 18-05-2017 12:18

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Vorrei dire che ci sono diventato, ma alla fine non saprei nemmeno rintracciare le circostanze che mi avrebbero portato a diventarlo. Mi farebbe anche comodo perché così sembrano esserci più speranze nel superare le paure.

muttley 18-05-2017 12:22

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Non ho mai creduto all'influenza della genetica sul carattere, nel senso che non ho mai creduto al fatto che quell'insieme variegato di caratteristiche che si è soliti chiamare indole, dipenda da un codice nato e morto con noi, al pari dei i nostri tratti fisici. Penso possa esservi una componente innata però, legata a come il soggetto vive il periodo della gestazione, cosa in grado di influenzare il temperamento (quindi non stiamo ancora parlando di carattere).
Il resto dipende da educazione e circostanze esterne, eventi e persone incontrate nel corso della vita, ma la famiglia ha un peso determinante più di ogni altra cosa nello sviluppo della personalità, anche perché è spesso l'unico cellula sociale di confronto e contrasto durante i primi cinque anni di vita, quelli in cui si sviluppa l'architettura neurale principale e di base (che condizionerà il modo di rapportarsi al mondo da parte dell'individuo).
Ecco perché ci capita di conoscere persone con trascorsi molto problematici nella vita di tutti i giorni ma in grado di affrontarli o aggirarli senza troppi traumi e altre persone invece che si lasciano colpire e affondare da vicende all'appareza innocue ai più. C'è chi passa sostanzialmente illeso dopo mille tempeste e chi alla prima pioggerella si abbatte...come un edificio costruito con criteri antisismici in grado di resistere ai più violenti parossismi tellurici e un edificio invece non a norma che affloscia alla prima scossa.

Baley 18-05-2017 12:29

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Io invece credo che l'influenza genetica c'entri eccome. Anzi ne sono certo che almeno in buona parte possa contribuire alla formazione del carattere.

Per rispondere alla domanda, penso che la mia condizione sia dovuta al mio essere diverso di natura e quindi sono un natura born non fobico ma asocial.

no-body 18-05-2017 12:38

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Ci sono diventato. Fino a 4-5 anni ricordo
che ero un bambino vivace, parlavo con tutti;
me lo diceva pure mia madre. Poi mi sono rinchiuso
e perso, mi sono sentito proiettato in mondo che non
capivo. Ricordo ancora il nome di una bambina
con cui giocavo nel giardinetto di casa,
fu il mio primo contatto con l'altro sesso,
mi piaceva stargli adosso :) Poi gradualmente non
so bene cosa sia successo; non credo sia
stato l'impatto con la scuola primaria, andavo
bene ero integrato non avevo difficolta',
e' stato penso tra i 5 e i 10 anni.

XL 18-05-2017 13:24

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1923490)
Non ho mai creduto all'influenza della genetica sul carattere, nel senso che non ho mai creduto al fatto che quell'insieme variegato di caratteristiche che si è soliti chiamare indole, dipenda da un codice nato e morto con noi, al pari dei i nostri tratti fisici. Penso possa esservi una componente innata però, legata a come il soggetto vive il periodo della gestazione, cosa in grado di influenzare il temperamento (quindi non stiamo ancora parlando di carattere).
Il resto dipende da educazione e circostanze esterne, eventi e persone incontrate nel corso della vita, ma la famiglia ha un peso determinante più di ogni altra cosa nello sviluppo della personalità, anche perché è spesso l'unico cellula sociale di confronto e contrasto durante i primi cinque anni di vita, quelli in cui si sviluppa l'architettura neurale principale e di base (che condizionerà il modo di rapportarsi al mondo da parte dell'individuo).
Ecco perché ci capita di conoscere persone con trascorsi molto problematici nella vita di tutti i giorni ma in grado di affrontarli o aggirarli senza troppi traumi e altre persone invece che si lasciano colpire e affondare da vicende all'appareza innocue ai più. C'è chi passa sostanzialmente illeso dopo mille tempeste e chi alla prima pioggerella si abbatte...come un edificio costruito con criteri antisismici in grado di resistere ai più violenti parossismi tellurici e un edificio invece non a norma che affloscia alla prima scossa.

L'idea che si possano costruire super uomini con l'educazione familiare (o di altro tipo) è dura a morire.
Il punto è un altro, facciamo un esempio esplicativo.
Se hai la pelle chiara serve una protezione quando c'è il sole. Il fatto concreto che ti scotti non dipende solo dai geni, dipende anche dal fatto che vivendo in un certo ambiente senza protezioni aggiuntive se fai le stesse ed identiche cose che fanno le persone di colore finirai con lo scottarti ed arrostirti, non è che se resti all'ombra il tuo DNA fa divntare la pelle arrosto comunque perché questo c'è scritto da qualche parte.
In tal senso questo tipo disagio o disturbo, non dipende dai geni.

Il fatto che vengano fuori persone con pelle scura e pelle chiara dipende dal DNA, il fatto che qualcuno si scotti al sole dipende da fattori contingenti ed ambientali.

Se ci sono indumenti adeguati per proteggersi, non si scotta nessuno, se non ce ne sono e si tratta chi ha la pelle scura allo stesso modo di chi ha la pelle chiara uno dei due tipi di individui si scotterà più dell'altro.

L'idea di far abituare un bambino con la pelle chiara a stare al sole per temprarlo come uno di colore, produrrà più danni che benessere. Ammesso anche che si voglia far sviluppare un tipo di protezione simile a quella del bambino di colore (là dove la pelle non è chiarissima tipo albino) bisognerà esporre il secondo molto gradualmente e quindi lo si dovrà trattare comunque in modo diverso e particolare senza aspettarsi che resista al sole come riesce a fare l'altro (ma comunque non raggiungerà i livelli dell'altro).

Non è che grazie a qualche sistema poi si possono far diventare i neri bianchi ed i bianchi neri (e direi che non sia neanche auspicabile fare una cosa del genere).

Quel che si può fare è cercare di far sviluppare tutti quanti bene tenendo conto delle differenze e non facendo finta che siamo tutti quanti uguali ed identici (gli edifici antisismici hanno tutti la stessa struttura, gli individui no, sono diversi). In tal senso i disagi e disturbi vari non sono installati nel DNA da nessuna parte, così come non sono installate le scottature, mentre il temperamento ed una serie di caratteristiche dipendono dal DNA, se non fosse così dovremmo venir fuori tutti quanti molto più simili di quanto non siamo.

Hopeless01 18-05-2017 14:10

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1923515)

[...]

Quel che si può fare è cercare di far sviluppare tutti quanti bene tenendo conto delle differenze e non facendo finta che siamo tutti quanti uguali ed identici (gli edifici antisismici hanno tutti la stessa struttura, gli individui no, sono diversi). In tal senso i disagi e disturbi vari non sono installati nel DNA da nessuna parte, così come non sono installate le scottature, mentre il temperamento ed una serie di caratteristiche dipendono dal DNA, se non fosse così dovremmo venir fuori tutti quanti molto più simili di quanto non siamo.

Ottimo intervento :bene:

captainmarvel 18-05-2017 14:30

Re: Ci sei, o ci sei diventato?
 
sospetto di essere sempre stato predisposto all'ansia e dai 13 anni in poi anche alla depressione cronica, ma i miei genitori, con la loro disumanità e mancanza di empatia, hanno molto probabilmente contribuito parecchio a peggiorare il mio quadro clinico.


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